BREMBO: Formula 1 vs Moto Gp: che differenze ci sono?

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La velocità, l’adrenalina, la precisione: tre componenti fondamentali in due degli sport più amati in Italia e nel mondo, la Formula Uno ed il Moto GP. Nel tempo, in queste due meravigliose discipline, si sono alternati campioni di ogni razza capaci di farci entusiasmare ed esultare. Eppure tra le due discipline ci sono differenze sostanziali. A partire dalle gomme, passando per i pit stop, lo spazio di frenatura e tanto altro ancora. Le differenze tra i due veicoli sono tante: le dimensioni, l’altezza del baricentro, il rapporto peso/potenza, la superficie di pneumatico a contatto con l’asfalto, l’aerodinamica.


Le auto di Formula Uno, ad esempio, sono l’esatta negazione della efficienza aerodinamica dal punto di vista della penetrazione, quindi a danno della velocità massima, ma a vantaggio della percorrenza in curva; d’altronde i rettilinei, specialmente nei circuiti moderni, sono una bassa percentuale rispetto a tutta l’estensione del circuito. Al contrario quando i circuiti consentivano lo sviluppo delle massime velocità gli alettoni venivano ridotti al minimo; a Monza negli anni ’70 venivano quasi azzerati. 
Per quanto riguarda la dinamica dei veicoli, la moto di Moto GP assume assetti molto variabili mentre la monoposto ha un assetto più statico: in accelerazione la monoposto è agevolata dallo spostamento del carico sulle ruote motrici mentre la moto tende ad impennarsi nell’affrontare le curve; in frenata la moto tende ad impuntarsi sulla ruota anteriore perdendo contatto con il terreno al posteriore. 
Sull’influenza del pilota ci sarebbe molto da dire, a partire dalle capacità di reazione all’intelligenza tattica, passando per le doti di guida. Quel che è certo è che incidono tanto il peso, le dimensioni, la posizione di guida e la postura in curva. 

Per il rapporto peso/potenza una MotoGP ha una accelerazione infernale e in virtù di una sezione maestra ridottissima può raggiungere velocità massime elevatissime. La monoposto di Formula1 invece prevarrà sicuramente in curva per l’effetto combinato della downforce (carico aerodinamico) e della maggiore superficie di pneumatico a contatto con l’asfalto, caratteristiche che favoriscono la monoposto anche in fase di frenata. 
E l’accelerazione? Da zero a 100 km/h i due veicoli grosso modo si equivalgono perché al miglior rapporto peso/potenza della moto la monoposto contrappone una ottima trazione mentre la moto tende ad impennarsi, perdendo così parte della spinta in avanti. I 100 Km/h vengono raggiunti in un tempo inferiore ai 3 secondi. 
Non avendo più problemi di impennamento la moto prevarrà nella fase di accelerazione tra i 100 ed i 200 km/h; il tempo impiegato per raggiungere questa velocità è dell’ordine dei 5 secondi. Per arrivare poi ai 300 km/h, a veicoli ormai lanciati, la maggiore potenza favorisce la monoposto. E siamo nell’ordine dei 10/11 secondi. Oltre i 300 km/h la vettura ha bisogno di lunghi rettilinei per andare ancor più veloce mentre la moto ha ancora margini di accelerazione.

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