martedì, Maggio 14, 2024

Mercedes: modello operativo in fase di calibrazione

Il cambio concettuale della F1 voluto da Liberty Media ha sortito diversi effetti. Se è riuscito a centrare l’obiettivo di presentare macchine meno sensibili all’aria sporca è un elemento ancora in fase di valutazione. Di certo è mutata la maniera in cui la vettura viene gestita soprattutto a causa di frenate in cui i punti si spinta verticale decrescono più repentinamente rispetto al passato (la dinamica è ben argomentata in questo focus: leggi qui).

I duelli, nell’esito, restano sostanzialmente invariati. Formula DRS era quella di vecchia generazione, Formula DRS è quella attuale. Su questo frangente non sembra che siano stati fatti passi in avanti clamorosi. Tanto che, come affermato da Pat Symonds (leggi per approfondire), nel 2026 si potrebbe arrivare ad un altro massiccio cambio normativo per rendere le vetture ancora più “neutre”.

F1
La fotografia del momento: la Mercedes insegue la Ferrari in pista e sul fronte tecnico

F1: un rimescolamento valoriale

Quel che è evidente è che al momento il gap prestazionale tra chi guida le danze e chi chiude il gruppo è molto ampio. Questo forse il vero buco nell’acqua che può essere chiuso con l’evoluzione della monoposto che – è bene ricordarlo – sono ad una fase di sviluppo primordiale. L’effetto più manifesto prodotto dal corpus regolamentare è sicuramente quello di aver mischiato i valori in campo.

Lassù la Red Bull è stata capace di confermarsi nonostante la lotta serrata del 2021 che ha sottratto risorse ed energie per lo sviluppo della RB18. La Ferrari ha messo in campo una scalata clamorosa che l’ha portata ad essere, ad oggi, il punto di riferimento della serie iridata.

Alfa Romeo si è chiamata fuori dal pantano della bassissima classifica, per non dire di Haas che, dopo anni passati ad ingoiare enormi rospi, ha presentato una vettura di ottimo livello che sta esaltando il driving di Kevin Magnussen che ha sostituito – fortuna tecnica per il team americano – Nikita Mazepin a pochi giorni dall’inizio del mondiale.

La scala mobile di cui sopra è probabilmente figlia delle regole finanziarie incatenanti e soprattutto del balance of performance tecnico che sottrae preziose ore di galleria del vento e di analisi computazionale alle squadre che fanno meglio. Tra queste, chiaramente, chi ha vinto l’ultimo “costruttori”. Cosa che ha determinato in handicap che sta pesando molto. A far rumore è il deciso passo indietro compiuto dalla Mercedes che ora annaspa in una terza piazza che sovra-rappresenta la vera forza del progetto W13 che ha potuto godere di alcune defaillance della Ferrari e della Red Bull.

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George Russell in lotta con Sebastian Vettel durante la Sprint Race

F1 – Mercedes: l’attitudine al cambio

Molti, per spiegare la brusca frenata degli otto volte iridati, hanno alluso all’emorragia di tecnici motoristi che si sono spostati da Brixworth al nascente reparto powertrains di Milton Keynes. Un fatto rimarcato che enfatico trionfalismo da Helmut Marko e minimizzato con ostentata sicurezza da Toto Wolff.

Probabilmente la verità giace nel mezzo. Mercedes mette in conto il contraccolpo di una “fuga” abbastanza massiccia alla quale crede di saper rispondere. Come accaduto in passato quando figure di primissimo livello si sono commiatate o sono passate alla concorrenza. Un modello di rotazione, spesso basato su risorse interne, che ha sempre funzionato e che si ritiene possa funzionare ancora.

Il ricambio del personale è la normale evoluzione di un team e noi, sotto questo aspetto, non facciamo eccezione – ha spiegato il dirigente vienneseRoss Brawn è stato il primo a partire. Poi è toccato a Paddy Lowe (andato in Williams, nda). Nonostante ciò abbiamo vinto comunque sei o sette campionati dopo i loro addii. Nel frattempo abbiamo messo sotto contratto James Allison, anche se ultimamente si è ritirato pure Andy Cowell“.

Mentre questi nomi giungevano al normale termine della loro permanenza in Mercedes, tuttavia, tra le nostre fila stavamo facendo crescere molti giovani tecnici. Gli stessi che nelle ultime stagioni hanno dovuto prendere le decisioni sulla progettazione delle vetture, chiaramente con importanza sempre maggiore“.

F1
Toto Wolff, team principal Mercedes AMG F1

La forza della Mercedes è la Mercedes stessa. Una scuderia – emblematici sono i casi del succitato James Allison ma anche di Aldo Costa che ha fatto le fortune del team – che riesce a creare un contesto operativo in cui figure professionali che altrove hanno incontrato qualche difficoltà possono esprimersi ai massimi livelli creando progetti e monoposto che sono entrate nella storia della F1.

F1 – Mercedes: potere ai giovani

Non ho mai pensato di aver perso qualcuno che ora mi fa pentire di non averlo al mio fianco in squadra. È semplicemente il normale ciclo di ricambio dei membri di un team di F1. Quando cammino nel nostro campus, ciò che mi rende orgoglioso – ed è per me fonte di motivazione – è la presenza di molti giovani molto preparati e desiderosi di non lasciare le cose come sono ora. Penso che non ci possa essere una squadra migliore di quella che ho ora intorno a me. E’ ciò in cui credo davvero“.

Nonostante le difficoltà di avvio 2022, in Mercedes non intendono recedere dalla loro filosofia aziendale. Le problematiche che avviluppano la W13 dipendono da altri elementi, non di certo dalle rotazioni fisiologiche in seno alla squadra. Se i campioni del mondo, che già a Miami dovrebbero presentare le prime novità per risolvere il pompaggio aerodinamico, sapranno uscire dell’impasse tecnico è anche grazie a modalità operative strutturate che devono adeguarsi ai nuovo contesti finanziario e regolamentare. Una sfida che Toto Wolff intende vincere.


F1 – Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: F1, Mercedes AMG F1

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