F1: gerarchie immobili e sogni di scalate

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L'Alfa Romeo precede la Ferrari durante il Gp del Bahrain 2023

La dura vita del team di F1 di centro classifica è fatta di sforzi di volontà che non sempre vengono premiati. Tutti anelano ad essere il migliori della classe, pochi ne hanno le caratteristiche, uno solo può diveltarlo. Messa in questi termini è una prospettiva scoraggiante. Purtroppo è così e chi compete nella massima serie dell’automobilismo sportivo lo sa.

Laurent Rossi, CEO Alpine, ha raccontato come la franchigia transalpina sta provando a scalare la staccionata senza farsi male cadendo all’indietro. Due anni fa il marchio sportivo della Renault ha impostato un programma da cento gare, ben consci che serve tempo per accasarsi laddove si trovava Mercedes ed oggi Red Bull. Queste squadre hanno impiegato dai tre ai cinque anni per raggiungere la cima. Altre, come Ferrari, anche di più. Il piano è quindi quadriennale o quinquennale. Sotto questa quota, in Alpine, non vogliono sentir parlare di fallimento.

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Alpine A523, Gp Bahrain 2023

F1. La lunga gavetta di Alpine

Per ora, quindi, i francesi si dicono sulla rotta giusta per andare in porto. La parabola descritta dal team è ascendente visto che sono arrivati quinti nel 2021 e quarti l’anno scorso. Prossimo obiettivo? Podio in pianta quanto più stabile. Rossi, però, smorza gli entusiasmi perché è ben conscio che il gap dal terzo posto è ampio e ci si è messa anche l’Aston Martin di mezzo a rompere le uova nel paniere. Perciò, nella stagione in corso, l’imperativo è chiudere quanto più possibile la distanza senza pretendere di colmarla del tutto.

Per erodere questo divario bisogna praticamente salire sui podi con una certa frequenza. Serve istituzionalizzare la presenza nelle zone alte per accrescere anche la mentalità del team. Ma è necessario impiantare anche strutture e mezzi di produzione sempre più efficienti. Rossi ha sottolineato al sito ufficiale della F1 come le sedi di Estone e Viry-Châtillon (base del reparto motori, ndr) siano cambiate nel corso degli anni. Renault ha investito in maniera pesante nonostante momenti di difficoltà economica.

Alpine ha approntato un programma operativo denominato Mountain Climber. Un metodo col quale si individua il benchmark, rappresentato dal migliore della classe, e tutte le annesse strategie per raggiungere quello standard. In ogni settore: da quello tecnico per finire alle risorse umane. E’ un programma di investimenti, di assunzioni, di cambiamenti organizzativi col quale Alpine, nei suddetti 100 GP, intende issarsi lassù dove ora è Red Bull.

Il budget cap può essere una vera e propria risorsa. Renault non poteva spendere come hanno fatto altri gruppi industriali per via di un riassetto societario imposto alla spending review. Oggi che non si possono sforare determinati parametri è possibile operare senza un deficit nei riguardi della concorrenza. Chiaramente il risvolto della medaglia è recuperare più lentamente. Ma concretamente, senza che la forbice possa allargarsi sempre più, come succedeva prima.

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Laurent Rossi, CEO Alpine

F1. L’iper-competitività è una scure per i team che arrancano

Quello che sottolinea Rossi è quanto sia appunto difficile muoversi all’interno della griglia. Un’evidenza che ha espresso anche James Vowles, neo team principal della Williams, dopo lunghi anni trascorsi in Mercedes. “Negli ultimi 15 anni la squadra ha attraversato enormi difficoltà, finanziarie e non, ed è sopravvissuta a tutto. Si è trattato solo di sopravvivenza, rispetto ad altre squadre che avevano i mezzi finanziari. Ecco perché ci sono grandi differenze tra la nostra situazione attuale e quella che dovremo avere in futuro“. 

È incredibilmente difficile arrivare tra le prime tre. Queste squadre hanno risorse che vanno oltre i tuoi sogni, ma hanno anche l’esperienza e le persone migliori sulla griglia“, ha proseguito Vowles.

Ma, nonostante ciò, in Williams ci credono: “Prima di tutto, per compiere concretamente questo progetto bisogna assicurarsi che ogni anno si vada avanti e che non si rimanga nello stesso posto. Questo deve essere il sogno numero uno. Il sogno numero due è fissare un periodo ragionevole nel futuro, intendo anni, in cui inizieremo a progredire: sesto posto, poi quinto, quarto e così via“.

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Pit stop per la Williams durante il Gp del Bahrain 2023

E se per le squadre che premono dal centro gruppo o da dietro è ora difficile risalire, probabilmente lo sarà ancora di più dal 2026, quando altri soggetti si affacceranno alla Formula Uno. Il primo, chiaramente, è Audi che andrà a rinforzare fattivamente l’Alfa Romeo che in questa fase non riesce a smuoversi dalle zone medio basse della classifica.

L’altro soggetto accreditato è quel team Andretti che potrebbe portare con sé i motori Renault – non è un mistero che ci sia un legame tra le parti – o addirittura, più avanti, forse dal 2026-27, i propulsori Cadillac, creando un altro polo tecnico. E si sa che queste grandi case entrano in F1 non per partecipare, ma per provare ad imporsi.

Quindi, con sette potenziali motoristi – includiamo anche Honda – sarà sempre più difficile muoversi verso l’alto perché tutti vorrebbero sedersi al banchetto della festa. Ma il vincitore, come sempre, sarà solo uno.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Alpine, Williams Racing

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