martedì, Maggio 14, 2024

Le ultime parole famose

Il Gran Premio di Montecarlo 2019 sarà ricordato come quello che ci ha fatto fare la pace con questa Formula Uno sonnolenta e prevedibile. Diciamoci la verità…chi avrebbe creduto di vedere uno spettacolo del genere in quel “budello principesco”, dove chi parte dalla pole al 95% ha la vittoria in tasca? Io stesso in “La storia siamo noi” raccontavo come il vero momento che vale la pena vedere sono le qualifiche, in quanto la partenza a Monaco è tutto. Sotto questo aspetto la sessione classificatoria monegasca non ha affatto deluso le aspettative.

Montecarlo sebbene sia noiosa può riservare sorprese e colpi di scena, fatto peraltro avvenuto. Per questo dobbiamo ringraziare i tre top team, i quali nel bene e nel male hanno dato il loro contributo nel mettere a dura prova coronarie e fegato. Infatti per i nostri continui dolori dobbiamo ringraziare laFerrari, rea di una condotta a dir poco incomprensibile che ha contribuito al ritiro di Charles, costretto a partire da Genova tentando l’impossibile per scavalcare i propri avversari. Lungo le stradine di Monaco recuperare posizioni non è cosa da poco, e man mano che si risale la classifica le prestazioni di vetture e piloti aumentano sempre di più. In questa particolare situazione se un pilota corre con la rabbia nelle vene il contatto è spesso inevitabile.

Dopo i diciotto giri di fuoco di Leclerc sono arrivati tanti “paragoni scomodi” che francamente non mi sento di condividere. Se il confronto tra piloti di diverse generazioni è un inutile esercizio, conCharles risulta ancora più evidente visto la giovane età e l’ovvia curva di apprendimento in fase di compimento. Sia chiaro…Il talento e la velocità del ragazzo non si discutono, ma la prima esperienza all’interno di un top team (anche se al momento la Ferrari di top ha solo il nome) è un fattore da tener in conto nel giudizio sul pilota.

La squadra italiana inoltre è palesemente allo sbando, capace di commettere una miriade di errori: non capisco come Mattia Binotto riesca a trovare parole di conforto, sebbene come ho già detto più volte su questa rubrica ci vuole calma. Tagliare teste non serve a nulla, perciò la fiducia nel Team Principal della Rossa resta tale, anche se lui ed il suo staff sono “in debito” di un Gran Premio con il monegasco.

Mi piacerebbe poter spendere qualche parola per Sebastian, ma in realtà il tedesco non mi ha particolarmente colpito, sebbene abbia usato testa ed esperienza agguantando il massimo risultato possibile, ottenuto più per demerito degli altri che per merito della sua FerrariIn questo senso le vere star della competizione (che ci hanno salvato la domenica) sono state Lewis e Max, i quali grazie allo smisurato talento a disposizione hanno lottato come non vedevamo da tempo. Entrambi avevano le loro motivazioni, problemi da gestire, classe da vendere a ogni curva del tracciato…da sfoggiare e ostentare.

Hamilton negli ultimi giri avrebbe potuto tranquillamente lasciar passare Verstappen considerando lo stato delle sue gomme, consapevole che l’olandese non poteva guadagnare i cinque secondi necessari per annullare la sua penalità. Eppure Hamilton non lo avrebbe mai fatto…volendo dedicare la vittoria al suo mentore Niki Lauda, il quale a suo tempo lo aveva convinto a scommettere sulla bontà del programma Mercedes.

Purtroppo anche questa volta Ferrari è rimasta a guardare, spettatrice di lusso che forse sta già pensando alla fine di questo campionato. Binotto predica calma e purtroppo non possiamo fare altro che ascoltarlo, perché una “versione B” della SF90 da molti auspicata (ammesso che sia in cantiere) non è ancora pronta. In Formula Uno non esiste la magia ma solo il duro lavoro, pianificato nel tempo con le persone corrette. Ecco perché bisogna rinforzare e non licenziare.

Fra due settimane in Canada la Ferrari cercherà (ci risucirà?) di voltare pagina, magari tentando la conquista dell’agognata vittoria che tanto morale farebbe, augurandoci che lo spettacolo offerto da un circuito “vecchio stampo” come Monaco si ripeta anche a Montreal, che di storia ne ha da vendere eccome.


Autore: Vito Quaranta – @quaranta_vito 

Foto: Ferrari – Alessandro Arcari – @BerrageizF1

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