Ferrari galleggia in F1 da anni. Leclerc è bloccato in questa gabbia dorata da ben 7 stagioni, oramai. Ha sempre dato tutto per la causa del Cavallino Rampante, sopportando situazioni che avrebbero fatto spazientire un santo. Ora risulta che qualcuno si potrebbe essere offeso per le sue parole, sacrosante tra l’altro. Una situazione che, se confermata, definirebbe alla perfezione lo spessore di questi individui che si risentono ascoltando la verità.
Una “non presidenza” che spiega tutto
Al di là del fatto che nessuno era presente nella riunione che si è tenuta, come sempre, a Maranello dopo un Gran Premio di Formula 1, e al netto che nessuno saprà mai se sono volati pesci fetenti o meno, su di una cosa stiamo tutti d’accordo: più che fare dei grandi discorsi che, dall’inizio della stagione, non portano a un benamato nulla, sarebbe decisamente più efficace iniziare a mettere assieme qualche fatto.

Questo è un messaggio chiaro alla dirigenza della Ferrari, in primis a quel gran “berragazzo” di John Elkann. Il nipote di Gianni Agnelli ha dato prova, da quando è presidente della Rossa, che sino a quando i conti economici tornano va tutto bene. Poi, se il reparto corse non funziona e ogni stagione colleziona brutte figure, pazienza. Tanto i soldi arrivano lo stesso e le vetture stradali vanno a ruba.
Quindi, cosa possiamo veramente aspettarci da un presidente del genere? Il nodo del Cavallino Rampante da sciogliere è proprio questo. Servirebbe un manager con le palle quadrate. Uno tipo Toto Wolff, oppure Horner, che tra parentesi è libero in questo momento. Costruire da zero la gestione sportiva e, soprattutto cambiare completamente l’approccio alla Formula 1, che pare proprio rispecchi come funziona l’Italia: male.

Un Paese dalle risorse monumentali che si fa battere e prendere dai fondelli da tanti altri Stati, per varie ragioni che non staremo qui a ricordare. Non è il posto per farlo, ovviamente. Tornando a bomba: serve una scossa, e questo tipo di scenario si palesa solamente con determinate azioni. Anche in questo caso non sta a noi dire cosa sarebbe meglio fare: vien da sé che qualcosa deve per forza succedere, però.
Una Ferrari permalosa, quello ci mancava
Ma quello che dà più fastidio di tutto è un fatto riportato dalle pagine del Corriere dello Sport. La penna è quella di Fulvio Solms, che narra ai più come la discussione accesa tra Vasseur e Togninalli abbia echeggiato in tutte le valli di Maranello. Inoltre, e arriviamo al punto della questione, ci sarebbero diversi tecnici che non hanno gradito le critiche mosse da Leclerc verso quel “ravatto” (oggetto di scarsa qualità, in genovese) della SF-25.
Poi si parla, sempre nell’articolo, di un Charles piuttosto stufo e pronto a voltare pagina, qualora la vettura 2026 non fosse all’altezza della situazione, abbandonando questo amore storico che, per quanto ci riguarda, inizia ad assomigliare più a una dipendenza affettiva dalla quale è complicato staccarsi. Una sorta di relazione tossica che, comunque vadano le cose, non porterà mai a nulla di diverso dalla sofferenza.

Ora: al netto che non sappiamo se l’auto che il team italiano sta ultimando per il prossimo ciclo normativo sia competitiva o meno, davvero qualcuno all’interno della fabbrica si dovrebbe sentire offeso o provare rabbia per le parole del monegasco? Un tipo che sputa l’anima ogni fine settimana e, a parte in qualche breve periodo felice, purtroppo è sempre stato costretto a guidare monoposto scarse? Si merita questo?
Lasciate in pace Charles, fin che dura…
Parliamo di un pilota che, nonostante le miriadi di promesse non mantenute, condite da una marea di errori che lo hanno penalizzato sia gara che in qualifica, ha sempre messo davanti la Rossa a tutto. E se per una volta sbotta davvero e manda “a quel paese” la Rossa, bisognerebbe arrabbiarsi? Invece di offendersi, nel caso, sarebbe più opportuno guardarsi allo specchio con molta attenzione.

Riflettere bene e magari chiedersi perché in sette anni non si è riusciti a fare un’auto per vincere. Che poi è quello che qualsiasi tifoso della Ferrari si chiede. Charles ha dato tutto quello che la Ferrari non gli ha mai dato, e solo per questo, al di là del carattere o del valore specifico del pilota, bisognerebbe portare tanto rispetto per il culo quadrato che si è sempre fatto nello spingere il team verso l’alto. Il resto sono sol chiacchiere…
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv
