martedì, Dicembre 10, 2024

Gp Jeddah 2022: nella tempesta tecnica Mercedes ha perso la bussola

F1. 6 e 16: ambo secco sulla ruota di Jeddah. Magari in Mercedes affrontano con ironia il momento difficile. Anche se, a giudicare dalle facce e dal tono delle dichiarazioni post qualifiche, le suddette posizioni in griglia sono state una doccia freddissima in una congiuntura in cui i venti freddi già imperversano furiosi.

Il GP d’Arabia Saudita doveva rappresentare un piccolo step in avanti nella comprensione e nella risoluzione dei problemi della W13. Invece, almeno del turno di qualificazione, abbiamo assistito ad un passo indietro in termini di performance, ad un delta cronometrico dalla vetta accresciutosi rispetto a Sakhir e ad un incrementato ritardo nelle posizioni sotto ai semafori. Un mezzo disastro insomma.

Se la sesta piazza di George Russell, sforzandoci di essere ottimisti, può essere in linea con la fase che il team campione del mondo sta vivendo, è la sedicesima posizione di Lewis Hamilton a destare scalpore. La W13 n°44 non ha funzionato. A guardare gli on board delle qualifiche (consultabili qui) si può osservare una vettura che non ha reazioni particolarmente negative e tali da produrre un ritardo del genere. E invece il cronometro, giudice impietoso ed imparziale, ha decretato che la monoposto non ha funzionato. Era semplicemente lenta ed inefficace.

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Lewis Hamilton alle prese con una problematica Mercedes W13 nelle qualifiche del Gp di Arabia Saudita

Negli audio tra la macchina e il muretto serpeggiava un senso di incredulità. Lewis, durante i suoi assalti in Q1, continuava a chiedere conto dei distacchi da Russell che, nel T1, si aggiravano costantemente sul mezzo secondo. Un gap che il pilota di Stevenage non capiva da dove nascesse. E che non ha saputo recuperare. Una sensazione di generale straniamento confermata nelle conferenza post sessione. A seguire vi riportiamo le parole di Lewis Hamilton raccolte da Beatrice Zamuner, la nostra inviata a Jeddah.

Ho lottato col bilanciamento della macchina. Non siamo dove vorremmo essere. L’auto era buona nelle sessioni di libere. Non ho capito cosa sia successo nelle qualifiche, era difficile da guidare, molto più difficile di prima. Motore? E’ complicato dire se i nostri problemi possano dipendere dalla power unit. Non sappiamo quanto il nostro deficit nei tratti veloci dipenda dal drag generato dalla vettura e quanto dalla potenza. Non so cosa sia successo di preciso, speriamo di capirlo“.

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Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team

Quella del propulsore è una questione che sta iniziando a destare preoccupazioni a Brixworth. I motorizzati Mercedes se la passano male: i dati velocistici sono eloquenti e pessimi al di là dei layout aerodinamici delle vetture che in grembo ospitano i V6 anglo-tedeschi. I tecnici della Stella, che fino a dicembre scorso presentavano la power unit più potente del lotto, potrebbero aver accusato il colpo del cambio regolamentare sui carburanti che ora contengono una decima parte di etanolo. La questione è se sarà possibile rientrare nei binari in un contesto di congelamento normativo. Basterà lavorare con le miscele per sbloccare il potenziale? Difficile dirlo.

Ritornando alle parole di Hamilton ecco come ha risposto sulle prospettive e sulle aspettative di una gara che si annuncia una montagna da scalare: “Mi sono scusato con i ragazzi perché tutti stanno lavorando duro cercando di essere positivi per capire cosa stia succedendo e perché le altre macchine siano più veloci della nostra. In ottica gara siamo in difficoltà perché soffriamo sui rettilinei. La vettura è stata inguidabile, era molto instabile dopo che abbiamo fatto dei cambiamenti di assetto. Non so come sarà durante il GP. Sarà lunga“.

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Lewis Hamilton (Mercedes AMG F1)

Per il GP? Cercherò di dare il massimo anche se l’auto è sembrata inguidabile. Perdevo il posteriore, questo è stato il problema. Lottavo nelle curve e avevo poca velocità nei tratti ad alta velocità. Cerchiamo di imparare da questi problemi per recuperare terreno. Credo che sarà utile partire dalla pit lane per fare delle modifiche di assetto“.

A proposito di setup, a Lewis viene domandato se ci fossero differenze tra le due Frecce d’Argento: “Non so se George aveva un assetto diverso dal mio, non so che lavoro abbia svolto. Dobbiamo sicuramente fare qualche aggiustamento al retrotreno. In mattinata la macchina era buona, nelle qualifiche perdevo il posteriore. Se sarà la gara più difficile di sempre? Non lo so, faremo dei cambiamenti di setup che mi faranno scattare dalla pit lane. Dobbiamo migliorare la guidabilità. Tutto può accadere ma devo scusarmi col mio team per le qualifiche pessime“.

Eppure, nonostante le scuse offerte al team anche immediatamente dopo che Peter Bonnington ha comunicato l’eliminazione in Q1, c’è qualcosa che non torna. Vediamo perché.

Riporto il tweet prodotto nella serata di ieri per evidenziare la contraddizione che spiega il momento di confusione generale che i campioni del mondo in carica stanno attraversando. Il team principal viennese ha confermato che sulla W13 n°44 è stato provato qualcosa di diverso. Una scelta in linea con quanto accaduto sabato scorso, in Bahrain, quando, solo in Q3, fu imposto a Russell di testare una diversa modalità di riscaldamento delle gomme nel giro di lancio che produsse effetti non catastrofici come quelli di ieri ma comunque profondamente negativi.

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George Russell, Mercedes W13, test Bahrain 2022

La sensazione è che in una fase in cui c’è poco da fare in attesa che arrivino pezzi nuovi per scatenare il potenziale di questa macchina – ammesso che ce ne sia – i tecnici vadano a tentoni perdendo sovente la via maestra. Ritornando ancora alla gara di Sakhir, non ha avuto un senso logico l’utilizzo delle hard nel secondo stint. Gomme con le quali i piloti hanno lottato perdendo secondi preziosi tanto da doverle sostituire dopo poco tempo per ripassare alle più consone mescole morbide. Confusione su confusione.

Ormai è chiaro che in Mercedes si stiano attendendo le gare europee per provare a dare una svolta ad una stagione iniziata in maniera del tutto imprevista. Forse in questa fase bisognerebbe evitare di incamminarsi verso sentieri sconosciuti e misteriosi cercando invece di lavorare su concetti noti. Perché, in definitiva, è meglio ottenere una doppia qualificazione in Q3 che provare a stratagemmi arditi che portano dritti alle soglie dell’ultima fila. O della partenza dalla pit lane…


F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto:F1TV, Mercedes AMG F1

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