Ferrari è convinta di poter performare al meglio in Ungheria e proprio per questa ragione ha lavorato molto sodo durante gli ultimi giorni all’interno della gestione sportiva. La preparazione all’undicesimo round della campagna agonistica 2023 prevede una possibile modifica al retrotreno. Parliamo di una nuova versione di ala posteriore per massimizzare la spinta verticale e contestualmente qualche ritocco aerodinamico all’avantreno.
Per il resto, come abbiamo ribadito nella giornata di ieri, in questa F1 dominata dalla Red Bull i contendenti al ruolo di seconda forza sono diversi. In concreto parliamo di Mercedes, Aston Martin, McLaren. Le differenze sono minime e variano attraverso alcuni parametri: adattabilità al layout, setup aero-meccanico, strategie, aggiornamenti e bontà alla guida dei piloti. Il team di Maranello si presenta all’Hungaroring con cauto ottimismo, convinto che l’insieme dei fattori suddetti possa beneficiare la SF-23.
Gp Ungheria 2023: Ferrari apprende dai propri errori
La pista magiara è molto tortuosa e spesso, per le sue caratteristiche, viene equiparata a Montecarlo come tipologia di circuito. In effetti esistono diversi tratti dove il grip derivante dalla meccanica sarà fondamentale. In linea generale a Budapest si pende per una messa a punto meno rigida al posteriore per favorire la trazione. Requisito senza dubbio cruciale per ottenere buoni riscontri cronometrici.
A livello aerodinamico si cercherà di massimizzare l’aderenza fornita dalle gomme e, al contempo, minimizzare quanto più possibile lo scivolamento nell’ottica della lunga distanza in gara. Pertanto il compromesso tra i vari criteri più significativi della vettura deve fare presenza. Bisognerà curare il comportamento della ruota nell’aggredire i cordoli, bilanciando al meglio i diversi trasferimenti di carico.
Lo scorso anno la F1-75 arrivò nella regione di Mogyoród con grandi speranze poi non confermate dalla pista. Sebbene la capacità di trazionare doveva produrre tanta competitività, le problematiche legate alla gestione dell’asse anteriore complicarono i piani. L’avantreno tendeva a scivolare, rendendo difficile centrare l’apice della curva per tracciare la traiettoria di percorrenza più proficua. Inoltre tale comportamento creava un problema termico, in quanto l’anteriore sinistra si “cuoceva” alla fine della tornata.
Mercedes fece un balzo in avanti in qualifica con Russell che conquistò la partenza dal palo. Un risultato dettato in gran parte dall’ottima attivazione delle mescole, grazie alle temperature dell’asfalto più fresche della media. Un comportamento che ritroviamo altresì nell’attuale monoposto di Brackley. Al contrario, la finestra operativa della F1-75 si ridusse parecchio tra libere e qualifica, diventando ancor più piccola in gara. Questi feedback saranno molto utili al Cavallino Rampante per non “cadere” nel medesimo scenario.
A livello di configurazioni verranno adottati pacchetti ad alto carico. Non esiste infatti un guadagno effettivo nel considerare un assetto più scarico. Questo perchè il beneficio ottenuto sul rettilineo principale verrebbe neutralizzato nelle zone guidate, generando un ulteriore perdita cronometrica nei tratti guidati. In Ungheria i punti di downforce aggiuntivi fanno comodo sempre.
Ferrari SF-23: diversa strada sulla messa a punto meccanica
Cosa dobbiamo aspettarci dalla Ferrari? Il quesito è di quelli importanti. Cercando di rispondere possiamo dire che secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione gli ingegneri della rossa proveranno a compensare i problemi sofferti nel 2022 testando un setup molto differente. Non parliamo di un cambio in termini di carico installato, ma bensì ci riferiamo ad una strada dissimile sul bilanciamento meccanico.
L’anteriore troppo debole limitava la F1-75 a centro curva, elemento che in parte ha ridotto la trazione. Rispetto alla Ferrari, il pole man Russell riuscì quasi in ogni curva ad andare prima sul gas, in quanto la rotazione della sua W13 era migliore. Ecco perché lo studio sul setup meccanico di base ha variato diversi parametri necessari per ottimizzare il rendimento. Un cambio importante che attende conferme in pista.
Pirelli si presenta in Ungheria con la sua gamma più morbida, dove le finestre di funzionamento delle gomme risulteranno più simili tra una mescola e l’altra. Lo sforzo longitudinale sarà parecchio elevato, fattore che Ferrari ha dimostrato di saper gestire con una certa facilità. Tuttavia il posteriore della rossa potrebbe facilmente andare in overheating, d’altronde quello di Budapest è un tracciato così detto rear-limited.
A tal proposito, considerando i grattacapi all’anteriore che Ferrari pensa di poter risolvere, risulterà vitale mantenere i quatto compound nel giusto range di temperatura per tutto l’arco della tornata, condizione ideale sempre molto difficile da raggiungere. Per farlo i ferraristi dovranno essere molto abili a risparmiare le gomme nel T1 senza perdere prestazione, arrivando alla soglia massima della temperatura solamente all’ultima curva del giro.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich –@niccoloarnerich