F1. La cavalcata solitaria di Charles Leclerc durante primi ventisette giri del Gran Premio di Spagna è stata interrotta da un guasto alla power unit sulla numero 16. Contesto che ha vanificando il lavoro svolto dagli uomini di Maranello che, sino a quel momento, aveva davvero rasentato la perfezione.
Lo sviluppo nel comparto aerodinamico relativo alla F1-75 ha garantito un tangibile step che ha riportato la monoposto del Cavallino Rampante al vertice prestazionale in un circuito da sempre considerato rivelatore della bontà di un progetto tecnico (clicca qui per approfondire).
Tuttavia, una delle regole non scritte del motorsport, riguarda un fattore imprescindibile in merito al risultato: l’affidabilità. La velocità, infatti, è fine a sé stessa senza l’elemento appena menzionato. Contesto ampiamente dimostrato in questo primo scorcio stagionale balbettante della Red Bull e dal doloroso ritiro di Leclerc nel bel mezzo di un week-end da sogno.
Il rumore sordo, seguito dalla perdita di potenza sofferta dalla vettura modenese poco dopo la velocissima curva Campsa, ha posto fine alla gara del campione monegasco impegnato in un primo stint di gara impressionante. Una prima indicazione sulla potenziale origine del problema sulla unità turbo-ibrida è stata fornita da uno sconsolato Leclerc, attraverso la comunicazione radio con il suo ingegnere di pista spagnolo Xavi Marcos.
“No…no… What happened… What happened ? I lose power… I think in a turbo explosion…”
Il cedimento è stato improvviso e sebbene la sensoristica non aveva rilevato alcun valore anomalo, come dimostrato dal tempo marcato nel primo settore, il migliore di tutti i piloti, Charles ha dovuto abbandonare anzi tempo la gara. Anche il crono al ventiseiesimo passaggio era stato eccellente, a poco più di due decimi dalla best performance sul giro detenuta da Leclerc sino a quel momento.
Poco dopo il primo pit stop, in relazione all’enorme vantaggio sugli inseguitori, il monegasco non stava affatto mettendo alla frusta la sua auto, praticando lift and coast come su precisa richiesta del muretto.
Per cercare di comprendere il contesto in cui si è verificata la failure è necessario tenere in considerazione le condizioni atmosferiche davvero estreme nel torrido pomeriggio spagnolo. Al momento del guasto al propulsore 066/7 la temperatura ambientale era di 37°, mentre quella dell’asfalto si aggirava sui 49°. Circostanze operative davvero al limite per le unità di potenza, condizioni mai rilevate nelle precedenti tappe del mondiale di F1 2022.
La F1-75 di Leclerc era equipaggiata con la power unit numero 2, introdotta in occasione del Gran Premio statunitense due settimane prima. Se la storica scuderia ha gestito le unità turbo-ibride secondo la tipica rotazione che prevede l’utilizzo della specifica più recente solo in qualifica e in gara, lo scenario descritto può apparire alquanto inquietante.
Il core della PU di Maranello (turbocompressore, motore a combustione interna, MGU-H, MGU-K), secondo i calcoli effettuati da FormulaUnoAnalisiTecnica, ha percorso solamente 626 chilometri prima del fatale guasto di domenica scorsa.
L’esiguo chilometraggio accumulato e l’improvviso cedimento del propulsore italiano non favoriscono certamente il processo di troubleshooting. La criticità del guasto è testimoniata dalla rapidità con cui gli ingegneri Ferrari hanno predisposto la fase di analisi all’interno della GES. Segnale inequivocabile di un problema di natura sconosciuta per il quale è necessario sfruttare ogni minuto a disposizione.
Se dal punto di vista emozionale la tappa ravvicinata di Montecarlo è un toccasana che consentirà di cancellare rapidamente la sciagurata trasferta in catalana, per gli ingegneri del reparto motori le prossime ore saranno davvero frenetiche.
I tempi per l’analisi sulla failure e l’implementazione del problem solving potrebbero non essere coerenti con l’esiguo tempo a disposizione prima di partire alla volta del principato di Monaco, al punto che non è inverosimile ipotizzare il ritorno alla specifica 1 su un circuito poco esigente per le power unit.
Alla luce di quanto accaduto sul propulsore della monoposto di Leclerc, la richiesta di deroga inviata dalla Ferrari alla FIA relativamente alle modifiche atte a garantire l’affidabilità del propulsore torna strettamente di attualità. E lo fa, in questo caso, come reale esigenza piuttosto che abile mossa strategica (clicca qui per approfondire).
Resta da capire come il team italiano gestirà la situazione in un contesto mondiale dove, ovviamente, l’anelito tanto bramato prevede un unico scenario ben definito: laurearsi campioni del mondo di F1 nella stagione 2022…
Autore e infografiche: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: Nicolas Carpentiers – Scuderia Ferrari