domenica, Aprile 28, 2024

Penalità mancate e interpretazioni incoerenti: la F1 chiede uniformità di giudizio

Mancano poche ore all’accensione del primo semaforo in fondo alla pit lane di Suzuka. Sarà questo l’atto formale che darà il via al sedicesimo appuntamento stagionale della F1 che vede protagonista il Gran Premio del Giappone nel quale la Red Bull potrebbe laurearsi campione del mondo costruttori. E questo l’obiettivo degli uomini di Milton Keynes che vengono da un Gran Premio di Singapore ricco di problemi che si spera siano stati risolti dopo lunghe e profonde sessioni di analisi dati fatte in sede.

Gli spunti offerti da Marina Bay sono molteplici e disparati, dalla vittoria della Ferrari, al recupero prestazionale della Mercedes per proseguire col processo di consolidamento della crescita di una McLaren MCL60 che a ogni pacchetto di update fa uno scatto in avanti molto sensibile. 

Ovviamente il tema principale è stato quello dell’arretramento prestazionale della RB19. In molti si interrogano quali siano state le cause che hanno determinato una confusione tecnica generale che ha portato Sergio Perez e Max Verstappen ad essere estromessi dalla Q3 e a sottoperformare nell’arco dell’intero weekend. Direttiva tecnica 018, assetto del tutto sbagliato, peculiarità della pista. Ognuno di questi elementi potrebbe essere la risposta. Ma anche un mix degli stessi. Fatto sta che, in Giappone, i campioni del mondo in carica intendono tornare a fare ciò che sanno fare meglio: vincere dominando. 

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Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) – Gp Singapore 2023

Questi sono aspetti tecnici che riguardano direttamente il team diretto da Chris Horner. Ma c’è un altro elemento che è emerso dal Gran Premio di Singapore è che stavolta riguarda la totalità della Formula Uno. Fatti che in effetti hanno generato più di una polemica e qualche fastidio da parte degli avversari. Bisogna riavvolgere le lancette proprio alle qualifiche dell’evento asiatico nelle quali la Red Bull è stata sollevata da apparentemente evidenti responsabilità.


F1: giurisprudenza inapplicata

Verstappen, durante le qualifiche di sabato passato, è stato coinvolto in ben tre episodi controversi che avrebbero potuto portare a delle penalità in griglia. Due delle tre circostanze si sono verificate in pista con possibili impedimenti a Yuki Tsunoda e a Logan Sargeant. Il terzo fatto è un ritardo ingiustificato nella partenza dopo che il semaforo verde era scattato in fondo alla pit lane con il campione del mondo accusato di aver deliberatamente rallentato le altre vetture durante qualifiche concitate.

Il blocco a Tsunoda ha costretto il pilota della AlphaTauri ad abortire il suo giro. Verstappen se l’è cavata con una reprimenda. Qualcuno ha fatto anche notare nessun che rappresentante del team faentino si era presentato all’incontro con i giudici che intendevano far chiarezza alludendo ad una strategia concordata tra due team riconducibili alla stessa propietà.

La FIA ha dovuto specificare che non aveva inviato una convocazione formale ad AlphaTauri per spegnere le illazioni. Ma la cosa ne ha alimentate altre poiché l’ascolto del pilota danneggiato è una prassi più che diffusa. Perché s’è interrotta? Nessuna precisazione è giunta dagli organi federali. 

L’altro caso, quello relativo alla Williams di Logan Sargeant, non è stato nemmeno considerato. Cosa che invece è stata fatta con lo stop inspiegato in pit lane. Ascoltando i team radio era chiaro che Max si aspettasse di essere oggetto di indagini visto che aveva riferito che partire 11°, 15° o ultimo non avrebbe fatto la differenza considerando le prestazioni preoccupanti della monoposto.

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L’impeding non sanzionato ai danni di Yuki Tsunoda (AlphaTauri) da parte Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing)

Per farla breve, alla fine l’olandese se l’è cavata con un pacchetto di due reprimende e una multa di 5000 dollari. Roba che sembrava riportarci al discount delle sanzioni: infrangi tre, paghi (poco) due. Questo atteggiamento da parte dei giudici ha fatto storcere più di un naso all’interno del paddock della F1 che invoca una volta e per tutte coerenza nelle pene. Talvolta sembra che la giurisprudenza non esista e questo mina la credibilità della serie. 


La F1 chiede pari trattamento

E’ stata soprattutto Aston Martin a domandare coerenza nelle punizioni, ma dai rumors che arrivano dalla pancia della F1 ci risulta che anche altre scuderie abbiano fatto sentire la propria disapprovazione a chi di dovere. In analoghe circostanze – questa l’accusa – i commissari hanno comminato una pena che constava all’arretramento in griglia di tre posizioni. Nel caso di Max, autore di più impedimenti, si sarebbe dovuta applicare la somma delle sanzioni. Proprio per questo non si comprende perché la mano del giudice sia stata così leggera. 

Tom McCullough, head of performance della scuderia di Silverstone, ha pubblicamente detto che pretende linearità applicativa. “Gli steward hanno tutte le informazioni. Quello che vogliamo veramente è la coerenza“. Pensiero condiviso sicuramente anche dagli appassionati che non vogliono perdersi in decisioni cervellotiche ed incoerenti che animano polemiche e dietrologie. 

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Tom McCullough, performance director di Aston Martin

Il sistema sanzionatorio della F1, così come di qualsiasi ordinamento sportivo (e non), deve essere chiaro e leggibile. Si tratta di un principio cardine del diritto che, ahinoi spesso, nella categoria regina del motorsport non è stato la stella polare. Non si può permettere che, alternativamente, in soggetto piuttosto che un altro operino in una specie di contesto che riporta al concetto del legibus solutus secondo cui un determinato attore è sciolto dal vincolo del rispetto della legge. 

Red Bull non è parte in causa, anzi è vittima di applicazioni normative ondivaghe perché di certo, per una questione di integrità, non vuole passare per una realtà che opera in regime speciale. I top team e quelli di fascia medio-bassa devono avere il medesimo trattamento. Ma qui ritorniamo all’atavico problema della F1 che non ha un board giudicante fisso e che invece cambia di gara in gara con linee interpretative che talvolta appaiono schizofreniche.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1TV
, Aston Martin, Oracle Red Bull Racing

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