venerdì, Novembre 14, 2025

Ferrari F1, ancora Montezemolo: serve una guida forte e autorevolezza

Montezemolo si spende ancora una volta sull’attuale stato della Ferrari in F1. Continua a farlo in maniera pesante, senza utilizzare giri di parole. Va al centro della questione, insomma. Mancano molte cose secondo l’imprenditore italiano, ma soprattutto, quello che non si vede è una guida potente che possa mettere assieme un team vincente. Una critica pesante, ma quanto mai azzeccata.

Eredità non preservata

La celebrazione di anniversari storici è spesso l’occasione per rievocare successi che si prestano inevitabilmente a un confronto con la stretta attualità. Sono trascorsi venticinque anni dal primo mondiale di Michael Schumacher, che interruppe un digiuno lungo ventuno anni. Un trionfo figlio della progressiva crescita del Cavallino Rampante sotto la guida di Jean Todt.

Fu solo l’inizio del ciclo più vincente della scuderia modenese in Formula 1, a cavallo del terzo millennio. Dopo un quarto di secolo, la Rossa è tornata a recitare il ruolo di una nobile decaduta, incapace di uscire dalle sabbie mobili della mediocrità. Gli ultimi trionfi del team italiano sono talmente datati che intere generazioni di fan non hanno memoria di una vettura colorata di rosso vincente.

Vasseur Ferrari F1 SF-25 freni
Un pensieroso Frederic Vasseur, team principal della storica scuderia Ferrari

Dal punto di vista tecnologico, la massima categoria è completamente diversa rispetto all’epoca d’oro di cui sopra; tuttavia, il retaggio di quel ciclo vincente è sempre attuale. Vincere con la Rossa è sempre stato più complicato che altrove. Anche ai tempi della presidenza di Luca Cordero di Montezemolo, le sconfitte furono ricorrenti e, a volte, persino umilianti, specie nella prima fase del suo mandato, iniziato nel 1991.

Anche all’epoca era evidente che il gap con i team d’oltremanica non potesse essere colmato finché il modello operativo e le soluzioni tecnologiche non fossero state messe in discussione. Questo bagno di umiltà favorì l’arrivo dei pilastri del “miracolo Benetton”, mentre veri e propri marchi di fabbrica, come il motore V12, furono accantonati. Ma il valore intangibile che il team di Via Abetone Inferiore 4 acquisì in quegli anni fu la leadership e l’autorevolezza dei mostri sacri che sposarono la causa della scuderia.

Schumacher Todt Ferrari F1 Montezemolo
Michael Schumacher e Jean Todt (Ferrari) nella stagione di Formula 1 1997

Lo stacanovismo di Jean Todt, la metodologia di Ross Brawn e il genio tecnico di Rory Byrne erano garanzia di successo, poiché vincenti lo erano già nelle loro esperienze pregresse. L’eredità di questi giganti non è stata preservata nei decenni successivi, dando origine a una volatilità nei ruoli chiave del team senza precedenti. Chi è cresciuto professionalmente in quella realtà virtuosa, oggi, miete successi altrove (Andrea Stella docet).

Occorre una guida forte, coraggiosa e autorevole

L’ex presidente della Rossa torna a parlare del team, ricordando la straordinaria conquista del mondiale nel 2000. Il manager bolognese, oltre a celebrare uno dei momenti più significativi della storia della scuderia italiana, ha ribadito la propria opinione sull’attuale situazione della Ferrari in Formula 1. Secondo Luca, serve una guida forte, coraggiosa e autorevole. Occorrono leader capaci di prendere decisioni.

Soprattutto considerando che il futuro è dietro l’angolo. Se a pronunciarlo è l’uomo che ha vinto più mondiali in Formula 1, sia come direttore sportivo sia come presidente della Ferrari, le parole assumono un peso specifico di notevole rilievo. Un’altra picconata da chi ha dimostrato che la scuderia poteva sopravvivere alla morte del suo fondatore, dominando come non aveva mai fatto nemmeno in vita il Drake nella massima categoria.

Montezemolo F1 Ferrari
Andrea Stella, Luca Cordero di Montezemolo, Stefano Domenicali e Mattia Binotto, 4 ex ferraristi

Quella Ferrari vinse perché seppe accogliere i migliori professionisti nei rispettivi ambiti di competenza. A Maranello servono persone con le spalle ben larghe, la cui professionalità non possa essere messa in discussione dalle correnti avverse. All’interno dell’attuale paddock i fuoriclasse si riconoscono facilmente, così come gli onesti mestieranti, a tutti i livelli e in ogni settore.

La voglia di non svoltare mai pagina

La Rossa non può essere la palestra di giovani ingegneri né il mutuo soccorso di poli tecnologici d’oltralpe in fase di chiusura. La leadership invocata dall’imprenditore italiano si conquista sul campo, a suon di vittorie, e, da osservatori esterni, si nota immediatamente come figure di questo calibro non siano presenti a Maranello. Recentemente parlavamo di Horner, senza dubbio un leader che farebbe comodo alla Rossa.

Horner Ferrari F1 Vasseur Montezemolo
L’ex CEO e team principal della Red Bull Christian Horner

Senza dimenticare Adrian Newey, che in Aston Martin ha già fatto innamorare tutti, sebbene la sua prima creatura non sia ancora scesa in pista. Due uomini che in Ferrari potevano fare la differenza, ma che la proprietà ha considerato non indispensabili. Si continua pertanto a galleggiare nell’anonimato di chi la differenza non l’ha mai fatta, sperando che, per magia, possa ottenere quei risultati in Italia.

Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat 

Immagini: Scuderia Ferrari – F1TV

Articoli Collegati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Resta Collegato

3,584FansMi piace
1,032FollowerSegui
7,558FollowerSegui
- Advertisement -

Meteo Prossimo GP

Las Vegas
cielo coperto
16.5 ° C
17.9 °
16.2 °
79 %
3.1kmh
100 %
Ven
20 °
Sab
22 °
Dom
18 °
Lun
17 °
Mar
17 °
- Advertisement -

Ultimi Articoli

- Advertisement -
Change privacy settings