Sulla lotta FIA vs F1, interviene Marko, il consulente al catering della Red Bull, con la trovata geniale: “Andretti dovrebbe comprare Alpine”. Mentre il presidente federazione internazionale continua il suo braccio di ferro con la Formula Uno al grido: “Dieci no, undici, addirittura dodici”, e quest’ultima è arroccata invece sul “10 e non più 10” paventando l’apocalisse (che poi nell’anno Mille non ci fu essendo la frase “1000 e non più 1000” perlopiù una leggenda illuministica), ecco che d’improvviso ti spunta Marko a proporre la mediazione. Lui, sì proprio lui! “E lui o non è lui? Cerrrrto che è Lui!”
Ce lo vedete con il ramoscello d’ulivo in una mano? Certo che sì, ma nell’altra mano, nascosto dietro la schiena, avrà un bel coltellaccio che vabbè essere buoni, ma mica fessi! A parte gli scherzi dovuti all’astinenza da F1, in effetti la proposta di Marko non è affatto banale. Intanto le sue parole (rilasciata a Sport1): “Comprare la Alpine sarebbe la cosa migliore per tutti. La Formula 1 manterrebbe i suoi 10 team, Andretti potrebbe finalmente entrare e la Renault potrebbe ancora essere coinvolta”.
L’obiezione che ti viene spontanea è che se qualcuno non ci ha già pensato, evidentemente non è fattibile. Ci sono, infatti, due variabili da valutare in merito a tale suggestiva ipotesi. Primo: chi dice che Renault voglia uscire in modo così brutale da perdente, vendendo tutto? Si potrebbe tornare ad una sinergia diventando solo co-proprietaria del team e fornitore di PU, ma sapete bene come sono in Renault. Non sono abituati a perdere. E con il palmares che hanno, seppur impolverato, ne hanno ben donde.
Secondo: il figlio di Piedone Andretti, ha già un’alleanza con la Chrysler per entrare come nuovo team. Questo lo scenario attuale. Come abbiamo già scritto e ricordato, tutto verte attorno al denaro. Con il nuovo patto della Concordia in vigore, il piatto dorato che la F1 lascia alle scuderie non varierà nel suo totale. Quindi se entra una nuova squadra la fetta per ognuno diventa più sottile. E’ quindi comprensibile il “niet” di Domenicali che, in questo caso, rappresenta tutti e dieci gli attuali team presenti in F1.
FIA vs F1: la genialata di Marko
E proprio per scoraggiare nuove scuderie (o parzialmente rifondere le altre squadre già presenti) si è creata una tassa ad hoc del valore di 200 milioni di dollari. La posizione del presidente della federazione invece è opposta e Ben Sulayem si è esposto proprio per avere uno o due altri team in F1, tra l’altro con argomenti robusti. Il presidente ha ricordato che l’evenienza di avere nuovi team è espressamente prevista dal regolamento e che la FIA deve essere arbitro e fare l’arbitro.
Le parole del presidente: “La FIA, in quanto ente regolatore, deve esaminare tutte le richieste e noi l’abbiamo fatto. La manifestazione di interesse era la cosa giusta da fare. So che alcuni team non sono contenti, perché vedo l’impatto finanziario che ciò avrebbe su di loro”, che poi aggiunge: “Si tratta di aggiungere una scuderia o di acquistare una squadra esistente? Non sta a me imporre alle grandi squadre. Ma quello che dobbiamo fare è rispettare il processo, la due diligence finanziaria e tecnica”.
Ora, ecco l’irruzione di Marko con la sua proposta/provocazione/suggerimento che tale, probabilmente, resterà. Nel frattempo Domenicali, da consumato democristiano, dopo la fase “del bastone” è in quella “della carota” e pronuncia parole molto concilianti verso la Fia: “Troveremo un accordo insieme, perché il valore delle squadre e della Formula 1 è molto, molto alto in questa epoca”. In ogni caso, poche settimane e il rebus si chiarirà.
Autore: Mariano Froldi -@MarianoFroldi
Immagini: Formula Uno