mercoledì, Aprile 24, 2024

Ferrari/TD039: si restringe la finestra operativa della F1-75

Lo abbiamo visto tutti: il rendimento in F1 della storica scuderia Ferrari ha palesato una netta involuzione. Il dato in questione non è certo nuovo. Durante l’ultimo decennio, infatti, il trend negativo di cui sopra ha fatto presenza indisturbato. Soprattutto durante i mondiali dove il team italiano è stato capace di competere per le vittorie. Un leit motiv che, purtroppo, pare oramai insito nel DNA del Cavallino Rampante.

Dal Gran Premio di Spa-Francorchamps è stata introdotta una nuova direttiva tecnica: la TD039. La curiosità relativa a tale provvedimento era tanta. Ora, a margine degli ultimi due appuntamenti iridati, possiamo iniziare a metter giù le prime considerazioni al riguardo. Questo tenendo presente l’attiva in pista e i dati raccolti che ci possono aiutare ad avere un’idea più chiara della situazione.

Dopo il del cappello introduttivo la domanda che sorge spontanea è una sola: perché la Red Bull, a differenza della team di Maranello, non ha realizzato un passo indietro a livello prestazionale?


TD039: un provvedimento tecnico più complicato di quanto sembra

Innanzitutto bisogna capire in che modo tale direttiva vada ad influire effettivamente sull’assetto delle vetture. La DT39 impone che l’oscillazione delle vetture in rettilineo si tenga al di sotto di un determinato valore, calcolabile dalle squadre tramite una formula. La regola parla anche di altezze da terra.

In origine la norma prevedeva un innalzamento delle monoposto di 25 millimetri per mitigare il tedioso effetto porpoising. Diverse squadre non erano d’accordo proponendo una misura massima di 10 millimetri. Alla fine si è giunti ad un compromesso che pare avere “accontentato” un po’ tutti: 15 millimetri.

Nel caso in cui una squadra, nel corso del week end, non riesca a stare all’interno di questi range, i tecnici sono obbligati ad agire di conseguenza modificando il setup per tornare all’interno dei parametri di oscillazione consentiti. Ovviamente, in questo modo, si va a perdere la prestazione che si era trovata con uno specifico assetto. Il team, quindi, deve riuscire a far performare la vettura sotto questi nuovi canoni.

Come sappiamo la principale modifica che “cura” il porpoising risiede nell’aumentare l’altezza da terra. Al posteriore va ampliata la distanza dal piano di riferimento, in modo che su un rettilineo, quando la vettura subisce il massimo schiacciamento verso terra, non si crei stallo nella zona finale del fondo e la vettura inizi a saltellare.

Tuttavia ogni monoposto è stata progettata per lavorare ad altezze precise. Il diffusore, come detto, riesce ad esprimere la sua massima performance solo in determinate configurazioni. I tecnici studiano la piattaforma aerodinamica per renderla stabile a varie altezze, ma purtroppo non tutti ci riescono.

F1
Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) al volante della sua F1-75 durante le Fp2 del Belgio

Ecco un motivo, ad esempio, per il quale a Montecarlo alcune macchine non funzionano affatto bene. Nel principato si corre con elementi sospensivi molto morbidi con un’elevata escursione da terra. Il fondo è continuamente chiamato a lavorare su altezze differenti e, di conseguenza, la produzione del carico perde stabilità.

Questo è un po’ quello che sta succedendo alla scuderia italiana. Durante gli ultimi due appuntamenti iridati, infatti, gli uomini in rosso non hanno trovato con molta facilità la giusta altezza da terra e in generale il corretto bilanciamento. Ferrari e Red Bull, nel corso del sabato, hanno prodotto una prestazione molto simile quando, in realtà, ci si aspettava che la rossa potesse dominare. Tuttavia, sebbene a Zandvoort i piloti della rossa erano molto veloci in qualifica, durante il fine settimana hanno faticato molto a trovare il

con le proprie auto.


F1: la direttiva TD039 limita la trazione della Ferrari

Durante l’analisi delle qualifiche (clicca qui per tutti i dettagli tecnici) abbiamo sottolineato la guida straordinaria di Verstappen nel terzo settore, aspetto che gli ha concesso di recuperare quel gap che generalmente la rossa infliggeva alla RB18 in quel tratto. Per riuscirci Max andava ad anticipare le frenate, per poi uscire dalle curve più lente, meglio di Leclerc, recuperando terreno quando andava sul gas.

Questa tecnica era stata utilizzata senza enormi risultati anche su altre piste, dove la sua vettura era limitata in fase di accelerazione. Ciò fa pensare che la F1-75 abbia subito un ridimensionamento nella sua arma più forte: la trazione.

Se la vettura modenese potrebbe tornare a dettar legge su altri tracciati, a Zandvoort le curve a minore velocità di percorrenza non erano poi così lente, contesto dove si necessita una precisa combinazione tra aerodinamica e meccanica. Il diffusore ha pertanto ricoperto una certa importanza riducendo la performance delle Ferrari

Esiste poi un ulteriore aspetto da valutare. Red Bull ha sempre goduto di una finestra operativa più grande. Specialmente dal punto di vista aerodinamico, le vetture made in Milton Keynes hanno sempre dimostrato una sensibilità minore all’altezza da terra. Il know how del team austriaco su come disegnare la coppia fondo-diffusore ha fatto la differenza anche durante questa stagione. Il fondo della RB18 ha fatto scuola in pit lane. Tutti, comprese Ferrari e Mercedes, hanno copiato la loro “chiglia” per avvicinarsi ai concetti proposti da Adrian Newey.

F1
Adrian Newey, capo progettista del team austriaco Red Bull Racing

Nel complesso possiamo dire che, in Olanda, dove l’altezza media delle vetture si è alzata, il progetto Red Bull ha risentito in maniera minore di tale fattore. D’altronde era quello che in molti si aspettavano. La sensibilità aerodinamica è un chiaro punto di forza Red Bull, rimasto inosservato e che solo ora stiamo vedendo all’opera. 

La congettura finale si basa sull’andamento che la Ferrari fornirà durante le prossime gare. Si tratta di capire, per dirla alla Binotto, quanto la direttiva TD039 sarà in grado di influenzare la prestazione della F1-75 sulle rimanenti piste del mondiale. Di fatto, la loro finestra operativa si è ristretta, per cui con molta probabilità non vedremo più una Ferrari molto in palla sin dal venerdì.

L’ultimo “feudo” della squadra italiana rimane Singapore. Se la Red Bull dovesse dimostrare una certa superiorità anche nell’isola città-stato a sud della Malesia, allora la situazione diventerà davvero critica…


Autore : Niccoló Arnerich – @niccoloarneric

Foto: Scuderia Ferrari – Oracle Red Bull Racing

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