sabato, Luglio 27, 2024

Gp Giappone 2023/Analisi prestazionale qualifica Ferrari SF-23: la carenza di carico limita la capacità di cornering

La Red Bull conferma d’esser tornata in vetta dopo che nello scorso week end di Singapore, la Ferrari, a sorpessa, aveva vinto con Carlos Sainz. Dopo l’introduzione della TD018 (che non c’entrava nulla con la carenza di performance a Marina Bay) e l’aggiornamento alla TD039, la Red Bull ribadisce, in Giappone, di non esser stata intaccata dalle disposizioni deliberate dalla Federazione.

Anche quest’oggi la RB19 si conferma molto bilanciata e con un livello di carico verticale molto elevato. La monoposto si esalta nelle curve ad ampio raggio del T1, specialmente nei vari cambi di direzione, dove altre monoposto hanno invece alcune incertezze. Nel momento in cui Verstappen cambia direzione nella sequenza di curve dello “Snake“, la monoposto risulta molto agile, ma soprattutto consente di mantenere delle velocità minime elevate. Proprio in quel frangente Max riesce a guadagnare maggiormente.

La Red Bull è sembrata anche più composta nella percorrenza dei cordoli dell’ultima chicane alla cui uscita tendeva a perdere qualcosa in trazione. In termini di altezze da terra sembrano essersi abbassati ulteriormente di pochi millimetri, cosa che ha permesso loro di trovare il setup ideale per la monoposto.

Gp Giappone 2023/Analisi prestazionale qualifica Ferrari SF-23: Red Bull dominante in tutti i settori

Osservando i macro settori, vediamo che Verstappen, quest’oggi, ha dominato in lungo e in largo su tutta la pista. In Red Bull hanno ottimizzato anche la percorrenza del secondo tratto del tracciato in cui ieri sembravano più deboli. Difatti il primato era andato a Leclerc che si trova invece in terza posizione.

In questo settore la Rossa era leggermente sotto i tempi di Verstappen e di Piastri, cosa che non ha reso possibile centrare la prima fila. In casa Ferrari non hanno fatto un passo indietro quest’oggi, è stata la McLaren a farne uno in avanti. Sulla SF-23 non sono stati apportati grossi cambiamenti al setup, tanto che i dati telemetrici sono simili tra le libere e oggi.

A livello di handling, la monoposto è abbastanza bilanciata, anche se il carico posteriore manca. Ciò in cui è decisamente carente la vettura italiana è la stabilità nelle fasi di appoggio nella percorrenza delle curve veloci, fattore che abbiamo già evidenziato nella giornata di venerdì. Per cui, pur essendoci un buon bilanciamento, la carenza di downforce limita la capacità di cornering della monoposto.

Qui sopra troviamo il confronto con i micro settori tra le due vetture. Vediamo che il primo settore è predominato dal colore blu della Red Bull. I segmenti evidenziano, nello specifico, un imperio nella fase di percorrenza, mentre in fase d’uscita la Rossa può dir la sua, riuscendo ad avere buone capacità di trazione anche attorno ai 200kmh. Curva 9 è territorio Ferrari, mentre ieri, ricorderete, perdeva una buona dose di velocità minima.

L’allungo che porta al tornantino è molto segmentato. Sintomo, questo, del fatto che le due vetture in quella zona erano pressocché alla pari. Ricordiamo invece che nella giornata di venerdì la RB19 numero 1 riusciva ad arrivare alla staccata della 11 con qualche km/h in più. La Rossa, quindi, da ieri ha lavorato sia sul fronte setup, su cui avevano già ben operato, ma anche a livello di pilota. In alcuni punti della pista, infatti, Leclerc aveva ancora del margine di miglioramento per limare ulteriori frazioni di secondo.

Inoltre vediamo che la RB19, rispetto alla giornata ai primo due turni di libere, ha utilizzato delle mappature dell’endotermico e dell’ERS più spinte. Questo aspetto lo confermano anche i dati relativi alle velocità massime e minime.

Quest’oggi la monoposto numero 33 ha avuto una top-speed di 335 km/h contro i 330 km/h delle seconde libere. Un delta di 5 km/h di miglioramento tra sedute. Ferrari, invece, nelle FP2, faceva segnare circa 330 km/h ed oggi ha avuto un margine positivo di circa 3 km/h. Interessante notare che Piastri ha avuto una top speed di 331 km/h rispetto ai 322 km/h di ieri, mentre il suo compagno di squadra si è fermato a 325 km/h. A livello di velocità minime invece la situazione è rimasta pressoché invariata.

Interessante notare come Russell e Hamilton abbiano prodotto velocità minime così ridotte rispetto a Ferrari e Red Bull. In genere, nel lento, riescono ad avere un buon grip meccanico. Tuttavia soffrono nel veloce anche loro rispetto a Red Bull e McLaren e nella giornata di ieri il team aveva detto che puntava a migliorare proprio il T1. Una possibile spiegazione è quindi quella che abbiano irrigidito maggiormente il sistema sospensivo (barre antirollio) in modo da ottenere una piattaforma aerodinamica più stabile, perdendo però in termini di percorrenza alle basse velocità.

Come vediamo dal grafico qui sotto, la media velocistica alle basse velocità dà ragione alla Mercedes, la quale ha livellato le prestazioni nel lento in modo da poter usufruire maggiormente del fondo nel veloce, avendo quindi un carico verticale più stabile.

Analizzando il consueto grafico delle velocità medie per tipo di curva, notiamo che il gap velocistico nelle pieghe ad ampio raggio tra Ferrari e Red Bull è notevolmente aumentato. Se ieri la media di Verstappen nel veloce era di 236 km/h, oggi è salito a 342 km/h! La SF-23 invece ha incrementato la propria velocità di percorrenza di soli 2 km/h. Rispetto alla McLaren, si nota che il confronto non è affatto male.

La vettura di Woking durante il venerdì ha dovuto mettere a posto più aspetti della monoposto, soprattutto perché erano consci di poter abbassare gli intertempi nel T1, ma non sono riusciti a trovare subito il setup che gli consentisse di arrivare a ciò. Hanno quindi lavorato sulle altezze da terra per riuscire a trovare un bilanciamento che rendesse la MCL60 la monoposto più vicina alla RB19 nel tratto veloce del T1.

Tuttavia, dai dati non sembrerebbe così, visto che la RB19 riesce ad avere ben 10 km/h medi in più nel veloce. Pensiamo quindi che avrebbero potuto avere ancora del margine per avvicinarsi ulteriormente in determinati tratti della pista.

In definitiva, il grafico qui sopra rappresenta le reali forze in campo. I tempi, infatti, sono quelli ‘ideali’, ovvero calcolati sommando i migliori intertempi per ogni pilota. La McLaren è a circa 3 decimi e mezzo dai battistrada della Red Bull, mentre la Rossa è a quasi 7 decimi, motivo per il quale sarebbe stato difficile raggiungere una prima fila quest’oggi. La prima Mercedes è a quasi un secondo di distacco. Dopo le libere avevano deciso di concentrarsi nel migliorare il T1, ma i riscontri in pista non ci sono stati.


Autori e grafici: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich

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1 commento

  1. Vettura con 10 kmh medi più veloce delle altre monoposto. Pneumatici che non si usurano. E noi dovremmo credere che è tutto regolare, dalla monoposto agli Pneumatici…

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