F1, GP Messico: le prime libere ci hanno consegnato una Ferrari in prima posizione, quella di Charles Leclerc. Solitamente, la prima sessione risulta essere poco indicativa, e tra l’altro è quella dove la SF-25 riesce spesso a piazzarsi nelle parti alte della classifica. Questa volta, se possibile, è stata ancora meno rilevante del solito, vista l’enorme quantità di rookie presenti al posto dei titolari. Le FP2 che stiamo per raccontarvi, saranno sicuramente più interessanti da seguire.
Primi giri in pista per Hamilton
Charles aveva indicato le prove libere come il momento chiave per trovare l’assetto ideale della Ferrari, necessario per sfruttare al massimo il potenziale della SF-25. Nella fase iniziale della sessione, entrambi i piloti del Cavallino lasciano la pitlane con le Medium. Il primo giro lanciato di Leclerc viene interrotto nel terzo settore, dove solleva il piede, così come accade a Hamilton, che rinuncia al tempo per motivi simili.
Osservando i passaggi in pista, emerge una certa aggressività sui cordoli, segnale di buona fiducia nella componente meccanica della monoposto. L’avantreno appare efficace nei tratti più tecnici, forse persino troppo, tanto da costringere talvolta i piloti ad allargare la linea in ingresso curva. Nei tratti più rapidi, invece, la vettura manifesta un leggero affaticamento. In questo contesto, Leclerc sembra più a suo agio del compagno, riuscendo a interpretare meglio il comportamento della macchina.

Nel complesso, il setup appare piuttosto equilibrato, pur restando evidenti i limiti strutturali della monoposto di Maranello. Il primo stint si chiude con sensazioni incoraggianti: il monegasco firma il miglior riferimento davanti alle McLaren e alla Red Bull di Verstappen. Entrambi rientrano poi ai box per analizzare la telemetria, mentre i tecnici lavorano agli ultimi ritocchi in vista della successiva uscita in pista.
Simulazione qualifica: Charles a un decimo da Verstappen
Dopo pochi minuti di pausa si torna in pista. Ai box sono stati eseguiti piccoli interventi di rifinitura sull’assetto, senza modifiche sostanziali. Le Ferrari scendono nuovamente con le Soft, mentre il motore viene portato alla mappatura Engine 1, utile a sfruttare tutta la potenza disponibile. Il primo tentativo di Leclerc non è impeccabile: alcune imprecisioni, in particolare in curva 13, dove un eccesso di rotazione gli fa perdere tempo, compromettono il giro.
Hamilton appare più nervoso sui cordoli e nello stadio arriva leggermente lungo, bloccando l’anteriore. È costretto a sollevare il piede e interrompere la tornata, nonostante un ottimo intermedio nel secondo settore, come confermato via radio da Adami. Entrambi procedono poi con un paio di giri lenti per raffreddare le coperture. Quando Leclerc riparte, non riesce a migliorarsi, segnalando una certa tendenza al sottosterzo nelle curve di media velocità.

Resta da capire se la squadra riuscirà a correggere questo comportamento, che al momento sembra risolvibile con alcuni aggiustamenti. Persistono inoltre lievi problemi di sovrasterzo in ingresso nelle curve più lente, specialmente nella zona dello stadio. È possibile che la causa sia da ricercare nelle temperature delle gomme, ancora non perfettamente in finestra. Situazione simile per Hamilton, che registra un tempo valido ma senza trovare ancora la giusta fiducia nel mezzo.
SF-25 competitiva sul long run
Per il terzo stint vengono simulate le condizioni di gara con un elevato carico di carburante. Leclerc è il primo a tornare in pista, avendo completato un giro in meno nella fase precedente. La SF-25 monta le Medium, utili per valutare il comportamento su distanza più lunga. Anche in questa configurazione emerge un leggero sottosterzo che limita la trazione in uscita dalle curve, un aspetto che il team dovrà senza dubbio migliorare. Interessante la richiesta di lift and coast di circa 150 metri per ottimizzare consumi e temperature.

Poco dopo è la volta di Hamilton, anch’egli con gomme a banda gialla, impegnato nella raccolta dati sul passo gara. Analizzando i tempi, la vettura numero 16 mostra un ritmo costante, paragonabile a quello di Verstappen nella prima parte dello stint, prima di un lieve calo nella fase finale. Anche Lewis appare più a suo agio rispetto al giro singolo, trovando maggiore stabilità con il serbatoio pieno e un ritmo regolare.
Nel complesso, Leclerc completa circa quattordici giri, mentre Hamilton ne porta a termine una decina. Pur senza conoscere i livelli di carburante degli avversari, la Ferrari sembra competitiva anche sulle lunghe distanze. Se riuscirà ad affinare ulteriormente l’assetto, la monoposto di Maranello potrebbe garantire un buon potenziale in vista della gara, mostrando una base tecnica più solida rispetto ai round precedenti.

A livello generale, la squadra pare aver scelto di sacrificare qualcosa nel terzo settore per restare più incisiva nel secondo, mantenendo così un equilibrio complessivo sul tracciato messicano. Da notare anche il lavoro di messa a punto sul sistema frenante, tra brake balance e brake migration volto a migliorare il controllo nelle staccate più impegnative. Una Ferrari più equilibrata, quindi, che sembra avere buone possibilità di giocarsi un risultato importante.
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari
