lunedì, Maggio 13, 2024

Gp Jeddah 2022/Analisi prestazionale: RB18 molto scarica. Degrado elevato sulla Soft, Verstappen “salvato” dalla Hard

F1. Grande la sfida sotto le luci di Jeddah. Una lotta sul filo del rasoio dove occorreva utilizzare molta intelligenza. Per la seconda gara stagionale è Max Verstappen a trionfare. L’olandese recupera in classifica dopo lo zero del Bahrain. Una gara insipida per le due Mercedes che con Russell conclude alle spalle dei due team di testa. Passiamo subito all’analisi strategica del Gran Premio saudita. 

Al via quasi tutti sulla Media. Una mescola con una struttura più rigida della Soft, capace di fornire un feeling diverso ai piloti. Fattore, quello della fiducia, che è fondamentale su questo tracciato. Dal fondo, con Hamilton gli ingegneri Mercedes hanno deciso di provare la carta Hard. Una scelta che dovevano fare per tentare di recuperare il brutto risultato di ieri. Durante i primi giri il britannico si è lamentato di non avere grip sul compound a banda bianca. Ovviamente un problema legato alla temperatura della carcassa, che fa fatica ad arrivare nella corretta finestra. 

Davanti Perez ha imposto il suo ritmo, cercando di creare un gap su Leclerc in vista del primo stop. Su questo tracciato l’undercut è meno potente rispetto a Sakhir, per il minor stress che viene imposto agli pneumatici. Ecco perchè fermarsi prima rispetto al proprio competitor non era necessariamente un grosso vantaggio. Entrambi i piloti Red Bull si sono lamentati di un eccessivo degrado sulle mescole anteriori. Una caratteristica che avevamo già notato in Bahrain. In questo caso non ha favorito il setup più scarico, complicando la gestione delle mescole. 

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grafico relativo ai lap time del primo stint Jeddah

Dai dati emerge che nel primo stint è stato Perez ad essere il più rapido, potendo godere di aria pulita. A due decimi di distacco Leclerc, il quale dalla sua ha avuto la gestione delle mescole. Non lontani Verstappen e Sainz

Al giro 16 il muretto italiano ha sapientemente attirato la Red Bull di Perez al pit stop. Hanno parlato in radio di tentare l’undercut. Questo messaggio ha spinto gli ingegneri Red Bull a fermare il proprio pilota in testa alla gara. Erano già in difficoltà con le mescole e non volevano assolutamente concedere alla Ferrari (leggi qui l’analisi on board) il tentativo di undercut. Tuttavia, quando la finestra di pit stop di fatto non era ancora aperta, il messicano si è pure trovato un George Russell non appena uscito dalla corsia box.

Inoltre, come detto in precedenza, attivare la gomma bianca è molto difficile nell’out-lap. Leclerc avrebbe potuto allungare il suo stint facendo l’opposto di Perez. Il monegasco aveva ancora del grip da spendere e, quindi, potenza teoricamente spingere ancora per poi tentare il sorpasso con la strategia. L’undercut di una gomma Hard contro una Soft usata con molta probabilità non sarebbe stato abbastanza potente.

Detto questo, la fortuna ha assistito il muretto di Maranello. Durante il giro d’uscita di Perez, infatti, Latifi è andato a muro provocando l’entrata della Safety Car. Servito su di un piatto d’argento, Leclerc è rientrato ai box per il suo pit stop. Anche per lui una Hard nuova che ha potuto attivare durante il regime di doppia bandiera gialla.

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il pit stop del monegasco Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) durante il regime di Safety Car

Anche Verstappen e Sainz hanno goduto del vantaggio dato dalla vettura di sicurezza per passare alla gomma Hard. Prima dello stop è stato chiesto ai piloti Ferrari se dovessero aggiustare l’incidenza del flap anteriore. Tuttavia nessuno dei due ha richiesto cambiamenti, segno dell’ottimo bilanciamento della F1-75 anche con il pieno carico di benzina. Prima dei pit stop sui due ferraristi le strategie erano differenti. Plan A per Leclerc, Plan B per Sainz. L’inaspettata Safety Car, quindi, ha determinato un cambio di programma improvviso.

Durante il secondo stint sulla Hard, Ferrari e Red Bull hanno avuto un lap-time molto simile. Leclerc non è riuscito a creare un gap su Verstappen, con l’olandese che si è tenuto appena sopra il secondo di distacco per molti giri per poi attaccare nell’ultima fase di gara. D’altronde si sapeva che in Red Bull hanno puntato molto sulla velocità, tralasciando appunto la gestione delle gomme. Detto ciò sono stati “salvati” dalle mescole più dure e da un degrado meno severo in gara.

Le uniche problematiche sofferte si sono verificate nel primo stint con il pieno di carburante. Mentre nei giri finali Max si è tenuto più gomma per tentare l’attacco. Due set-up differenti tra le due vetture vetture che alla fine ha pagato regalando un’arma decisa per all’olandese. Più in difficoltà Perez che si è lamentato di aver poca trazione e di soffrire di instabilità alle alte velocità. 

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grafico relativo ai lap time del secondo stint a Jeddah

A conferma di quanto detto in precedenza, i due contendenti per la vittoria hanno avuto lo stesso identico passo. Circa 2/3 decimi al giro rifilati ai rispettivi compagni di squadra. Passando a Mercedes la situazione sembra migliorare in gara sulla lunga distanza. I due piloti delle frecce d’argento sono arrivati dietro ai team di testa.

I problemi di pompaggio continuano (leggi qui la disamina tecnica), ma stranamente non vengono accentuati con il pieno di carburante. Ricordiamo che l’asfalto più liscio ha reso possibile l’utilizzo di elementi sospensivi maggiormente rigidi e, di conseguenza, mantenere più stabile la piattaforma aerodinamica.

Peccato per Hamilton che non ha potuto sfruttare la seconda Virtual Safety Car. La decisione è stata presa troppo tardi e Lewis aveva già passato il traguardo. La pit lane, infatti, è stata chiusa sino alla ripartenza della gara costringendo il britannico a rientrare in una normale fase di gara. Da segnalare la difficoltà nei pit stop degli uomini Mercedes. Tra il Bahrain e Jeddah tempi molto alti…


F1-Autore: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich – Alessandro Arcari – @berrageiz

Foto: Scuderia Ferrari

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2 Commenti

  1. Buongiorno! Quello che non capisco è che all’inizio del stint con hard Leclerc è riuscito a resistere a Verstappen dopo la safety car e a tenerlo a 1.5/2 sec, invece dopo l’ultima vsc Verstappen, aiutato anche da quest’ultima , si è subito incollato a Leclerc e il ferrarista non è più riuscito a distanziarlo. Si è parlato che la Ferrari ci ha messo un po’ a mettere in temperatura le gomme, però all’inizio del stint con hard dopo safety car, Leclerc aveva reagito subito e aveva sempre le gomme fredde. Forse perché Verstappen dopo la safety car ha cercato di preservare le gomme? Grazie

    • Ti rispondo avendo seguito gli on board di Verstappen. Durante SC Lambiase, l’ingegnere della RB18 n°1, ha imposto uno stringente tyre management e il contestuale controllo delle temperature dei freni. Per due giri Max ha frenato più morbido tenendosi leggermente più lontano da Charles. A quel punto Lambiase ha detto che l’operazione di gestione era perfettamente riuscita complimentandosi col pilota. Secondo me la vittoria dell’olandese nasce proprio in questa fase.

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