domenica, Dicembre 1, 2024

Jenson cuor di leone

Questa domenica si correrà il Gran Premio del Canada: un altro circuito storico che è diventato un appuntamento fisso nell’inaugurare il mese di giugno.
La pista, intitolata alla memoria del compianto Gilles Villeneuve, ha un layout unico nel suo genere dove vengono messi a dura prova sia i freni che i motori termici. Infatti, se la Spagna è terra di aggiornamenti aerodinamici, il Canada viene atteso (in genere) proprio per portare e testare gli aggiornamenti ai propulsori.
 
Il circuito canadese è famoso anche per un’altra peculiarità: il così detto “muro dei campioni”. Si trova proprio all’uscita dell’ultima curva del circuito, all’inizio del rettilineo principale. Deve la sua fama al fatto che sono tanti i campioni (e non) che hanno perso il controllo della vettura, in uscita di curva, e ci si sono schiantati.
 
 
L’appuntamento canadese è famoso anche per detenere il record di più lunga durata per un singolo GP. Correva l’anno 2011, anno in cui le F1 non erano cosi silenziose come ora grazie ai loro potenti motori aspirati, e quella gara sarebbe stata ricordata per un pezzo.
Il protagonista di quel pazzesco GP fu il campione del mondo 2009 Jenson Button che, all’epoca, militava nelle file della McLaren di Hamilton.
Era opinione comune che Jenson sarebbe stato asfaltato (come si dice in gergo motoristico) da Lewis; invece, tutto questo non avvenne. Anzi, Jenson, con la sua classe e il suo stile di guida, ha sempre fatto fare gli straordinari all’attuale penta campione del mondo.
Quello stesso stile di guida che ha permesso all’ex Brown di disputare una delle sue gare più belle di sempre dove, sotto una pioggia torrenziale, successe di tutto. Il GP venne sospeso per oltre un’ora (ed ecco spiegato il motivo del record di durata che per la precisione è di 4h4’39″537 millesimi), a causa dell’inagibilità della pista. Durante la gara tutti, in un modo o nell’altro, subirono incidenti o penalizzazioni come lo stesso Jenson che fu costretto a ripartire ultimo. Nessuno avrebbe scommesso sull’inglese (tanto più che il leader era  Sebastian Vettel sul bagnato e con una Red Bull), ed invece il cuor di leone inglese mostrò al mondo che non era diventato campione del mondo solo perché, nel 2009, aveva la macchina migliore.
 
 
 
Approfittando degli incidenti degli altri, con relative safety car, e della mutevolezza del meteo (capendo prima di tutti quando montare le slick), Jenson mise in atto una rimonta da manuale arrivando a sorpassare il leader del GP e andando a prendersi quella vittoria assolutamente meritata.
 
Se questa storia ci ha insegnato qualcosa è che nulla è scritto e che il GP è finito solo quando sventola la bandiera a scacchi.
Le chances per Ferrari di risorgere in terra canadese non sono alte; purtroppo i rivali teutonici hanno un enorme vantaggio tecnico e, per stessa ammissione della scuderia italiana, il loro ritardo abbraccia un pò tutte le aree della macchina. Nonostante ciò tutto è possibile, in special modo in Canada, e Jenson ce lo ha dimostrato.
Aspettiamo la bandiera a scacchi, quindi, per vedere come finirà.
 
Buon GP del Canada.
 
Vito Quaranta – @quaranta_vito
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