lunedì, Aprile 29, 2024

God save Silverstone

Siamo nella settimana di una delle gare più attese della stagione, quella del GP di Gran Bretagna che si disputa sul fantastico circuito di Silverstone.
Ovviamente il favorito d’obbligo è il padrone di casa Lewis Hamilton che qui detiene ben cinque vittorie e punta ad ottenere la sesta. Ma gli occhi saranno puntati anche sulla Ferrari vincitrice con Sebastian Vettel lo scorso anno dopo una fantastica gara. Team di Maranello che dovrebbe portare delle novità tecniche per migliorare le prestazioni della SF90.

Ma tra gli argomenti del weekend sicuramente ci sarà anche il futuro del tracciato inglese sempre più in bilico e che rischia di perdere il suo posto nel calendario di F1 a favore di un circuito cittadino a Londra.

Un problema economico

Nella F1, così come in tutti gli sport, comanda chi ha più denaro da spendere. E se questo discorso vale per i team lo stesso si può fare per i circuiti che ospitano il mondiale. Più volte i tracciati storici, per via delle finanze non ottimali, sono stati costretti a rinunciare ad ospitare il Circus lasciando via libera a nazioni che non hanno nessuna tradizione motoristica ma che dispongono di danaro che arricchisce organizzatori e, di conseguenza, i team.

Ad esempio, il prossimo anno, per una Spagna destinata ad uscire dal calendario (anche se i responsabili del circuito di Barcellona stanno provando di tutto per scongiurare questa eventualità) è pronta ad entrare il Vietnam con un circuito cittadino senz’anima.

A Silverstone c’è lo stesso problema: il budget rimasto nelle casse inglesi è veramente risicato e per questo gli organizzatori, con Liberty Media, stanno provando ad abbassare le cifre dell’attuale contratto che vede la British Racing Driver’s Club (BRCD, i proprietari del circuito, nda) versare 26 milioni di sterline (30 milioni di Euro) per avere il Gp di Gran Bretagna sulla proprio pista.

La scarsa disponibilità economica ha portato a fare un lavoro di riasfaltatura al risparmio nel gennaio del 2018, con un conseguente pessimo risultato. Già durante il weekend di F1 dello scorso anno, infatti, parecchi piloti si sono lamentati del nuovo nastro di bitume. Tra questi Lewis Hamilton molto critico dei fastidiosi “bump” del manto che non erano stati eliminati.
Ma il fatto di aver avuto un weekend più unico che raro in Inghilterra con tre giorni di sole e caldo ad oltre trenta gradi aveva nascosto il vero difetto dell’asfalto, che è venuto a galla (è proprio il caso di dirlo) quando a correrci è stata la MotoGP. L’ente che gestisce il Motomondiale è stato costretto a cancellare tutte le gare perché l’asfalto non era in grado di drenare l’acqua dopo che già al sabato si era visto che le moto soffrivano di aquaplaning anche in rettilineo, con Rabat che è uscito malconcio dopo una rovinosa caduta che ha portato a più miti consigli gli organizzatori e la DORNA per la domenica.

Impressionati le immagini della Safety Car che più volte ha rischiato di andare in testacoda nonostante la bassa velocità per via della troppa acqua sul circuito. Stesso destino in ottobre ha avuto una gara di F3 Inglese, cancellata anch’essa per troppa aquaplaning: di fatto era impossibile correre sotto la pioggia perché il circuito non risultava sicuro. Ed ecco che, per ovviare a ciò, i responsabili della pista sono stati costretti ad intervenire nuovamente per posare un nuovo asfalto (questa volta affidandosi ad un’altra ditta) che si spera possa non dare i problemi precedenti.

In questo contesto confusionario si è inserita Londra che spera in un futuro non lontano di portare le gare di F1 nelle strade della capitale inglese dopo un tentativo fallito di organizzare un GP per il 2012. Positiva, invece, fu l’esperienza del Road Show organizzato nel 2017 durante la settimana del GP di Gran Bretagna che ebbe un’ottima risposta del pubblico.

Alonso e Vettel nel duello di Silverstone 2014

La F1 deve mantenere le sue radici

Oltre a quelli economici, Silverstone non soffre di alcun problema: il circuito è ultrasicuro e le gare sono sempre interessanti e mai banali/noiose, anche grazie alla configurazione del tracciato che favorisce particolarmente i duelli tra i piloti, con la possibilità di superarsi e contro-superarsi nelle varie curve (sopprattutto tra Brooklands e Luffield). Pensate, ad esempio, allo splendido duello tra Vettel e Alonso avvenuto nel 2014.

Il circuito in sé poi è molto tecnico e veloce, con la sezione delle Maggots – Becketts che è semplicemente fantastica ed è tra le preferite di piloti e appassionati, nonostante le continue modifiche che gli hanno fatto perdere la vera anima visto che rispetto alla prime versioni nemmeno più il rettilineo di partenza è nello stesso posto.

Comunque a Silverstone si respira ugualmente la storia: infatti qui che si è disputata la prima gara della F1, il 13 marzo 1950, vinta da Nino Farina su Alfa Romeo. Qui anche la prima storica vittoria della Ferrari nella massima categoria, con Gonzales. Nel 1951.
Particolare anche il successo di Fernando Alonso nel 2011 con la Scuderia di Maranello ad esattamente 60 anni dalla prima vittoria Rossa. Ma anche i trionfi di Nigel Mansell prima e di Hamilton ora, veri propri beniamini del pubblico Inglese, sono ricchi di emozioni.

Silverstone è pregna di questi aneddoti e di queste storie perché è sempre stata in F1, anche se non sempre ufficialmente perché dagli anni ’60 sino al 1986 si faceva alternanza con Brands Hatch, con quest’ultima che ospitava il Gp d’Inghilterra negli anni pari. Chi non aveva la gara in quell’anno ospitava la Race of Champions dove comunque vi partecipavano tutti i top team.

Perché la F1 deve rinunciare a questo circuito storico, spettacolare ma allo stesso tempo sicuro dove le gare sono sempre belle a favore dell’ennesimo circuito cittadino anonimo dove i sorpassi sono impossibili? Perché distruggere la storia così? È come se si decidesse di spostare il torneo di Wimbledon a Liverpool con i campi che diventerebbero di cemento o dando la possibilità ai protagonisti di giocare con la maglietta di colore diverso dal canonico bianco. Che senso avrebbe tutto ciò?
Il Motorsport non dovrebbe perdere le sue radici che a Silverstone (come a Monza) sono ben piantate. Di fatto la F1 è nata e cresciuta in questo posto che continua comunque a regalare emozioni indescrivibile sia a chi guida le vetture sia a chi guarda le gare.

Già la F1 di oggi si è persa tra i meandri di un regolamento sportivo che impedisce, di fatto, di vedere delle battaglie dure tra piloti, portandoli quasi a rinunciare ad attaccare; se poi ci metti il “carico da 90” abbandonando piste storiche e spettacolari per andare a correre in circuiti senz’anima dove è impossibile superare, allora si vuole uccidere del tutto l’anima di questo sport.

Ci pensassero bene quelli di Liberty Media prima di far fuori Silverstone per Londra, potrebbe essere una scelta mortifera per la Formula Uno. Al momento non ci resta che pregare: God Save Silverstone. Dio salvi Silverstone…

Autore: Mattia Maestri – @mattiamaestri46
Foto: Silverstone – @SilverstoneUK

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