venerdì, Aprile 19, 2024

I tormenti della Red Bull: ritorno della Ferrari, adeguamento alle direttive anti-porpoising e degrado prestazionale di Perez

Red Bull F1 ha problemi seri a cui pensare ora. Non può permettersi di essere magnanima. Non può concedersi, in parole semplici, di sprecare punti con una Ferrari arrembante che, seppur alle prese con i noti problemi di affidabilità, è reduce da due vittorie consecutive e dà la sensazione di aver ricucito lo strappo tecnico con la RB18. Per tale motivo a Milton Keynes hanno deciso si puntare ancora più massicciamente e convintamente su Max Verstappen, il cavallo di razza chiamato a bissare il successo dell’anno passato. Chiaramente a scapito di Sergio Perez.

Intendiamoci: il messicano non è mai stato il centro del progetto della compagine austriaca. La sua impennata prestazionale è giunta grazie alle nuove regole tecniche e ad una vettura che ad esse si è adattata, nella fase iniziale, generando un comportamento che in qualche misura ha sublimato lo stile di guida di Checo. La RB18 si è mostrata, in talune circostanze, una monoposto non troppo rapida nei cambi di direzione e soprattutto con un anteriore propenso al sottosterzo.

In questo contesto Perez si è trovato molto a suo agio. Contestualmente, Verstappen aveva dimostrato qualche moto di intolleranza che gli ingegneri inglesi hanno subito colto approntando un programma di sviluppi che, lentamente, sta portando la RB18 nella comfort zone del campione del mondo olandese.

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Sergio Perez scruta un incerto futuro

F1. Red Bull: la RB18 non è più una vettura per Sergio Perez

Ormai la creatura di Adrian Newey ha preso una strada tecnica tale da condizionare negativamente le prestazioni di Sergio Perez. Lo ha ammesso lo stesso ingegnere capo Paul Monaghan secondo cui la Red Bull dovrebbe essere in grado di trovare il modo di rendere le caratteristiche della vettura più gradite all’ex Racing Point. Il Perez che in Arabia Saudita fu in grado di ottenere una straordinaria pole position è oggi uno sbiadito ricordo. E le colpe non sono sue. Dal Canada qualcosa è iniziato a cambiare ed è coinciso con il fitto programma di update proposto della scuderia austriaca. Più la vettura diventava performante nella mani di Max meno lo era in quelle di Sergio.

A Milton Keynes hanno capito che l’unico, vero, modo per sbloccare prestazioni era andare in quella direzione di sviluppo che producesse maggiore precisione dell’anteriore limitando drasticamente il sottosterzo. Esaltare il “vecchio comportamento”, secondo stime fatte in fabbrica, non avrebbe condotto sulla giusta strada. Perez, in una recente intervista, non ha celato le sue preoccupazioni per una monoposto che oggi sente con un vestito troppo stretto.

Monaghan ha preso atto della situazione e, facendo spallucce, ha detto che in Red Bull non è stato fatto un passo deliberato per rendere l’auto non di gradimento del pilota di Guadalajara. “All’interno di un insieme abbastanza ristretto di regolamenti tecnici che limitano la libertà di manovra se trovi un modo per migliorare – ha spiegato Monaghan a The Race – spesso lo applicherai se è nei tuoi limiti finanziari. Potrebbe essere che durante l’implementazione degli strumenti sia stato più facile per Max adottarli. Forse il suo stile di guida è un po’ più adatto di quello di Checo al nuovo contesto”.

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Paul Monaghan, chief engineer Red Bull Racing

F1. Red Bull proverà a ridare fiducia a Perez con assetti mirati

Monaghan ritiene però che ci siano ancora delle speranze per Perez. Sostiene, difatti, che i nuovi parametri non siano così fissi. Checo può lavorare sull’assetto per individuarne uno idoneo al suo stile di guida. Red Bull sta provando a rendere questo contesto effettivo perché una spalla forte per Max Verstappen serve tantissimo nella “guerra” alla Ferrari: “Siamo in corsa per entrambi i titoli e abbiamo bisogno di entrambe le vetture idealmente davanti a Ferrari e Mercedes. Quindi faremo tutto il possibile per metterlo nelle migliori condizioni“. Ha così parlato l’ingegnere inglese riferendosi a Perez.

Deficit prestazionali frutto di un mancato adattamento alla “nuova” RB18, qualche problema tecnico di troppo e alcuni contatti in gara hanno fatalmente allargato la forbice di punti tra i due alfieri della Red Bull. Con 57 lunghezze di ritardo e un Charles Leclerc tornato prepotentemente in partita, le possibilità di lottare per il titolo si sono ridotte in maniera drastica. Ma se Milton Keynes sa che la vera pedina sulla quale puntare per ottenere il campionato piloti, è altrettanto consapevole che serve un secondo che possa esprimersi ai massimi livelli per ottenere ciò che è sfuggito nel 2021: il titolo costruttori. Che avrebbe ancora più valore se vinto contro il più antico e glorioso dei costruttori della F1.

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Red Bull RB18

F1. Red Bull: il solo Verstappen è incapace di portare il Costruttori a Milton Keynes

Dovrebbe rientrare nelle nostre capacità quella di trovare qualcosa che sia un po’ più di suo [Perez] gradimento – ha spiegato MonaghanMax non vuole riposare sugli allori, così come Checo. Nemmeno noi lo stiamo facendo. C’è una gara nella gara all’interno della nostra squadra, ma entrambi i piloti devono ricordare che guidano per la stessa scuderia e che la sfida è contro i nostri rivali. Quindi la nostra battaglia è su molti fronti. La nostra sfida è quella di gestire e di dare ai nostri piloti il miglior supporto possibile“.

La seconda metà di stagione pone quindi un doppio obiettivo da perseguire per Red Bull: da un lato proseguire nel percorso di affinamento di una macchina che deve esaltare sempre più Max Verstappen, dall’altro fare in modo che Sergio Perez non venga fagocitato dai meccanismi di un ingranaggio in fase di calibrazione.

Questo in un contesto nel quale la Ferrari è ritornata prepotentemente (era mai andata via?) e in cui Mercedes prova a colmare le distanze con la vetta, specie su piste amiche come potrebbe essere l’incombente Paul Ricard. Senza dimenticare, ulteriore incognita, la direttiva che entrerà in vigore in Belgio che qualche effetto sulle prestazioni della RB18 potrebbe produrlo.


Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: F1, Oracle Red Bull Racing

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