venerdì, Luglio 26, 2024

GP MELBOURNE – ANALISI GARA: Honda sorprende, è il telaio il punto debole della RedBull RB15

Il primo fine settimana della stagione 2019 di Formula 1 è stato dominato dalla Mercedes che ha monopolizzato la prima fila nelle qualifiche ed ha portato a casa anche la prima doppietta stagionale con Bottas; il pilota finlandese oltre ad aggiudicarsi la corsa ha anche ottenuto il giro più veloce che gli ha permesso di ottenere un punto aggiuntivo.

Il momento chiave della gara è stata senza dubbio la partenza dove, Bottas, scattato dalla seconda posizione è riuscito a scavalcare il compagno di squadra Lewis Hamilton. Il pilota inglese ha avuto un buono start al via ma successivamente, nel passaggio tra la prima e la seconda marcia, ha avuto un pattinamento delle posteriori che ha permesso a Bottas di scavalcarlo piuttosto agevolmente alla staccata della prima curva.

Dietro ai due Mercedes c’è stata un ottima partenza delle due Ferrari con Leclerc che tirando la staccata ha cercato di prendere la posizione su Verstappen e Vettel; il pilota tedesco non ha però lasciato spazio all’esterno con i due che sono arrivati al contatto (ala anteriore di Leclerc con la posteriore sinistra di Vettel) come si può vedere molto bene dal video successivo. Ci è mancato poco insomma che la gara di entrambi i piloti finisse alla prima curva.

Nel primo stint Bottas ha fatto letteralmente il vuoto e nemmeno Hamilton è riuscito a tenere il suo passo. Il campione del mondo, come potete osservare dal grafico in basso, ha tenuto il ritmo di Bottas fino al giro 5 poi il gap tra i due ha iniziato ad aumentare.
A fine gara Hamilton si è lamentato di aver guidato per quasi tutta la gara con una W10 molto sovrasterzante e il motivo di ciò è da imputare anche alla rottura sul lato sinistro del fondo in prossimità delle ruote posteriori. Un danno che gli ha provocato una perdita di carico, quindi un posteriore sbilanciato aerodinamicamente. Il pezzo mancate può sembrare un dettaglio poco significativo invece la rottura è avvenuta in una zona molto molto delicata del fondo che permette il corretto funzionamento del diffusore.
Un altro fattore che influito sulla gara di Hamilton è stata la strategia scelta dal muretto anglo-tedesco che coprendo la sosta (troppo?) anticipata di Vettel ha costretto il cinque volte campione del mondo ad una gara di conserva per cercare di non mettere in crisi gli pneumatici sul finire della gara.

Ferrari ha fatto questo pit stop anticipato per difendersi da un possibile undercut della RedBull di Verstappen che seguiva piuttosto da vicino la Rossa numero 5 del pilota tedesco. Ma è stato sottovalutato un fattore fondamentale per la riuscita dell’undercut e cioè il rendimento pessimo delle gomme medie. Fin da subito, osservando gli intertempi di Vettel, si era capito che le medie, seppur nuove, non erano più veloci delle Soft usate. Anzi, Hamilton pur con gomme “vecchie” ha ottenuto dei parziali migliori rispetto a quelli di Vettel. Le gomme Soft, come dimostrano gli stint di Bottas e Verstappen avevano il potenziale per durare oltre i 20 giri e proprio questi due piloti sono riusciti a sfruttarle al massimo fermandosi il giro successivo al primo consistenza innalzamento dei crono sul giro.





Tra i piloti di testa quello che ha effettuato il primo stint più lungo è stato Leclerc che ha “pittato” al giro 28 per montare le gomme Hard. Sosta che, analizzando i tempi, poteva anche essere anticipata di qualche giro anche per via della scelta del compound più duro che non avrebbe creato grossi problemi per terminare la corsa. Nel primo stint Leclerc non è stato particolarmente veloce mentre, nel secondo, fatto con gomme hard è stato molto positivo come potete osservare dal grafico in basso.

Di Mercedes e Ferrari (clicca qui per leggere post sui problemi avuti a Melbourne dalla SF90) abbiamo parlato ampiamente in questi giorni ma qualche riga bisogna anche spenderla per la RedBull che ha vissuto un fine settimana molto particolare: opaco con Gasly e positivo con Verstappen.  Il team di Milton Keynes si è presentato in Australia con una piccola modifica all’ala anteriore dove è stata “tagliata” la zona degli endplate per favorire l’outwash del flusso d’aria e migliorare l’efficienza dell’ala.

Verstappen, in gara, è riuscito ad approfittare dei problemi avuti dalla SF90 e sfruttando l’ottima strategia è riuscito anche ad avere la meglio su Vettel sorpassandolo in pista alla staccata di curva 3. Il pilota olandese, liberatosi del pilota tedesco della Rossa, ha cercato di mettere pressione ad Hamilton ma il pilota campione del mondo ha controllato piuttosto agevolmente l’assalto del giovane Max.

Se Verstappen ha regalato il primo podio dell’era ibrida alla Honda le note dolenti arrivano da Gasly che non è riuscito a portare la sua vettura in zona punti. Il giovane pilota francese, complice un errore del Team nelle qualifiche, era uscito durante il Q1 e in gara è riuscito a recuperare fino alla posizione numero 11. Con gomme più fresche rispetto a quelle di Kvyat non è riuscito a prendersi la posizione in pista a dimostrazione che il pilota deve ancora crescere parecchio per cercare di stare nelle posizioni di testa. Quello che ha sorpreso della Red Bull è stata la Power Unit Honda che, rispetto alla precedenti stagioni, sembra aver fatto veramente un passo avanti importante sia in termini di affidabilità ma soprattutto come potenza massima. Per avere la certezza che sia una Power Unit affidabile è giusto aspettare ancora qualche fine settimana mentre sulla questione potenza si vocifera già che il gap tra i nipponici e la Mercedes sia solo di 20 CV. Più deludente invece il telaio RedBull che a detta di Marko è il punto debole attuale del pacchetto. Il motivo andrebbe ricercato nei diversi settaggi disponibili con una Power Unit all’altezza come l’attuale PU Honda. Ricordiamo che RedBull ha corso nelle ultime stagioni con Power Unit molto deficitarie in termini di potenza massima dovendo compensare con compromessi di assetto il lato telaistico. Ora che la RB15 può esser dotata di ali più cariche quindi livelli di carico aerodinamico più consoni alle varie piste, escono dei problemi di tuning sul lato telaistico che il Team anglo austriaco spera di risolvere nel giro di poche settimane.

Dietro ai top team, come si era visto durante le qualifiche, la quarta forza in pista è stata la Haas che è riuscita a concludere la corsa con il sesto posto di Magnussen. Positiva la gara della Renault che dopo essere rimasta fuori dal Q3 con entrambe le vetture durante le qualifiche è riuscita a terminare la corsa al settimo posto a dimostrazione che la nuova R.S 19 sembra essere più competitiva in gara rispetto alle qualifiche. Ottavo posto per Raikkonen con la sua Alfa che ha preceduto un ottimo Stroll e Kvyat che con la Toro Rosso è riuscito a tenere dietro la Red Bull di Gasly.

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3 Commenti

  1. Partendo dall'immagine che avete messo sopra, ls situazione in partenza tra Vettel e Leclerc mi ricorda quelle della passata stagione tra il primo e Raikkonen, che più volte si sono ostscolati tra di loro. Possibile che in Ferrari non si riesca a fare come in Mercedes ed imporre al pilota che segue il compagno di squadra, di buttarsi nel lato dove c'è il pilota del team avversario! Quale super ingegnere/scienziato deve arrivare perché succeda una cosa del genere! È anche più facile per i piloti gestire la partenza, perché non si devono porre il problema di dove andare. Errare è umano, perseverare è diabolico

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