lunedì, Aprile 29, 2024

Gp Stati Uniti 2022: analisi tecnica del tracciato

Dopo giorni segnati da polemiche e sospetti legati al “Budget Cap Gate“, la F1 prova a mostrare il proprio volto migliore in pista, in occasione del round numero 19 del mondiale 2022, in scena al Circuit of the Americas (COTA, nda). Il tracciato sorge nella capitale dello stato del Texas, Austin. Il percorso celebra il decimo anno di presenza nel calendario dopo l’esordio nel 2012 e, probabilmente, rappresenta il circuito più impegnativo ed affascinante della recente storia della Formula Uno negli States.

Il grande successo riscosso nelle precedenti edizioni, unitamente al progressivo interesse dei fan d’oltreoceano verso la massima categoria del motorsport, ha fatto da apripista per il Gran Premio di Miami. Nel 2023, per di più, toccherà a Las Vegas.


F1. Gp Stati Uniti 2022: track info

Austin misura 5.513 metri da percorrere 56 volte in gara, per raggiugere una distanza complessiva di 308.406 Km. Il tracciato presenta 9 curve a destra e 11 a sinistra, di diverso raggio e velocità di percorrenza, estremamente eterogenee da effettuare in senso antiorario. L’efficacia del DRS sarà sensibile in relazione alle scelte di setup e dalla presenza di una lunga zona dove si può utilizzare l’ala mobile tra curva 11 e 12.

Il rettilineo principale presenta un dislivello di ben 22 metri tra la linea del traguardo e la prima curva. Diverse pieghe della pista sono ispirate a famosi tratti di altri tracciati. Per esempio, la 3 e la 6, sono affini alle famosissime Maggotts e Becketts di Silverstone, mentre la parte lenta dell’ultimo settore ha una geometria simile al Motodrome di Hockenheim.

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track info – Austin – Gp Stati Uniti 2022

Oltre ai dislivelli altimetrici rilevanti, l’asfalto offre una bassa aderenza e presenta diverse ondulazioni. Durante la scorsa edizione, i bump sono stati a lungo un problema al COTA, questo a causa dell’instabilità del terreno su cui è costruita la pista.

Una situazione che peggiora se le condizioni meteorologiche avverse producono forti inondazioni che, come per l’edizione 2015, vanno a generare un impatto negativo sull’intero fine settimana. Il tracciato risulta “benevolo” in relazione agli errori che possono commettere i piloti, grazie alle ampie vie di fuga molte delle quali in asfalto.


F1. Gp Stati Uniti 2022: consumo carburante e gestione pneumatici

Il consumo di benzina nella pista statunitense, in condizioni di pista asciutta, è un dato che va senz’altro tenuto in considerazione senza l’intervento della Safety Car. Il fabbisogno di carburante è pari a 1,69 kg/giro. Altri fattori importanti riguardano l’evoluzione dell’aderenza e la scelta del carico aerodinamico. Gli pneumatici, dunque, saranno sottoposti a sforzi longitudinali in frenata e laterali nella percorrenza delle numerose curve veloci.

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pneumatici Pirelli 2022

Il passo gara dovrà ovviamente tener conto il rapido degrado degli pneumatici da 18 pollici. Per questa semplice ragione, i piloti potrebbero essere costretti a gestire il decadimento prestazionale dei compound attraverso un’andatura conservativa. Per la tappa americana Pirelli ha optato per la gamma centrale delle mescole da asciutto: PZero White Hard C2, PZero Yellow Medium C3 e PZero Red Soft C4.

Per quanto concerne la seconda sessione di prove libere ci sarà una novità. La federazione interazionale, infatti, ha deciso di prolungare le Fp2 sommando 30 minuti al consueto tempo a disposizione. Il provvedimento permetterà alle scuderie di provare alcuni prototipi di gomme da asciutto, messi a disposizione da Pirelli interessata alla preziosa raccolta dati in chiave 2023.


F1. Gp Stati Uniti 2022: severità meccanica

Il tracciato americano non è risulta particolarmente impegnativo per l’impianto frenante. Il tempo impiegato in fase di staccata, di fatti, è pari al 18% del giro. Viceversa si attesta come banco di prova importante per le power unit, in “full-throttle” per il 62% del tempo sul giro. Il circuito è sensibile alla potenza e al peso, favorendo le unità di potenza che andranno a recuperare in modo efficiente l’energia prodotta dall’entalpia dei gas di scarico, tramite l’MGU-H, per un valore pari a 3213 Kj.

Mentre per quanto riguarda l’apporto del moto generatore MGU-K, saranno circa 1132 i Kj che andranno riconvertiti dall’energia cinetica dissipata dall’impianto frenante per un totale di 4345 KJ. Il conseguente risparmio sulla tornata sarà di circa 3 secondi al giro, con una valore sull’incremento della velocità di punta che si aggira sui 18-20 km/h.

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Infografica relativa alle marce utilizzate sul giro nel circuito di Austin – GP Stati Uniti 2022

Il segmento più lungo in cui si procede “flat out” è il back straight che misura 1100 metri, per un tempo di percorrenza di oltre 16 secondi. Il COTA è mediamente severo per la trasmissione, con circa 3200 up/down shift durante la corsa. Qui sopra l’innografica relativa all’utilizzo delle marce sul giro.


F1. Gp Stati Uniti 2022: configurazione aerodinamica

Il circuito a stelle e sitisce richiede una messa a punto da medio carico aerodinamico, per trovare il naturale compromesso tra i segmenti più veloci e i tratti a media-bassa rapidità. La corretta generazione della spinta verticale sarà pertanto indispensabile per affrontare nella maniera migliore la prima sezione della pista.

L’obbiettivo è quello di fronteggiare al top il T1, punto cruciale del tracciato, contraddistinto da rapidi cambi di direzione nello “snake” compreso tra curva 3 e curva 9. La configurazione aerodinamica, inoltre, pensando alla direttiva TD039, dovrà tenere in considerazione le asperità della superfice stradale che potrebbero amplificare il tedioso e oramai molto conosciuto fenomeno del porpoising.

Nelle due zone dove i piloti potranno utilizzare l’ala mobile, l’impatto di quest’ultima avrà un’influenza che possiamo definire media. Attraverso le varie simulazioni effettuate dalle scuderie del lotto, il delta creato dall’utilizzo del DRS offrirà un vantaggio in termini di velocità di punta sino a 10 km/h.


F1. Gp Stati Uniti 2022: velocità di percorrenza sul giro

La geometria del tracciato texano presenta tre parti ad alta velocità di percorrenza:

• rettifilo dei box,
• segmento da curva 9 a curva 11
back straight da curva 11 a curva 12

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Infografica relativa alla velocità in ogni microsettore del tracciato di Austin.

Nelle prime due sezioni sarà concesso l’utilizzo del sistema Drag Reduction Control, in qualifica e nelle manovre di sorpasso in gara. Entrando nello specifico, nel lungo rettifilo collocato nel T2, avvalersi dell’ala posteriore spalancata renderà possibile il raggiungimento di riscontri velocistici davvero alti, attraverso i quali le wing car potrebbero raggiungere, con l’aiuto della scia, addirittura i 340 Km/h. La scala cromatica della precedente illustrazione evidenzia chiaramente la natura dell’impianto americano.

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Raggio e angolo di tutte le curve del Circuit of the Americas

Mentre nell’immagine qui sopra, vengono riportati raggio e angolo di tutte le curve dell’impianto permanente. Le pieghe ad elevata velocita di percorrenza sono quelle con il raggio più elevato, mentre quelle più lente sono caratterizzate da un angolo più consistente.


Punto chiave del primo settore

Il T1 prende corpo dalla linea di partenza sino a raggiungere il segmento della pista che congiunge curva 6 e 7. Il punto chiave è la prima staccata che rappresenta, a livello altimetrico, la zona più elevata del circuito. In questa porzione della pista le monoposto percorrono la salita sino al termine della frenata, per poi procedere in ripida discesa verso un susseguirsi di curve molto rapide.

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Rendering curva 1 del tracciato di Austin

Curva 1, sinistrorsa, è cieca. Ci si arriva con una velocità di oltre 320 km/h in ottava marcia. Pigiare il pedale del freno in maniera sostenuta sottopone il pilota ad una decelerazione massima di 5/5.7g.

La sua percorrenza all’apice va definita a bassa velocità, 95-100 km/h, scalando sino terza o seconda marcia. Il tratto in questione è stato spesso teatro di sorpassi, in quanto le traiettorie interpretabili in entrata per mettere dietro il rivale sono differenti.


Punto chiave del secondo settore

Il T2 inizia dopo curva 7 per terminare alla 13. In questo segmento di pista è presente il rettilineo più lungo del tracciato. Il tratto più delicato del secondo settore è collocato in corrispondenza di curva 9, dove è necessario utilizzare fino all’ultimo centimetro utile il cordolo esterno in uscita. Il target consiste nell’avere un buon abbrivio verso curva 10, in discesa, sino a raggiungere la violenta staccata della 11.

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Rendering curva 9 del tracciato di Austin

I piloti dovranno però prestare molta attenzione a non oltrepassare il cordolo in uscita con tutte e quattro le ruote, in quanto, proprio sull’apex esterno, saranno posizionati i sensori per la rilevazione dei track limits.


Punto chiave del terzo settore

La zona chiave del T3 comprende le velocissime curve 16,17,18, che vanno a circumnavigare l’Austin360 Amphitheater. La conformazione della pista in questo punto richiama, anche se in direzione opposta, la curva multi apice numero 8 del famoso Istanbul Park.

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Rendering delle cruve 16 e 18 del tracciato di Austin

Anche qui, in prossimità del cordolo, in uscita dalla 19, saranno posizionati i sensori per evitare che, i piloti, possano trarre vantaggio da qualche centimetro in più di pista e guadagnare tempo prezioso.


Strategie di gara

Il debutto dei nuovi pneumatici da 18 pollici sul tracciato di Austin rappresenta una grande incognita. Il tempo di percorrenza della pit lane per effettuare la sostituzione dei compound è mediamente calcolabile sui 25 secondi.

Come sempre, la gestione del degrado su di un circuito con poca aderenza potrebbe rivelarsi decisivo. In tal senso, la differenza di performance tra la gamma dei tre compound disponibili per il week end, soprattutto durante i long run, potrebbe determinare l’utilizzo di varie strategie vincenti.


Autore e grafiche: Roberto Cecere – @robertofunoat

Foto: Scuderia Ferrari

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