sabato, Aprile 27, 2024

Abolizione del party mode: nuova linfa al mondiale… ma a quale prezzo?

Abolizione del party mode: nuova linfa al mondiale… ma a quale prezzo?


Il divieto del party mode con l’obbligo di mappatura fissa per qualifiche e gara è la carta, giocata a sorpresa in corso di stagione dalla FIA, che sta animando più discussioni nel paddock sin dal suo annuncio. Una direttiva tecnica uscita appena prima del GP di Spagna, con l’intenzione di farla diventare operativa per SPA ma che, come saprete, è slittata al GP d’Italia, in programma a Monza il WE del 6 settembre. Una proroga di una settimana chiesta da Mercedes e Honda che sostengono di necessitare di prove al banco per evitare che la nuova modalità d’uso provochi danni alle PU

Molteplici sono interpretazioni e implicazioni di questa norma. Hamilton, al solito, non ha avuto peli sulla lingua, affermando, sin dal giovedì di Barcellona, che si tratta di una trovata per rallentare il dominante team Mercedes. Beh, questa è una chiave di lettura possibile e legittima, visto che il monologo tedesco pare non poter essere messo in bilico anzi, nemmeno in discussione, dalla concorrenza. Ma ci sono anche altre interpretazioni possibili, come accennavo. Il precedente dell’accordo segreto fra FIA e Ferrari (targato 2019) sulle irregolarità, proprio riguardanti il motore delle Rosse di Maranello, porta acqua al mulino della riflessione. Probabilmente non ci si discosta troppo dalla nuda realtà a supporre che la federazione si trovi in difficoltà a controllare (e di conseguenza a far rispettare) regole che essa stessa ha stabilito. Le zone grigie del regolamento sono ormai una costante, un crinale scivoloso e ambiguo su cui le squadre da anni tentano di muoversi astutamente e al limite, coniugandole a proprio favore. Spesso sono state proprio tali sottigliezze a fare la differenza, stabilendo supremazie tecniche.

A tutto ciò, si può guardare con lenti molto diverse: partorire un regolamento (inevitabilmente complesso) per poi dover in parte  “rimangiarselo” a stagione in corso, causa incapacità di verifica, non è un bel messaggio. Inutile girarci intorno. Viceversa, questa retromarcia tecnica può anche essere vista come un punto di rottura della FIA di fronte alle zone grigie, costituendo un precedente per cambiare rotta quando si realizza di essere giunti in un territorio dalla natura ormai troppo criptica, in modo da scongiurare furbate elusive che possono rivelarsi decisive. (Ovviamente, il peccato originale resta permettere l’esistenza di queste zone d’ombra, anche a causa di un sistema regolamentare così tanto complesso da attorcigliarsi spesso su se stesso).

Abolizione del party mode
I tecnici Ferrari al lavoro sulla SF1000

Certo è che i motoristi si sono trovati davanti ad una sfida inattesa e dalle implicazioni interessanti: si passa dalla ricerca di un picco di performance e da mappature dedicate a molteplici scenari, alla ricerca di un compromesso fra prestazioni, affidabilità e consumo. Un punto d’equilibrio da bilancino, variabile da circuito a circuito, ovviamente. Non sappiamo quanto ciò andrà realmente ad incidere sugli equilibri visti sinora: probabile che impatti più sul midfield, sin qui piuttosto compatto. Plausibile è ipotizzare che Mercedes (finora davanti con merito, non essendole stata contestata alcuna irregolarità, vale sempre la pena sottolinearlo), perda qualcosa del suo (abissale) vantaggio in qualifica, ma che con una PU così potente, possa permettersi una mappatura di compromesso comunque superiore in “spinta media” alla concorrenza, visto il livello di partenza. Interessante sarà vedere se Red Bull con Honda soffrirà o ben sposerà questo nuovo, calibratissimo, equilibrio di drastica riduzione degli engine mode. E Ferrari

Sicuramente, da quanto si è visto sin qui, è razionale supporre che sarà la squadra a patire meno la rinuncia ai picchi di prestazione del motore. In una stagione sin qui di sofferenza estrema, questa direttiva tecnica potrebbe andare a limare (non so di quanto, visti i problemi di drag e di progetto complessivo della SF1000) qualche spina più acuminata che trafigge ai fianchi la scuderia italiana. Insomma: c’è nuova linfa d’interesse per questo mondiale, su perché e come vi si sia arrivati, mi rimetto al personale sguardo d’insieme d’ogni singolo lettore. Mi permetto però, infine, di osservare come allo spirito sportivo lasci sempre un retrogusto amaro, indipendentemente dalla ragione, il cambio di regole in corsa. Chiunque ami la F1 in questi anni ha visto, come sia nelle interpretazioni in pista, che nelle norme tecniche, spesso manchi stabilità. Parola che, non a caso, fa rima con credibilità. 


Autore: Elisa Rubertelli – @Nerys_

Foto: Ferrari – Formula Uno

Elisa Rubertelli
Elisa Rubertelli
Le parole creano universi e io ci vivo immersa, in precario equilibrio sul filo del tempo. Il mio ossigeno è di carta. Bookblogger, SMM Festival del giornalismo Culturale, Ayrton Senna Sempre, in love with F1 since 1984, Radio addicted, tennis lover.

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1 commento

  1. Non è il primo anno che si cambiano le regole a stagione in corso, solo che questa volta impattano più sulla Mercedes e allora si storce il naso. Non sarei tanto sicuro che la Mercedes possa trovare una mappatura di compromesso se l’extraboost gli deriva dall’olio bruciato al sabato, che di domenica serve per finire la gara

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