sabato, Ottobre 12, 2024

Dopo Abu Dhabi è nato un nuovo Hamilton?

F1. Dopo le presentazioni delle nuove vetture da parte di tutte le scuderie, ad eccezione dell’Alfa Romeo che si è limitata ad uno shake down sulla pista di Fiorano con la C42 in versione camouflage, domani prenderà il via la prima sessione di test invernali presso il Circuit de Barcelona-Catalunya. Si avrà quindi un primo assaggio della nuova generazione di monoposto caratterizzate dalla rivoluzione aerodinamica in ossequio del nuovo regolamento tecnico introdotto dalla FIA sotto indicazione di Liberty Media.

L’annata di F1 che prenderà il via in Bahrain il prossimo 20 marzo non sarà di grande interesse solamente dal punto di vista tecnico ma anche per quanto concerne il livello di competitività dei piloti. Si oscillerà tra chi vuole definitivamente consacrarsi e chi punta a mantenere un livello di guida eccelso. Ai margini della presentazione della nuova Mercedes W13 E Performance, Lewis Hamilton ha fatto capire come quest’anno sia più affamato che mai, tracciando un bilancio dopo le ultime quattro gare della scorsa stagione.

Complice anche il nuovo motore endotermico montato sulla sua vettura in seguito alla squalifica dalle qualifiche del venerdì nel GP Brasile, il sette volte campione del mondo è stato protagonista di un finale di annata straordinario. A San Paolo ha rimontato da ultimo a quinto nella F1 Sprint Qualifying e da decimo, dopo la penalità di cinque posizioni per la sostituzione dell’ICE, a primo nella gara domenicale.

In Qatar e Arabia Saudita ha colto sia la pole position che la vittoria. Ad Abu Dhabi stava andando verso il successo di tappa ed iridato ma il concitato e avverso finale con l’ingresso della Safety Car, l’errata procedura di sdoppiamento operata dall’ormai ex direttore di gara Michael Masi e la reattività della Red Bull con la strategia e Max Verstappen, gli hanno tarpato le ali verso l’ottavo titolo.

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Stagione 2021: Lewis Hamilton (Mercedes) e Max Verstappen (Red Bull) si complimentano per le rispettive performance.

Va detto che Hamilton meritava di vincere a Yas Marina, ma anche che Verstappen ha meritato complessivamente di accaparrarsi il titolo iridato. La differenza tra i due piloti l’hanno fatta gli errori commessi. L’olandese ha sbagliato solo nelle qualifiche di Jeddah, errore che gli è costato la pole position, mentre Hamilton ha commesso ingenuità non da pluri-iridato come a Imola, Baku e Sochi.

In Emilia Romagna ha cercato di doppiare Russell con gomme slick fredde sul lato bagnato della pista, finendo nella via di fuga in ghiaia. Nel tentativo di uscirne ha rotto l’ala anteriore e poi ha eseguito una retromarcia in pista abbastanza discutibile. La bandiera rossa lo ha salvato e alla fine ha concluso secondo. In Azerbaijan, successivamente alla seconda red flag, ha completamento mancato il punto di frenata (a causa di un tocco inavvertito del pulsante “magic”) mentre era affianco a Perez finendo la gara in ultima piazza e gettando alle ortiche una probabile vittoria. Nelle qualifiche in Russia è andato prima a sbattere nell’ingresso della pit lane e successivamente è finito in testacoda nel giro lanciato.

Gli errori commessi da Hamilton nel 2021 ricordano quelli nei quali è incappato lui stesso nel 2016. Alcuni, tra appassionati e addetti ai lavori, attribuiscono alla rottura del motore in Malesia il mancato trionfo iridato del britannico quell’anno a vantaggio di Nico Rosberg. Nell’arco di quella stagione Lewis sbagliò svariate partenze che gli costarono molto di più della rottura del propulsore turbo-ibrido occorsa a Sepang: Australia, Bahrain, Italia e Giappone furono GP caratterizzati da start pessimi. I problemi tecnici che lo attanagliarono quell’anno sono i medesimi che subì Rosberg nel biennio precedente, quindi nel complesso fortuna e sfortuna si sono bilanciate. 

Comunque sia, dal 2017 si è vista una nuova versione di Lewis: più concentrato, consistente, ragioniere ed efficiente nell’arco della stagione. Quell’anno colse il suo quarto titolo battendo la concorrenza del binomio Sebastian VettelFerrari. Va comunque precisato che l’inglese fu sì perfetto, ma da Singapore in poi prese il largo grazie anche ai problemi tecnici che colpirono la SF70 della Scuderia di Maranello. Il duello iridato tra i due tetra campioni del mondo e le rispettive compagini si ripropose l’anno seguente.

Nel 2018 Hamilton raggiunse un livello di guida fenomenale sotto ogni punto di vista, con una crescita costante ad ogni gran premio. Quell’anno la Rossa ebbe le sue occasioni per cogliere più successi o piazzamenti migliori della Mercedes, ma sul piatto della bilancia pensarono soprattutto gli errori commessi da Vettel in Azerbaijan, Francia, Austria (qualifiche), Germania, Italia e Giappone. La SF71H fu una monoposto molto competitiva (a inizio stagione anche più della Mercedes), ma da Sochi in poi lo sviluppo tecnico della W09 EQ Power consentì alla monoposto tedesca di sopravanzare la rivale italiana.

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Lewis Hamilton e George Russell (Mercedes AMG F1) alla presentazione della W13

Il livello di guida raggiunto da Hamilton nel biennio successivo alla sconfitta iridata dal 2016, potrebbe ripresentarsi anche in vista della stagione di F1 2022. Lewis è andato “in letargo” in inverno dal punto di vista comunicativo, ma alla presentazione della nuova Mercedes F1 è apparso molto determinato. La fame agonistica nel centrare l’ottavo titolo in carriera è più viva che mai, soprattutto per come l’alloro è sfumato nella passata stagione. Tuttavia, a differenza del 2017, vi sono molte più variabili da tenere in considerazione. 

Oltre alla rivoluzione aerodinamica delle monoposto che potrebbe variare gli equilibri e le forze in pista, una nuova generazione di piloti si sta ritagliando uno spazio sempre più ampio in F1. George Russell sarà il compagno di squadra del sette volte campione del mondo. Carlos Sainz e Charles Leclerc hanno il potenziale per stare ai vertici, anche se questo dipenderà da quanto sarà competitiva la nuova Rossa. Lando Norris è in costante crescita, così come Pierre Gasly. Max Verstappen è il campione del mondo in carica e correrà con meno pressione d’ora in poi. Senza dimenticarsi di Daniel Ricciardo, Sebastian Vettel e Fernando Alonso. Driver di “vecchia scuola” che rivendicano un posto al sole.

Adesso toccherà a Lewis trasformare in fatti le parole espresse alla presentazione della nuova W13. Frasi che sono suonate come un preludio ad una nuova versione più cinica del campione britannico. Ma anche come un monito per far intendere che nei ruota a ruota non sarà più lui ad alzare il piede per evitare il contatto. Tutto questo aggiunge ancora più pepe a una stagione che si preannuncia molto movimentata. Domani inizieranno i test e finalmente il cronometro darà le prime risposte.

F1-Autore: Dennis Ciracì@dennycira

Foto: Mercedes

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