giovedì, Maggio 16, 2024

Red Bull dovrebbe capire: “Lui è fatto così” o “ha una certa età” sono motivazioni inaccettabili

Helmut Marko è il consigliere e responsabile del vivaio giovani piloti della Red Bull ed è un volto molto presente nel paddock di F1. Nell’analizzare la sua figura si tende ad avere pareri discordanti. Parliamo di un personaggio che in gradi alzare diversi polveroni mediatici a causa di tante, e forse fin troppe, dichiarazioni infelici, ma anche di una figura che ha dato un grande contributo nello scovare piloti di grande bravura.

Nel ruolo di “scopritore di talenti” ha sempre dimostrato di saperci fare e di avere un ottimo fiuto, per di più. Ricordo che quando decise di mettere un certo Max Verstappen, un ragazzo di soli 17 anni, alla guida di una vettura di F1, tutti o quasi lo definirono un folle. Marko vinse quella scommessa, però, regalando al Circus un nuovo campione.

Sui giovani piloti, ne ha scelti di ottimi. È un un uomo duro con i giovani, ma se non riescono a sopravvivere a Helmut, non sopravvivranno mai alla massima categoria del motorsport. Horner, team principal della Red Bull, conferma quanto Helmut sia tosto ed esigente con i giovani e sottolineando come non sia affatto semplice sopravvivere al “metodo Marko”: Kvyat, Ricciardo, Gasly, Albon, Tsunoda, Perez e De Vries ne sanno qualcosa.


Red Bull, Marko: il futuro dei piloti nelle sue mani

Chiaramente i piloti devono fare i conti con un’enorme pressione sulle proprie spalle: devi essere veloce, portare punti, stare al passo con il compagno di squadra e ridurre al minimo la percentuale di errori in pista. Gli alfieri Red Bull devono inoltre fare i conti con Marko che, come si è potuto constatare da episodi del passato, non si fa tanti problemi a retrocederli o a mandarli via.

È uno che può costruirti o distruggerti. Potrebbe far paura, ma non è così perché sa essere spietato ma allo stesso tempo intellettualmente e onesto. È un uomo di un’immensa intelligenza. Come sottolinea Ricciardo, Marko può plasmare il tuo destino. Probabilmente prende certe decisioni per far reagire i piloti. Certe azioni possono provocare una reazione positiva ma, in alcuni casi, possono distruggere la loro carriera. Marko vede tutto o bianco o nero: se sei veloce rimani altrimenti sei fuori.

Marko
Duo olandese: Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) e Nyck de Vries (Scuderia AlphaTauri) chiacchierano sulla griglia di partenza – Gp Bahrain 2023

Questo non è un ragionamento sbagliato, anche perchè è chiaro che quando arriva l’occasione di correre in F1 bisogna saper dimostrare il proprio valore. Tuttavia si dovrebbe avere il tempo di poter crescere e migliorare, senza essere giudicati troppo frettolosamente. De Vries, per esempio, è stato licenziato dopo sole dieci gare con la seguente motivazione:

“A Baku ha iniziato bene il weekend e pensavo che avrebbe fatto meglio, ma poi ha avuto un nuovo incidente. Sfortunatamente, non l’ha fatto per fare un super giro, il che ci ha stupito. Dovevamo fare qualcosa. Perché dovremmo aspettare e cosa contano altre due gare se non vedi alcun miglioramento? Nyck è un ragazzo molto simpatico, ma la velocità non c’era”.

Una decisione sicuramente impetuosa che il manager austriaco motiva senza mezza termini. Leggendo questa dichiarazione si può notare un’altra delle sue caratteristiche principali ovvero l’esser schietto e diretto, parliamo di un uomo senza peli sulla lingua che dice una cosa e lo fa senza remore. Apprezzo la schiettezza di chi sa dire fino in fondo la verità, anche quando questa può essere scomoda o amara.

Non deve venir meno però il rispetto e la capacità di riflettere, ponderando bene le parole prima di parlare. L’essere schietto non dev’essere preso come giustificazione per certe sue uscite infelici. Rimasi abbastanza perplessa quando rilasciò un’intervista in cui dichiarò che, per gestire l’ira di Tsunoda, gli era stata affiancata la figura di uno psicologo. Non c’è niente di cui vergognarsi nel dire “vado da uno psicologo”, intendiamoci, ma purtroppo nella società odierna è un argomento tabù soggetto a troppi pregiudizi.

Marko
Il giapponese Yuki Tsunoda (Scuderia AlphaTauri)

Marko in quel caso violò la privacy di Yuki, mettendolo in una posizione di profondo disagio. Doveva essere il pilota a decidere se e quando condividere la notizia. A parer mio la frase ancor più grave che pronunciò fu quando definì il pilota giapponese un “bambino problematico”, sottolineando come tutti “dovremmo tenere le emozioni sotto controllo”.

Queste parole, dette con totale superficialità, feriscono non solo Yuki ma anche chi, ogni giorno, si ritrova a dover fare i conti con la gestione delle proprie emozioni. Fanno sentire queste persone sbagliate e inadeguate e non è certamente un bel messaggio da far passare visto che la F1 è uno sport che ha un grosso seguito.


Red Bull, Marko: il “perdono di convenienza” di Sergio Perez

Di uscite infelici Marko ne ha fatte tante, l’ultima riguarda Sergio Perez: A Monza ha offerto senza dubbio uno dei suoi migliori fine settimana, ha avuto qualche problema in qualifica, ma è sudamericano e non riesce a concentrarsi come faceva Sebastian Vettel o Max Verstappen“.

Collocamento geografico a parte visto che il Messico occupa la parte meridionale dell’America settentrionale, fa male leggere “è sud americano e non riesce a concentrarsi”. Purtroppo gli stereotipi e i luoghi comuni sono una piaga che affligge questo mondo. Essendo siciliana più volte mi son ritrovata di fronte allo stesso tipo di commento e posso assicurare che non è piacevole da ricevere. Sappiamo, grazie alle dichiarazioni rilasciate dal pilota messicano, che tra i due è avvenuto un incontro privato in cui Marko ha chiarito l’accaduto scusandosi.

Red Bull
Helmut Marko a colloquio con Sergio Perez (Oracle Red Bull Racing)

“Ho avuto una conversazione privata con lui. Si è scusato e questo è l’aspetto principale. Andiamo avanti. Ho un rapporto personale con lui e penso che si possano sempre avere questi sentimenti quando si vedono certe cose. Conoscere la persona aiuta molto, perché so che non intendeva dire questo”.

Comprendo che Perez abbia voluto in qualche modo stemperare un po’ i toni, soprattutto perché lavora a stretto contatto con Marko e non voleva creare ulteriore tensione, ma penso, come già detto prima, che comunque non i debba sempre giustificare questo comportamento con pensiero del tipo “lui è fatto così”. Ecco il commento di Lewis Hamilton:

“Le parole di Marko sono inaccettabili. Non si può chiedere scusa e tutto va bene, bisognerebbe fare di più. Ci sono molte persone che stanno combattendo questo genere di cose, ma è difficile muoversi se ce ne sono altre ai vertici che hanno questo tipo di mentalità che ci impedisce di progredire. Ciò che ha detto Marko, onestamente, non mi sorprende. Non c’è spazio per la discriminazione in questo sport.

Non è positivo per noi, non è positivo per la F1. Tutto ciò mette in evidenza quanto lavoro vada ancora fatto sotto questo aspetto. Molte persone, anche all’interno del paddock, cercano di combattere questo tipo di cose, ma si tratta di una missione difficile ed è davvero un peccato”.

Leggendo vari commenti sulla vicenda, mi è capitato più volte di leggere la frase “è un uomo di ottant’anni che ha idee del passato”. L’età anagrafica di una persona non può essere utilizzata come una scusa, anche perché nella vita non si smette mai di crescere e di migliorare. Il 15 settembre è stata resa pubblica una nota ufficiale da parte della FIA: Possiamo confermare che Marko ha ricevuto un warning scritto e gli sono state ricordate le sue responsabilità come figura pubblica nel motorsport, in linea con il Codice Etico della federazione“.

Come viene sottolineato nel comunicato, Marko è una “figura pubblica nel motorsport” e come tale da lui ci si aspetta che dia il buon esempio. Anche la scuderia di Milton Keynes ha preso provvedimenti nei suoi confronti. È stato reso noto infatti come l’ottantenne austriaco continuerà comunque a svolgere la sua funzione di consulente all’interno della squadra Red Bull ma con delle limitazioni: potrà solo occuparsi di questioni puramente legate al Motorsport e non potrà più parlare di certi argomenti o di persone se non per questioni puramente di natura puramente sportiva.


Autore: Roberta Nibali – @Roberta07love

Immagini: Oracle Red Bull Racing

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