#Esseremasochisti

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#Esseremasochisti 

C*glioni. “Sgeni” (Copyright di Alonso). Folli. Stupidi. Idioti. Imbarazzanti. Ridicoli. Fuori di testa. Teste di Ca**o (Copyright di @Berrageiz). E così via con sostantivi affini per una lenzuolata di inchiostro (o fiumi di parole sui social) che non cambierebbe la sostanza dello spettacolo miserrimo, ma sportivamente ed agonisticamente bellissimo, di due piloti che, purtroppo, regalano ZERO punti alla loro squadra. Alla Scuderia motoristica più conosciuta del globo terracqueo.

Tra l’altro, non che sino a quel momento avessero fatto sfracelli (se non, appunto, fra di loro con l’atto di colpevole autolesionismo onanistico), nonostante le premesse strombazzate (da rivali e stampa assortita e, ahimè, diretti interessati) di una super Rossa. La Ferrari, cosa abbastanza triste, in Brasile è stata terza forza. E questo, al di là di tutto il resto, è davvero l’elemento più amaro da digerire. Una cosa è certa. Noi ferraristi (io per primo) siamo masochisti e, diciamocela tutta, ci piace soffrire. Amiamo soffrire. Se non soffrissimo non saremmo ferraristi. E’ evidente. Ecco: guardiamoci allo specchio e diciamocelo… quanto mi piace stare male…

Franchezza signori! Nessuna ipocrisia, per favore!

Ci sbattiamo per una squadra che ha quasi nelle vene, viscere e midollo, il senso della sconfitta. Non quello della vittoria. Il senso dell’incombenza nefasta, del fato malevolo.  Che ti fa dire che, se in 9 occasioni su 10 un contatto può farti uscire illeso, esiste il decimo in cui sfasci la monoposto manco fosse fatta di vetro. E quel decimo contatto deve essere della Ferrari. Di lì non si scappa signori! Ma, poi, ti ricordi che non te la puoi prendere con il fato. E che, dove non è ammessa alcuna debolezza e fragilità, la Ferrari è fatta di un impasto dove la fragilità pare quasi essenziale, basale, strutturale.

Forse, per questo è più amata. Perché più vicina alla nostra imperfezione di esseri umani. Quale emozione può trasmettere un caterpillar mezzo tedesco e mezzo inglese che vince con imbarazzante ripetitività da ben sei anni di fila? Non so… ma, forse, questi sono solo stupidi pensieri per lenire un dolore acerbo e imbarazzante, perché ci sono così tante cose più importanti della Ferrari opaca… e non ti capaciti del perché ci resti male per uno spettacolo in cui sei un semplice spettatore.

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Ma torniamo a questa Ferrari. Ripiombata in un semi-anonimato. In un limbo senza infamia e senza lode. Se il secondo è il primo dei perdenti, il terzo è il secondo dei perdenti, e figuriamoci il quarto. Alla guerra dei poveri, per quel misero quarto posto diventato zero per tutti e due i piloti, ci perdiamo tutti noi. Ma proprio tutti.

Gran Premio del Brasile. Voto: 9.  A parte il disastro Ferrari, gara intensa. Ora… il dilemma è che, se contiamo le gare belle di quest’anno, ne troviamo davvero tante. E di brutte, di converso, assai poche. E mi sorge il dubbio. Non è che avrebbe avuto senso, come hanno tentato di fare Red Bull e Mercedes, non trovando la sponda politica in Ferrari che, al contrario, ha lavorato per se stessa (ed ha fatto bene, sia chiaro) congelare le nuove regole ancora per qualche anno? E’ un dubbio basato sul fatto che, raggiunto più o  meno un certo equilibrio fra i top team,  si riparte da capo. Con l’incubo di un nuovo 2014… E’ un dubbio, perché nessuno ha la sfera di cristallo. E sarà il tempo, come al solito, a dire come stanno davvero le cose.

Mercedes. Voto: 5. Ultima parte del mondiale davvero mediocre. Ma, d’altronde, se hai già in ghiaccio da un pezzo tutti e due i mondiali, è normale che ti “rilassi”o soprattutto, pensi al progetto 2020…

Hamilton. Voto: 5.  Anche lui sembrava in gita. Non che non fosse sul pezzo come al solito. Ma poca cattiveria. Sverniciato alla grande da Max.

Bottas. Voto: sfigato. Motore arrosto. Da sempre qui su FUnoAT parliamo di un problema del propulsore Mercedes con le alte temperature. Peccato che la concorrenza non abbia potuto metterli sotto pressione ad inizio campionato …

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Max Verstappen. Voto: 10 e lode. Fatelo parlare di meno, imbavagliate pure quel gentiluomo di Marko… e poi è perfetto.

Red Bull-Honda. Voto: 10.  Alzi la mano chi, l’anno scorso, avrebbe ipotizzato uno scenario simile in Brasile. Ieri, potenzialmente, si poteva avere un podio tutto con motori nipponici. E se la imbroccano, i giapponesi sono ossi durissimi…

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Fragilità SF90. Voto: Boh! Lo hanno notato in tanti, e magari sarà solo una serie di sfortunate coincidenze. Ma quelle sospensioni e quei cerchioni, dal “misterioso” incidente durante le prove libere pre campionato a Barcellona di Vettel, destano sempre molta preoccupazioni e sembrano sbrindellarsi come se fossero fatte di vetro. A parte gli scherzi e le battute, se c’è qualche problema strutturale, che si diano una mossa. La sicurezza dei piloti, prima di tutto.

Autoscontro fratricida Vettel/Leclerc. Voto: l’uno o l’alto per me pari sono. Concorso di colpa.  A me interessa solo la Ferrari

Mattia Binotto. Voto: due cose non le puoi fare. Continuo a pensare che ci sia bisogno di una figura che decida cosa fare in pista, nella gestione della gara. Un direttore sportivo. O chiamatelo come vi pare. Mattia avrà anche tante qualità, ma non credo possa avere il dono dell’ubiquità, salvo canonizzazione per miracoli certificati dalla Santa Sede.

Albon. Voto: 9. La gioia del podio gliel’ha tolta improvvidamente Hamilton (anche i più grandi sbagliano). Ma resta, la sua, una gara stupenda. 

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Gasly.  Voto: 10. Ripudiato dalla matrigna, si prende un meritato secondo posto con le unghie  e con i denti.

Sainz. Voto: 8. Terzo posto strameritato e McLaren che finalmente torna a livelli più consoni al suo grande blasone.

Alfa Romeo. Voto: 8.  A tenere alto il blasone italico ci hanno pensato loro.

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Come avrete notato, non parlo né di Vettel né di Leclerc. Pilatescamente, faccio come Binotto, in attesa dell’incontro a porte chiuse (ma di cui sapremo presto tutto) in quel di Maranello, con Camilleri.

P.S.: Caro padre mio, quando c’è di mezzo il Cavallino Rampante anche tu, da lassù, puoi fare poco.

Autore: Mariano Froldi@MarianoFroldi

Si ringraziano come sempre @FormulaHumor e la pagina Fb “Le cordiali gufate di Gianfranco Mazzoni”.

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