mercoledì, Maggio 15, 2024

Ferrari: stabilità aziendale per liberare le potenzialità dei tecnici

McLaren, per rilanciare se stessa, ha applicato una politica ben chiara: puntare su tecnici e competenze di un certo calibro ma che, forse, avevano bisogno di rilanciarsi dopo esperienze che non avevano dato i frutti sperati. Se vogliamo è questa la storia di Andrea Stella che, cresciuto in Ferrari, ha lasciato la scuderia dopo che Fernando Alonso ha chiuso la sua “stagione rossa” senza riuscire a portare in Italia il titolo iridato.

La scuderia di Woking volle subito cooptare l’ingegnere di Orvieto che potette godere dell’endorsement dell’asturiano. Ma nel team seppe farsi valere sin da subito scalando le posizioni fino a diventare, quest’anno, il team principal che ha sostituito un pezzo grosso come Andreas Seidl. Stella è uno dei tanti nomi che ha cercato, trovandola, fortuna lontano dall’Italia e dalla Rossa godendo, forse, di modelli organizzativi meno rigidi e che riescono a far liberare il potenziale di ogni professionista.

Alla mente vengono altri casi illustri che hanno contribuito a far diventare la Mercedes la squadra capace di mettere insieme la striscia di successi più lunga della storia della F1: Aldo Costa e James Allison. Ma la lista è più corposa e farne un’asettica descrizione sarebbe superfluo.

Ferrari
David Sanchez ex Head of Vehicle Concepts della Scuderia Ferrari

Ferrari: Sanchez replicherà i successi di Costa e Allison?

C’è un altro tecnico che, recentemente, ha fatto il salto della Manica per andare a lavorare in McLaren, nella “Silicon Valley” della Formula Uno: David Sanchez. Il team principal italiano, per ristrutturare il comparto aerodinamico di Woking, ha quindi deciso di puntare su un pezzo grosso della scuderia modenese. Quel Sanchez che si era dimesso in un vero e proprio fulmine a ciel sereno. L’aerodinamico, in precedenza, aveva lavorato con Stella quando questi era in Ferrari.

Sanchez è quindi un “cavallo di ritorno” (nell’accezione positiva del termine) perché aveva precedentemente operato in McLaren, tra il 2007 e il 2012, come Senior Aerodynamicist e successivamente come Team Leader nel reparto “aero” prima di partire per Maranello nell’ottobre dello stesso anno. Dieci anni in cui David ha ulteriormente accresciuto le competenze assumendo ruoli di crescente responsabilità. 

Un bagaglio tecnico che gli ha permesso di delineare le linee guida della F1-75 e della derivante SF-23. Vetture che, al di là dei problemi che hanno manifestato, hanno rappresentato la vera alternativa al modello filosofico adottato da Adrian Newey con la RB18 e con la RB19

Non è mancato il coraggio all’ingegnere che ha postulato un modello di veicolo che sembrava poter addirittura essere più efficace di quello imbastito da Adrian Newey. Sintomo di creatività molto spiccata. Dote riconosciuta da Stella che non ha esitato a riformare una coppia che può fare le fortune della McLaren.

David è una delle personalità più interessanti e creative della F1, lo prova il fatto che sia nel 2017 che nel 2022, stagioni di grandi cambiamenti regolamentari, la Ferrari abbia iniziato davanti a tutti”, queste le parole che Stella ha rilasciato ai media in occasione del Gp di Gran Bretagna

McLaren
Andrea Stella, team principal della storica scuderia McLaren

Ferrari: stabilità per avere creatività

Se Sanchez riuscirà a diventare quel progettista che riesce a battere la creatività di Newey lo capiremo nei prossimi anni. E se la cosa avverrà, probabilmente, è perché avrà trovato un ambiente di lavoro più consono alle sue caratteristiche, come accaduto ai colleghi illustri Allison e Costa. In Ferrari, forse, è mancato quell’approccio condiviso e non dispotico che si registra nelle realtà che hanno scritto pagine di vittorie della F1

Un bagaglio che, tra le altre cose, a Maranello avevano ma che, negli anni, hanno forse smarrito. La Ferrari di Jean Todt, Ross Brawn, Rory Byrne, Paolo Martinelli e via citando, era un inno alla coralità. I decisori erano ben noti e visibili, ma l’approccio alla risoluzione dei problemi non era mai individuale come ha spesso spiegato chi quell’epoca l’ha vissuta. 

Dopo anni di cambi gestionali senza una logica in cui sono rotolate troppe teste, Ferrari ha bisogno di stabilità per lasciare liberare il potenziale creativo delle figure tecniche di riferimento. Dite che non è così? Lecito avere delle idee peculiari, ma l’esempio di chi sta letteralmente ammazzando la F1 è lampante. Citofonare Red Bull


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Scuderia Ferrari

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2 Commenti

  1. Non c’è alcun “esempio” di chi sta ammazzando la F1. C’è Newey, finita li’. Fuori lui (non è eterno, come nessuno di noi) smetteranno di vincere. Faccio presente che qualche tempo fa ebbe problemi di salute e non potè lavorare appieno in F1 i risultati si sono pesantemente ripercossi sulla Rb nonostante la sua “stabilità aziendale” (tranne quando si tratta di far fuori i piloti)…

    • La stabilità in Red Bull si configura anche nelle posizioni apicali (Horner, Marko). Idem in Mercedes. Ferrari, dopo Todt, ha ghigliottinato team principal, tecnici, maestranze. Con risultati evidenti. Almeno per lo scrivente.

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