Da quando Mekies ha preso le redini della Red Bull in F1, la squadra di Milton Keynes ha ritrovato l’equilibrio perso con l’uscita di Horner. In sei weekend sono arrivate due vittorie e due secondi posti, ma Laurent rifiuta qualsiasi elogio personale. La sua filosofia si fonda su una semplice convinzione: il successo nasce dal lavoro collettivo e dalla capacità di valorizzare il talento di Verstappen, il punto di riferimento tecnico e sportivo del gruppo.
Red bull: un nuovo corso dopo l’era Horner
L’addio improvviso di Horner, ufficializzato lo scorso 9 luglio, ha segnato una frattura nella storia recente della Red Bull. L’arrivo di Laurent Mekies al posto di Horner — uomo di grande esperienza, maturata tra Ferrari e FIA — ha inizialmente suscitato scetticismo. Tuttavia, i risultati ottenuti nelle settimane successive hanno spazzato via ogni dubbio: in numero parlano chiaro e danno ragione al francese.
Ma Laurent non si lascia tentare dal protagonismo. In più occasioni ha spiegato che il proprio contributo diretto ai risultati è ancora minimo, sottolineando come la crescita della scuderia derivi principalmente dall’impegno quotidiano di tutti. Dopo ogni gara, racconta, l’intera squadra analizza a fondo i limiti della monoposto e le ragioni per cui non sempre è possibile esprimere il massimo potenziale.

Un processo metodico, quasi maniacale, che ha permesso di tradurre in prestazioni tangibili le idee. Il francese attribuisce grande merito a Verstappen, la cui costanza e capacità di adattamento sono determinanti. L’olandese, dal canto suo, ha accolto con favore il nuovo approccio gestionale, più sobrio e tecnico rispetto ai tempi di Horner, riconoscendo che l’attenzione ai dettagli è diventata una componente chiave della rinascita Red Bull.
Verstappen, il fulcro di un meccanismo perfettamente sincronizzato
A Singapore, il team non ha potuto nulla contro il ritmo impressionante di George Russell, ma Mekies ha voluto evidenziare il valore di quel secondo posto. Per lui il risultato rappresenta un segnale incoraggiante, poiché dimostra che la RB21 è competitiva anche su circuiti con caratteristiche diverse da quelli a basso carico aerodinamico come abbiamo ad esempio visto tra Monza e Baku.
Finire a pochi secondi dalla Mercedes, spiega, è stato un chiaro indizio della bontà del lavoro di sviluppo portato avanti nelle ultime settimane. In gara, Max ha gestito con maestria la pressione di Norris, nonostante qualche fastidio legato al cambio, un inconveniente già noto al box Red Bull. Laurent ha lodato la capacità del campione del mondo di mantenere il controllo della situazione anche nelle fasi più complesse.

Verstappen ha ricambiato la stima verso il suo nuovo team principal, definendolo una figura “forse troppo corretta”, ma estremamente efficace nel creare un ambiente di lavoro sereno e collaborativo. Ha poi sottolineato come la squadra stia riuscendo finalmente a comprendere in modo più profondo le aree di debolezza della monoposto, migliorando sensibilmente il processo di analisi e sviluppo gara dopo gara.
Red Bull: l’approccio collettivo e le prospettive future
Il metodo Mekies, lontano dai riflettori e dalle dichiarazioni roboanti, sembra fondarsi su una disciplina silenziosa e su una gestione quasi scientifica del gruppo di lavoro. Ogni aggiornamento tecnico viene discusso, validato e inserito in un quadro di sviluppo coerente, evitando interventi impulsivi o direzioni sperimentali prive di riscontro dati. È una filosofia che ricorda la tradizione ingegneristica più pura: meno parole, più precisione.
All’interno di tale contesto Max si muove libero: diventa non solo il terminale delle prestazioni in pista, ma anche un “partner tecnico” a tutti gli effetti. Il suo feedback guida le scelte di setup e sviluppo, in un rapporto di fiducia reciproca che sta restituendo alla Red Bull la stabilità perduta. Guardando avanti, le prospettive restano incoraggianti. L’obiettivo è consolidare il metodo di lavoro per garantire competitività nel lungo periodo.

Mekies ha trovato la chiave giusta: quella del rigore tecnico accompagnato dall’ascolto umano. E mentre l’eco dell’era Horner svanisce lentamente nei corridoi di Milton Keynes, la Red Bull di Mekies e Verstappen appare oggi come una squadra in netta crescita, perfettamente accordata, costruita su rispetto, competenza e consapevolezza che la velocità, da sola, non basta a vincere.
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv

Che strana cosa, questa Red Bull! Un Mekies che parla di lavoro collettivo e poi tutto sembra girare intorno a Verstappen, come se lui fosse il solo a girare il wheel! 😄 E poi lapproccio scientifico, tanto da far pensare che analizzino pure i pasti dei piloti per capire se danno più benzina allauto. Forse è un po troppo ingegnere del lunedì, ma se danno risultati così, tanto meglio! La cosa divertente è che alla fine conclude che la velocità da sola non basta, proprio come quando dici a tuo figlio che i soldi non comprano la felicità (anche se sai che con i soldi hai più opzioni!). Bravissimi, ma un po di ironia non farebbe male! #EssereFerrari (anche se per ora è più un #EssereRed Bull)prophecy deltarune