lunedì, Aprile 29, 2024

Budget Cap Gate/Analisi tecnica: quando la ragion di stato prevarica l’etica sportiva

Alla vigilia del Gran Premio del Messico, ventesimo round del mondiale di F1 2022, la Federazione Internazionale si è finalmente espressa in merito alla violazione del regolamento finanziario da parte di Red Bull. L’accertato sforamento del “budget cap” e le penalità comminate al team austriaco, hanno sollevato un polverone mediatico che ha conferito maggiore enfasi alla forma piuttosto che alla sostanza delle misure adottate dalla FIA.

Formula Uno Analisi Tecnica, fedele alla propria vocazione di offrire una lettura tecnica scevra da pregiudizi, sottopone al lettore una visione oggettiva in merito alla congruenza del procedimento nei confronti della scuderia di Milton Keynes.


F1: i fattori attenuanti del regolamento finanziario

Uno degli elementi che ha mitigato le sanzioni inflitte al team Red Bull è stato lo spirito di fattiva collaborazione con la FIA. Il board della federazione, Cost Cap Administration, ha infatti rilevato che tutti i concorrenti hanno agito in ogni momento con uno spirito di buona fede e cooperazione durante il processo.

Il regolamento finanziario prevede fattori che possono attenuare la pena come ad esempio la piena e illimitata collaborazione con la Cost Cap Administration e/o la Società di revisione Incaricata dalla Cost Cap Administration (paragrafo 8.16 punto d, nda).

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paragrafo 8.16 Cost Cap Administration

La tempestiva e progressiva verifica congiunta FIA/Red Bull, pertanto, in merito all’allocazione dei costi ha consentito alla scuderia capitanata da Christian Horner, ha “dimostrato” che non sussisteva una condotta fraudolenta nella compilazione del report. La somma eccedente il limite di spesa è stata quantificata in 1,8 milioni di sterline (poco più di due milioni di euro, nda), 1,6% del limite del budget cap.

Nell’ABA (Accepted Breach Agreement, nda), documento che formalizza il patteggiamento tra l’organo di governo e il team di Milton Keynes, si menziona esplicitamente che dalla prima revisione del report Red Bull si evidenziava un overspend enorme pari a 5,6 milioni di sterline, successivamente rettificato attraverso l’eliminazione di costi appartenenti alle “Exclusions” del regolamento finanziario.


F1. Le sanzioni inadeguate della FIA

Nell’ABA vengono infine citate le sanzioni. La prima, di natura economica, è il pagamento di un’ammenda di sette milioni di dollari in favore della FIA. Tale provvedimento è del tutto inadeguato sia in termini etici che sportivi. Un regolamento finanziario che ha come obiettivo la riduzione dei costi, non dovrebbe infliggere una pena pecuniaria, nonostante la cifra sia “irrisoria” per le casse della holding austriaca.

Inoltre non arreca alcuna limitazione economica sul budget relativo al prossimo esercizio finanziario. La seconda pena inflitta è di natura tecnica e comporta la riduzione del 10% delle prove aerodinamica in galleria del vento (RWTT) e sull’utilizzo dei software CFD.

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Tabella riepilogativa dei run in galleria del vento e sull’utilizzo del CFD

La disciplina del numero relativa al “run/ore” in galleria del vento e sull’utilizzo del CFD è una misura volta al balance of performance, grazie alla quale vengono imposti dei limiti di utilizzo inversamente proporzionali alla graduatoria del mondiale costruttori. Secondo questo schema, in qualità di campione, a Red Bull sarebbe stato assegnato il 70% delle risorse rispetto alla settima classificata. Mentre l’ulteriore taglio del 10% ha “ridotto” il coefficiente al 63%.

La decurtazione calcolata sul coefficiente più basso genera ovviamente una penalità minima in termini percentuali pari al 7%. A titolo di esempio, se la penalità fosse stata inflitta alla Williams, il valore sarebbe stato di 11,5 punti percentuali. Anche in questo caso la sanzione appare blanda proprio in base al coefficiente di partenza della Red Bull.


F1. l’attuale vantaggio competitivo Red Bull non sarà intaccato dalle sanzioni

Il regolamento tecnico della prossima stagione sarà essenzialmente immutato rispetto a quello attuale, al netto delle modifiche introdotte al fine di minimizzare il porpoising tramite la direttiva emanata TD039 resa fattuale dal Gran Premio di Spa-Francorchamps. La continuità normativa, quindi, non potrà che consolidare la supremazia tecnica sciorinata durante il mondiale 2022 da Red Bull.

La monoposto pensata e progettata dalla fulgida mente di Adrian Newey, vero esperto dell’effetto suolo, è risultata praticamente immune al tedioso fenomeno del saltellamento aerodinamico sin dalle primissime sgambate stagionali effettuate durante i pre-season test a Barcellona. Un’accortezza che di fatto ha sbaragliato la concorrenza, permettendo un continuo up-date stagionale scevro da preoccupazioni relative al porpoising.

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Compare fondo delle vetture di F1 2022 vs F1 2023

Una monoposto talmente dominante, dopo un intensivo processo di snellimento, che non ha avuto necessità di portare in pista il tanto chiacchierato telaio alleggerito, in predicato di essere introdotto in occasione di Singapore. E’ difficile immaginare che la marginale riduzione delle prove aerodinamiche in galleria del vento, al pari del ridotto utilizzo del CFD, possa fornire alla concorrenza un assist per chiudere il gap con i neo campioni del mondo costruttori.


F1/ Penalità Red Bull: la sensazione è che sia prevalsa la ragion di stato

Nell’arco delle ultime settimane, la maggior parte di team principal e piloti si sono espressi in favore di pesanti sanzioni nei confronti di Red Bull. Dopo l’annuncio del “patteggiamento” la veemenza delle proteste è scemata in sdegno verbale. Una atipica rassegnazione difronte a un provvedimento iniquo anche da parte dei personaggi più influenti del Circus. La sensazione è che sia prevalsa la ragion di stato, ovvero la credibilità dell’intero sistema che, se minata, potrebbe avere effetti economici devastanti per tutti i competitor coinvolti.

Va dato atto nello scenario appena descritto come Zak Brown, CEO McLaren, sia stato l’unico manager ad aver richiesto ufficialmente dei chiarimenti alla FIA. Dissidente, nei fatti oltre che a parole, l’amministratore delegato della scuderia di Woking ha sentito la necessità di certificare nero su bianco tutte le perplessità di un procedimento poco trasparente.

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Zak Brown (CEO McLaren) e Christian Horner (Team Principal Red Bull) nel corso della press conference del Gran Premio di Austin 2022

L’ultima considerazione dello scritto sottolinea un contesto torbido: creare un pericoloso precedente che potrebbe essere impugnato in future controversie, mortificando il nobile intento del regolamento finanziario, era davvero necessario?


Autore e grafiche: Roberto Cecere – @robertofunoat

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