GP Australia 2020-Anteprima: Mercedes con il dubbio full power, Ferrari ci prova…
Oramai ci siamo. Malgrado la situazione mondiale stia vivendo un momento senza dubbio delicato, il campionato di Formula Uno prende il via. Ancora una volta sarà Melbourne a regalare le prime emozioni ai tifosi, eccitati e impazienti, oramai pronti per il nuovo campionato. I test pre-stagionali hanno lasciato i soliti interrogativi. Dichiarazioni, interviste, battute, grafici e tabelle sciorinate da tutti i media non sono mancati. Esattamente come i dubbi che si scioglieranno solamente durante il fine settimana.
GP Australia 2020-Anteprima: Orari Italiani
GP Australia 2020-Anteprima: Layout
Il tracciato di Albert Park è composto da 16 curve (10 a destra, 6 a sinistra) che si srotolano lungo un percorso di 5,412 km. La pista, ricavata dal collegamento delle strade perimetrali del lago dell’omonimo parco, normalmente adibite alla circolazione ordinaria, prevede un disegno molto caratteristico. Il layout “stop and go” evidenzia due caratteristiche insite nella pista australiana: staccate e accelerazioni. Inoltre, l’asfalto presenta svariati dossi: Nemici numero uno del grip. Queste ondulazioni richiedono un assetto più morbido all’anteriore per favorire le staccate.
Gas a fondo sul rettilineo di partenza (circa 12 secondi) fino alla staccata della prima chicane 1-2 (Jones). Parliamo della decelerazione più grande della pista, con un un valore pari a 5.2G. Percorsa l’altra retta con Drs che precede la delicata frenata di curva 3 (Sport Centre), uno dei punti di sorpasso del circuito australiano, e lasciatoci alle spalle la curva a gomito 4, passando a fondo per curva 5 con una velocità di percorrenza di quasi 250km/h, si giunge al secondo settore. In questo punto il tracciato è caratterizzato da diversi tratti rapidi, tra i quali spicca l’iconico cambio di direzione sinistra-destra (11-12), che immette nella seconda zona DRS della PISTA. In questo punto, la guidabilità della monoposto è fondamentale. L’ultima zona del circuito presenta diverse curve a 90 gradi. La più lenta è la numero 15 (Senna), con una velocità di percorrenza che non supera i 100Km/h. Un buon set up della vettura eviterà “scivolamenti” in questa zona, diminuendo il rischio di degrado gomme.
GP Australia 2020-Anteprima: Aerodinamica e DRS
Albert Park può essere definito un tracciato da medio-alto carico. Il bilanciamento della vettura sarà cruciale: dovrà garantire la giusta spinta verticale nelle parti più lente, e offrire una buona efficienza aerodinamica nelle zone più rapide. A parità di carico, la monoposto in grado di generare una minore resistenza all’avanzamento, godrà di un bel vantaggio in termini prestazionali.
Come detto, la presenza di una doppia zona DRS, sarà un aspetto cruciale per quanto riguarda eventuali sorpassi in gara. Il delta di velocità prodotto dall’ala mobile si attesta attorno ad un valore di 12 km/h dopo il traguardo, mentre, nella retta che unisce curva 12 a curva 13, parliamo di una differenza di 7 km/h circa.
GP Australia 2020-Anteprima: Power unit
Durante il Gran Premio d’Australia, l’importanza del motore endotermico non prevede valori tali da provocare stress eccessivi, recitando comunque un ruolo importante con il pedale premuto a tavoletta per il 74% del giro. Calcolando il rapporto peso potenza scopriamo che 10Cv corrispondono ad un valore di circa 0.25% per giro.
A Melbourne, l’influenza della parte ibrida sulla monoposto si attesta su valori medi. Il recupero dell’energia cinetica e dell’entalpia dei gas di scarico in eccesso, ottenuta tramite il sistema MGU-H, ha un valore pari a 3.292 kj. Sommandoli ai 922 kj ottenuti dall’MGU-K si raggiunge un totale di 4.214 kj per ogni tornata. In termini cronometrici, l’energia prodotta fornisce un vantaggio di circa 2,5 secondi al giro, offrendo 22 chilometri in più nella velocità punta.Principalmente nei punti più lenti del circuito, l’erogazione della potenza sara molto importante, incaricata di scaricare a terra i cavalli provenienti dalla combo endotermico-sistema elettrico.
GP Australia 2020-Anteprima: Carburanti, trasmissione e temperature
Analizzando la conformazione del tracciato australiano, possiamo definire Albert Park come un circuito da medio-alti consumi. Sono necessari, secondo i dati di Magneti Marelli, all’incirca 100KG di carburante (1,81kg per giro) per compiere i 305.355Km, spalmati sui 55 giri previsti. Pertanto, malgrado la gestione della benzina durante l’arco della gara non risulterà critica, andrà monitorata con intelligenza.
Il cambio, durante il Gran Premio d’Australia, risulterà una parte meccanica non troppo sollecitata. L’impegno della trasmissione, dunque, calcolando le circa 41 cambiate da effettuare per ogni giro, si attesta su di un livello medio basso. Un fattore da tenere ben presente sarà il raffreddamento. Le velocità non troppo elevate e la sporcizia della pista semi-cittadina, vanno ad incidere negativamente su questo fattore. Con buona probabilità vedremo cofani motore con sfiati ridimensionati, proprio per cercare di evitare pericolosi surriscaldamenti.
GP Australia 2020-Anteprima: Impianto frenante
Delle otto frenate di Albert Park solamente quattro sono classificate come impegnative, due sono a media difficoltà e altre due sono giudicate light. La più temuta è curva 3, visto chei piloti, beneficiando del sistema DRS, giungono alla staccata con una velocità pari a 320 km/h. La vetture necessitano 110 metri per la frenata impiegando 2 secondi e 12 centesimi, durante i quali si esercita un carico sul pedale di 182 kg, subendo una decelerazione di 5,3G.
Senza dubbio,risulta altresì complicata la prima curva dopo il traguardo, anch’essa posizionata dopo una zona di utilizzo del DRS: la decelerazione è di 5,2G ma la frenata è lunga ben 129 metri e 2,10 secondi. In valori assoluti, invece, la frenata più lunga è quella alla curva 13: 126 metri necessari per scendere da 325 km/h a 126 km/h. Il tutto in 2,31 secondi, grazie ad un carico sul pedale di 205 kg.
GP Australia 2020-Anteprima: Previsioni
All’inizio di una nuova stagione non è mai semplice prevedere con certezza la competitività delle varie scuderie. Senza dubbio Mercedes e Red Bull, malgrado qualche problemino di gioventù riscontrato sulle proprie vetture, hanno dimostrato una grande solidità. Più in “crisi” Ferrari. I tecnici di Brackley hanno migliorato la W10, regalando più stabilità al posteriore.
Grande punto di forza della vettura, stando ai dati in uscita dai test pre-stagionali, continua ad essere la velocità di percorrenza delle curve lente e medio lente, più elevata rispetto alla concorrenza. La passata stagione i propulsori di Brixworth hanno sofferto parecchio le alte temperature. La rastremazione della W11,con un nuovo packaging capace di sfruttare a piena potenza la PU smaltendo correttamente il calore, va comunque tenuto d’occhio. In casa Mercedes, malgrado alcuni segnali non troppo positivi nelle prove invernali di Barcellona, credono di poter utilizzare la massima potenza del motore. Ovviamente, tutto dipenderà dall’analisi dei dati raccolti in pista il venerdì.
Durante le ultime stagioni, la scuderia di Milton Keynes ci ha abituato ad una partenza lenta, soffrendo parecchio nella prima parte del campionato. Quest’anno, le quotazioni della Red Bull sembrerebbero in forte ascesa. Grazie a soluzioni aerodinamiche molto interessanti, la RB16 ha dimostrato un’ottima guidabilità durante i test, avvicinandosi molto alle prestazioni della W11, soprattutto osservando i dati telemetrici nelle curve lente. Se il motore Honda sarà all’altezza della crescita dimostrata durante le prove invernali, sia a livello di potenza che di efficenza, ecco che la sfida al vertice con sua maestà Mercedes potrebbe essere servita.
Anche se Binotto, categorico nelle sue parole durante l’ultima giornata di test, ha definito la vettura “non preparata” per vincere a Melbourne, in molti pensano che i tecnici italiani, memori della passata stagione, abbiamo voluto nascondere appositamente il reale potenziale della vettura. Dando un’occhiata alle prestazioni dell’ultima nata in casa Maranello, il bilancio non è certo stato troppo positivo per gli uomini in rosso. La SF1000, nonostante il salto in avanti rispetto alla SF90, potendo godere di una spinta verticale certamente superiore, non è sembrata ancora al top. La differenza con Mercedes nelle curve lente, secondo le analisi della telemetria, continua ad essere importante. Inoltre, sembra aver perso lo smalto in rettilineo, punto forte della passata stagione. Dalle ultime parole di Mattia però, la voglia di fare bene e stupire c’è. Non ci resta che aspettare…
Autore e foto: Alessandro Arcari – @berrageiz