martedì, Maggio 14, 2024

F1 2023: la carenza di elementi è un’ancora di salvezza

Con i motori spenti è tempo di prodursi in necessarie riflessioni. Mentre i team preparano il materiale in quel di Jeddah per la prossima settimana, quando la F1 ritornerà in azione, nelle factory è tempo di analizzare i dati che sono scaturiti dalle sessioni in pista. Ciò che ha detto il Gran Premio del Bahrain è sotto gli occhi di tutti ed è difficilmente interpretabile in maniera estrosa. Al comando abbiamo un solo team: la Red Bull che, con la RB19, sembra aver “indovinato” un altro modello in grado di dettare legge anche in questo 2023.

Alle sue spalle, sia in termini prestazionali che sul sempre importante fronte dell’affidabilità, troviamo la sorprendente Aston Martin che, in un anno, è stata in grado di recuperare oltre due secondi sul giro secco. Se non è un record della storia della categoria poco ci manca.

Dietro l’ambiziosa franchigia di Silverstone troviamo due nobili del motorsport che, per un motivo o per un altro, non se la passano un granché bene: Ferrari e Mercedes. Squadre che tornano dal Medioriente con più dubbi che certezze. A tal proposito, la nostra redazione ha raccolto informazioni su quali sono le strategie messi in campo dalla Scuderia per uscire dalle difficoltà tecniche: leggi qui.

Gli uomini di Maranello, oltre a capire dove trovare un pizzico di downforce e come gestire le gomme, sono stati nuovamente investiti dalla problematica relativa all’affidabilità che si pensava essere superata dopo un 2022 di patimenti. A Brackley le cose non è che vadano molto meglio. Risolta l’annosa questione del porpoising, è sorta una difficoltà se vogliamo più seria: la mancanza di prestazioni.

La W14 è lenta e il grande imputato è il concept aerodinamico che sarebbe inabile a generare prestazioni soddisfacenti. I sette decimi guadagnati da un anno all’altro non bastano per chiudere il gap, anzi lo hanno addirittura aperto visto che Milton Keynes è stata più brava a limare il tempo dal cronometro. 

Mercedes
Lewis Hamilton ai box durante il Gran Premio del Bahrain 2023

F1: manca il benchmark Montmelò

Il quadro brevemente descritto ci dice che al momento la scuderie austriaca sembra non avere rivali credibili nella lotta al titolo. Ma è davvero così? In effetti è presto per dirlo, proprio perché i dati sono parziali. Se negli anni scorsi la sessione invernale di test si disputava anche Spagna, da quest’anno è solo il tracciato di Sakhir il grande protagonista delle prove. Le autorità locali, difatti, hanno pagato fior fiori di quattrini per avere la Formula Uno anche prima dell’avvio ufficiale della stagione.

Questa situazione rende il quadro un po’ più imperscrutabile. Dopo il primo evento di ogni campionato si avevano comunque maggiori riscontri perché si potevano incrociare i dati emersi dalla pista inaugurale, che solitamente era l’Australia, con quella di Barcellona che, usualmente, era il palcoscenico tecnico definito per testare le monoposto nuove. Specie grazie a quel terzo settore la cui configurazione è stata modificata per ritornare al layout storico.

Con il 2023 questa specificità s’è andata a far benedire, quindi abbiamo elementi che fuoriescono soltanto dai tre giorni di prove invernali disputatisi due settimane fa e dai successivi turni ufficiali che hanno contribuito a costituire il Gran Premio del Bahrain 2023.

Quando, dopo la gara di domenica scorsa, George Russell ha affermato con una certa sicurezza che in questo mondiale non ci sarà spazio per i rivali e che la RB19 sarà in grado di fare un filotto di 23 vittorie, ci è sembrato di leggere dei giudizi un po’ troppo azzardati nonostante la pista abbia evidenziato fattualità piuttosto evidenti. Ma premature. 

F1
La Red Bull RB19 di Max Verstappen incalzata dalla Ferrari SF-23 nelle fasi iniziali del Gp del Bahrain 2023

Max Verstappen, come se avesse ascoltato in tempo reale il giudizio del giovane collega inglese, ha subito voluto mettere le cose in chiaro, quasi allontanando quell’idea che la creatura di Adrian Newey sia un gioiello talmente sopraffino da abbagliare tutta la concorrenza, lasciandola stordita. E lo ha fatto affermando che il prossimo Gran Premio potrebbe non essere nelle corde della sua vettura, ma favorire quella Ferrari che in termini velocistici ha dato indicazioni molto positive in Bahrain.

La pista saudita è molto diversa da quella di Sakhir. Ci sono molti più rettilinei, curve veloci e molto meno degrado delle gomme. Quindi, in termini di passo gara, mi aspetto che tutti saranno più vicini. La nostra vettura sembra piuttosto veloce sui rettilinei, ma lo è anche la Ferrari, cosa che a Jeddah costituisce un vantaggio“.


F1: sei gran premi per definire i valori reali

Chiaramente quella di Verstappen può essere pretattica, ma ha anche un fondo di verità. Red Bull non ha altri dati da valutare se non quelli che, appunto, scaturiscono dalla pista di Sakhir che ha una configurazione molto particolare. Si tratta del circuito di tutti i 23 presenti in calendario con l’asfalto più abrasivo. Situazione, quindi, che non ritroveremo né in altre piste, né soprattutto a Jeddah che presenta un disegno del tutto peculiare.

Parliamo, difatti, di un tracciato di oltre 6000 metri composto da 27 curve con molte delle quali che tali non possiamo definire perché vengono percorse in pieno sfrecciando tra muretti che a volte sembrano essere oltremodo prossimi. Tant’è che l’anno scorso furono apportate alcune modifiche per elevare gli standard di sicurezza a seguito delle lamentele giunte direttamente dalla GPDA.

Un teatro così diverso dal primo che, secondo gli uomini della franchigia campione del mondo in carica, potrebbe determinare un cambio deciso dei valori osservati fino a questo momento. “Non si sa mai e il problema è che abbiamo solo un set di dati (quelli di Sakhir, ndr). Non diamo nulla per scontato, quindi vediamo cosa accade a Jeddah e a Melbourne. Una volta che avremo affrontato due o tre circuiti avremo un quadro molto migliore dei punti di forza e di debolezza della nostra vettura e di quelle rivali“.

Queste le osservazioni di Chris Horner che sottolinea che bisogna andarci cauti nei giudizi e nel ritenere che il mondiale sia già archiviato. Concezione onestamente condivisibile perché è proprio la stagione 2022 a raccontarci che quanto si è visto al debutto non si e poi dipanato nell’arco del mondiale. Ma è chiaro che bisogna considerare i distinguo del caso.

F1
Vista aerea del circuito di Jeddah

L’anno scorso, allo sparo iniziale, la RB18 era una macchina molto pesante che ha subito un processo di dimagrimento che l’ha portata ad essere indiscutibilmente il benchmark della categoria da Imola in poi. Ed era anche una monoposto che aveva palesato degli evidenti problemi di affidabilità che furono prontamente risolti.

Il mezzo odierno, di contro, è immediatamente stato pronto all’azione, “plug-in” come l’abbiamo definito in un altro approfondimento, e si è dimostrato una schiacciasassi. Sono piuttosto le altre auto ad essere in una difficoltà maggiore di quella palesata 12 mesi fa. E la cosa è piuttosto anomala visto che sembra che un mondiale di esperienza in più sia servito a poco in termini di apprendimento.

Ci saremmo normalmente aspettati che Mercedes e Ferrari avessero chiuso il gap con la vetta nel secondo anno di applicazione del nuovo corpus normativo. Invece la sensazione generale è che i due suddetti team abbiano addirittura assommato ulteriore ritardo rispetto ad una scuderia che ha trovato altri meccanismi per rendere la propria vettura un “giocattolo” che rasenta la perfezione. 

F1
Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) in azione durante il Gp del Bahrain 2023

Ma lo stato di ottimizzazione di cui sopra si è appunto visto su uno e un solo palcoscenico. Come risponderà la RB19 alle sollecitazioni di Jeddah? Ancora, in quale maniera replicherà in Australia, a Baku e poi a Miami? Horner non sbaglia quando afferma che servirà un po’ di tempo per definire una griglia valoriale più coerente.

Probabilmente a Imola, come successo nel campionato 2022, avremo l’indicazione generale su cosa sarà davvero la Formula Uno attuale. Proprio nella tappa emiliana molte equipe introdurranno importanti upgrade alle loro macchine. A partire da quella Mercedes che è in predicato di modificare il proprio concept a zero sidepod.

Se anche dopo l’evento che si svolge sulle rive del Santerno e a seguito delle modifiche che i competitor apporteranno alle rispettive monoposto, la RB19 sarà ancora il punto di riferimento indiscusso della categoria, allora sì che potremmo dire che la stagione 2023 avrà davvero un solo padrone.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Oracle Red Bull Racing, Mercedes AMG

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