domenica, Aprile 28, 2024

Mercedes: è nel regolamento la chiave per non rendere la W14 un’altra “drag queen”

La sede della Mercedes AMG F1 è avvolta dalla nebbia. La cosa non dipende dal tipico clima autunnale che contraddistingue il sud dell’Inghilterra. Ci riferiamo piuttosto all’enigma W14, il modello che deve riscattare la sorti della scuderia dopo un anno difficile e avaro di soddisfazioni. La W13 ha sfiorato la vittoria in un paio di occasioni ma, quando lo ha fatto, si era trovata in circostanze particolari. Un avversario in penalità, un rivale coinvolto in un incidente… Insomma, la macchina non ha quasi mai mostrato il passo solido che deve possedere chi taglia per primo sotto la bandiera a scacchi.

Ad Austin, Lewis Hamilton ci aveva fatto quasi la bocca al primo trionfo annuale ma Verstappen, che siede in una vettura fuori categoria, si è bevuto in un sol sorso il sette volte iridato che ha abbozzato una difesa debolissima ben conciso di quale sarebbe stato l’epilogo. Un sorpasso autostradale che alcune cronache hanno erroneamente descritto come una manovra da ricordare. In effetti la rimembreremo per l’imbarazzante differenza di velocità che si è notata ancora di più nella tornata successiva quando Lewis, nel tentativo di riprendersi la prima posizione, perdeva terreno dalla RB18 nonostante il DRS aperto. Il capolavoro non l’ha fatto Max, bensì Adrian Newey.

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Lewis Hamilton (Mercedes AMG F1) – Gp Stati Uniti 2022

F1. Mercedes W13: una vettura malata di resistenza aerodinamica

Proprio il tema della velocità di punta abbinata alla massima efficienza aerodinamica sta tenendo banco negli uffici tecnici delle compagini rivali a quella di Milton Keynes. In Ferrari, ne abbiamo scritto ieri (leggi qui) è stata aperta una discussione sulla validità della filosofia deliberata l’anno passato e che, nell’arco della stagione, è risultata soccombente rispetto a quella postulata dai neo-campioni del mondo. Stessa – e forse più profonda – riflessione è in corso nella sede della Mercedes che, dopo otto anni, ha dovuto abdicare lo scettro del miglior costruttore.

Con questi presupposti sta nascendo una vettura che potrebbe sconfessare i principi che hanno mal funzionato sulla W13. Toto Wolff, dopo un Gran Premio degli Stati Uniti da amaro in bocca, ha candidamente ammesso che la Freccia d’Argento è una produttrice compulsiva di drag aerodinamico scaturente da un concept che espone troppo le ruote posteriori. Tanto che, nel corso della stagione, quasi tutti gli interventi effettuati sulla vettura sono andati incontro alla necessità di energizzare l’effetto outwash per spostare i flussi dalla masse rotanti che generano turbolenze nocive. Un’operazione di difficile realizzazione per via di un budget cap che ha frenato gli slanci degli ingegneri della Stella a Tre Punte.

In Mercedes hanno dovuto radicalmente modificare l’approccio che avevano negli anni che hanno preceduto la tagliola del tetto di spesa. Un tempo era possibile produrre una quantità elevata di pezzi o passare molto tempo nella galleria del vento per trovare soluzioni. Ora, a causa di regole finanziarie e tecniche molto stingenti, l’operazione è più complessa e, in presenza di un progetto inefficace, deve essere rimandata all’anno venturo quando gli anglo-tedeschi avranno qualche ora in più di wind tunnel e di CFD grazie all’attuale posizione in classifica.

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Toto Wolff (Mercedes AMG) e Datuk Tengku Muhammad Taufik, presidente e capo esecutivo di Petronas si stringono la mano per siglare il prolungamento della partnership

F1. Mercedes 2023: cambio di paradigma in vista?

Poc’anzi alludevamo ad una cortina nebbiosa che nascondeva il progetto 2023. E’ stato proprio il team principal viennese ad aprire uno squarcio nella bruma riferendosi ad un cambio filosofico importante per ricucire lo strappo dalla concorrenza. “Credo che il DNA della monoposto 2023 sarà differente da quello della macchina attuale, questo è chiaro. Non significa necessariamente che la nostra carrozzeria avrà un aspetto molto diverso“.

In Mercedes sanno che, memori dei loro protocolli operativi, avere più ore di lavoro rispetto alla concorrenza è una mano di poker con carte buone che va giocata nella migliore delle maniera. Nell’anno in corso molti sforzi sono stati profusi per correlare i dati della pista con quelli che emergevano dalle analisi computazionali. Una difficoltà causata dalle vetture di nuova generazione che non potevano nascere in continuità tecnica, quindi sfruttando le informazioni raccolte negli anni precedenti, con i modelli del passato.

Wolff quasi gongola quando pensa alla possibilità offertagli dal quadro normativo vigente: Nel 2023 avremo un vantaggio significativo, ovvero potremo passare più tempo in galleria del vento rispetto alla Red Bull. Per noi quest’anno è stato uno svantaggio, perché per tutto il 2021 siamo stati il team leader e poi abbiamo vinto il titolo Costruttori. Quindi, per tutta la prima metà del 2022, abbiamo avuto il 7% in meno di tempo della Red Bull in galleria del vento rispetto ai 18 mesi precedenti e molto meno della Ferrari. Ora la situazione è invertita. Avremo il 14% di tempo in più rispetto alla Red Bull se arriveremo terzi nel Mondiale. Questo, nel tempo, è esattamente l’obiettivo del regolamento: dare il potenziale per recuperare lo svantaggio“.

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l’inglese George Russell (Mercedes AMG F1) a bordo della sua W13 durante il Gran Premio d’Italia edizione 2022

F1. Mercedes: il terzo posto è un’ancora di salvezza

Con 53 punti di svantaggio dalla Ferrari e tre gare al termine risulta poco concreta la prospettiva di una rimonta sulla sirena finale. E, in fondo, per quanto spiegato da Wolff, è un qualcosa di cui non dolersi troppo. In Mercedes non sanno cosa farsene di una piazza d’onore (lo stesso si dica per la Ferrari). Il loro scopo – che tracima in ossessione – è ritornare a lottare in maniera sistematica per la vittoria. Se un terzo posto che sa di purgatorio sportivo dopo anni celestiali può servire in questo cammino allora in Mercedes sono ben felici di chiudere sul gradino più basso del podio.

In attesa delle risultanze della trattativa tra FIA e Red Bull che potrebbero ulteriormente limitare le ore di lavoro dei campioni del mondo, in Mercedes stanno tracciando le linee guida concettuali di una vettura che dovrà recuperare parecchio terreno. In una quadro di sostanziale stabilità regolamentare non è da considerarsi azione gravosa, specie se a dover compiere l’opera è chi, negli ultimi anni, ha dimostrato di poter marchiare a fuoco la categoria.

In maniera un po’ irriverente, potremmo definire la W13 una “drag queen“. A Brackley sono alla ricerca di una migliore efficienza generale. La lezione del 2022 dovrebbe aver dato strumenti operativi efficaci e risolutivi per non incorrere negli stessi errori.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, Mercedes AMG Formula One Team

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