La narrazione distopica di una F1 equilibrata non ha modo di esistere, al momento. Il corpo normativo non lo permette. I fatti raccontano questo. Sostenere il contrario non sembra molto sensato. Eppure c’è chi lo fa. Reiteratamente. Ogni qual volta può. Un vero e proprio aziendalista, insomma. Sì… avete capito. Parliamo di lui. Del buon Stefano.
L’ex ferrarista si trova a capo dell’associazione a stelle e strisce incaricata di “svilire” la massima categoria del motorsport. Chi può dire il contrario? Giusto Domenicali che lo fa appena può. Sempre e comunque. “Non sono affatto d’accordo” ha detto l’imolese, rispendendo all’orda di spettatori giusto un pelo indignati per come viene gestita attualmente la F1.
Il suo disaccordo riguarda vari aspetti. Il primo, dal presidente e amministratore delegato del Formula One Group, viene agitato con frenetica bramosia: non abbiamo assolutamente posto lo spettacolo davanti agli aspetti sportivi. Stefano è una persona molto intelligente ma risulterebbe più credibile, a mio modo di vedere, se “vuotasse il sacco”.
Infondo che male ci sarebbe a dire: ebbene si… dobbiamo racimolare soldi. Molti di più di quelli che stiamo incassando. Per farlo alcuni fattori vanno necessariamente trascurati per dar modo ad altri, in automatico, di poter esprimersi al meglio rimpinguando maggiormente le casse. Ma la schiettezza negli affari non sempre funziona, come in questo caso, evidentemente.
Un’altra frase che possiamo appuntare sul taccuino delle nostre lamentele riguarda i cambi in corsa. L’ultimo giusto un po’ di mesi fa, quando si è deciso di introdurre una direttiva, la TD039, capace di tarpare le ali a più di un progetto tecnico durante la campagna agonistica 2023. A livello teorico, secondo quanto detto, tale provvedimento non farà più presenza. Vedremo.
F1: il budget cap ottiene l’effetto contrario
Il dominio della Red Bull annoia. Non i tifosi della scuderia di Milton Keynes, ma per quanto riguarda il resto dei supporter sommati agli amanti della categoria, di certo, osservare la facilità con la quale ogni domenica le RB19 scappano via non è cosa buona. Tale monotonia non è però imputabile al team campione del mondo in carica. Mentre il fatto che in regime di budget cap recuperare terreno sui competitor sia alquanto improbabile decisamente sì.
Eppure Stefano non è d’accordo. Al contrario pensa che il tetto spesa imposto dalla federazione internazionale farà convergere, nel tempo, le performance delle monoposto appiattendo i valori. Tuttavia la sanzione comminata a Red Bull per lo sforamento della cost cap, alquanto leggera per usare un eufemismo, non sta producendo nessun risultato e non lo farà certamente nella stagione attuale.
Al contrario c’è un aspetto sinistro in tutta questa vicenda e di fatto la questione pare lasciar presagire l’esatto contrario di quello che sostiene Domenicali. Il limite di spesa, come detto, rende tremendamente complicato chiudere un certo gap accumulato rispetto agli avversari. A questo dobbiamo aggiungere l’enorme scaltrezza di Horner e compagni nel trarre beneficio da tale scenario.
Ferrari, Mercedes e Aston Martin lottano anche con il budget cap
La supremazia tecnica della Red Bull è destinata a persistere negli anni a venire? Rispondere ad un quesito del genere non è certo semplice. Ciononostante prevedere un futuro dove i bolidi austriaci continueranno ad essere super competitivi non sembra affatto utopico, principalmente considerando l’altissima preparazione in tutti i campi relativi alla vettura che il gruppo di lavoro capeggiato da Adrian Newey possiede.
Ecco perchè il compito della storica scuderia Ferrari risulta ancora più arduo. La “remuntada”, come dicono i catalani del Barcellona, non è impossibile. In GES stanno lavorando molto forte per farsi trovare pronti ai nastri di partenza del campionato 2024. Tanti i provvedimenti in atto che, se tutto andrà secondo i piani, dovrebbero riportare la rossa nella lotta al vertice. Ne abbiamo parlato nella giornata di ieri, disquisendo del piano operativo che i tecnici di Maranello hanno messo in piedi.
Stesso discorso per Mercedes che oramai ha definitivamente deciso di abbandonare l’equazione mai risolta “zero pod“. Concept davvero interessante sul quale purtroppo, la mancanza di comprensione, ha decretato il fallimento del progetto partorito da Mike Eliot. C’è poi Aston Martin, vera rivelazione del mondiale in corso. La scuderia di Lawrence Stroll fa sul serio e ha tutta l’intenzione di continuare a percorrere la curva di apprendimento per scalare la vetta.
Queste tre scuderie possiedono i requisiti per avvicinarsi e provare l’attacco. Ciononostante il regolamento finanziario pensato per livellare il rendimento della F1 non funziona. Ed è proprio per questo che si ricorre a “scappatoie di plastica”, dicasi Sprint Race/Sprint Shootout, per rendere più emozionante un campionato che di eccitante ha bene poco.
Autore: Silvia Napoletano – @silvianap13
Immagini: Scuderia Ferrari – F1