domenica, Aprile 28, 2024

Ferrari/Andretti: l’ipotetico accordo sulle PU non convince per una ragione

Il caso Andretti rischia di trasformarsi in una telenovela senza fine. Una situazione per certi versi strana in quanto il team capeggiato dal figlio di “Piedone” ha offerto tutte le garanzie del caso, anche quelle e economiche tanto importanti per Liberty Media. Gli sforzi profusi da Michael, figlio di Mario, sono davvero encomiabili e soprattutto fattuali. La Federazione Internazionale lo sa. Lo ha reso noto lo scorso 2 ottobre in attesa che vengano trovati i corretti accordi commerciali con la FOM.

I più continuano a sostenere che recentemente sia emerso un precontratto con Renault per la fornitura delle power unit. Noi di Formula Uno Analisi Tecnica lo avevamo anticipato più di otto mesi fa, tramite un intervista esclusiva con l’ex campione del mondo di F1 Mario Andretti. All’epoca avevamo spiegato il piano originale nel suo insieme, sottolineando come il gruppo a stelle e strisce nutriva aneliti davvero importanti.

Ferrari Andretti
il sorriso di Mario Andretti, campione del mondo 1978

Parliamo di una base operativa europea utile a gestire al meglio tutte le tematiche relative alla pista, quali aggiornamenti delle monoposto e il mero lavoro da svolgere in pista. Senza contare la partecipazione ai campionati propedeutici, Formula 2 e Formula 3, dando forma a una sorta di fucina per giovani talenti, attraverso la quale si puterebbe alla valorizzazione dei piloti americani spesso bistrattati dalla massima categoria del motorsport.


Ferrari/Andretti: la spinosa questione PU

Tornando al presente facciamo un inciso importante che ci aiuterà al ragionamento che segue. La fornitura Renault è a forte rischio. Il motivo è “semplice”: il preaccordo ha consumato la sua fattualità per via del ritardo nell’accettare Andretti Formula Racing LLC in F1. Sino a quando il Formula One Group non fornirà il suo benestare, pertanto, le negoziazioni con Apine non saranno riaperte. La FIA ha messo le cose in chiaro in tal senso, rassicurando gli statunitensi.

Quando un team di F1 non ha un motore per regolamento gli va fornito. Ma la domanda che sorge spontanea riguarda questo particolare caso, perchè resta da capire se il provvedimento in questione vale quando una scuderia sta entrando all’interno del Circus. L’obiettivo della FIA è chiaro. Lo spiega Ben Sulayem sostenendo che faranno di tutto per aiutare Andretti a trovare una power unit.

Nell’attesa di poter mettere in piedi una propria factory dedicata ai propulsori, la scuderia americana potrà bussare alla porta dei costruttori con una fornitura minore. Si parla quindi di Honda ma anche e soprattutto di Ferrari negli ultimi giorni. Il Cavallino Rampante, di fatto, perderà la fornitura verso l’attuale Alfa Romeo Sauber comprata dai tedeschi, vendendo le sue unità di potenza alla sola Haas. Per questa ragione le speculazioni di un possibile accordo con il team di Maranello spopolano.

Ferrari Andretti
Michael Andretti a colloqui con Mohammed Ben Sulayem

Tuttavia, a quanto appreso ultimamente dalla nostra redazione, malgrado i vice campioni del mondo in carica non abbiano posto il bastone fra le ruote all’ingresso di Andretti in F1, non sarebbero convinti che un accordo per somministrare i motori possa portare particolari vantaggi. Le ragione sono due, basicamente: la prima riguarda le modalità del compromesso, essendo sostanzialmente una fornitura ponte. La seconda il tema politico. Al contrario di quanto si racconti, di fatto, “fare comunella” con un rookie del genere non farebbe accrescere affatto il peso della Ferrari agli occhi della FIA.

Questo perché la squadra interessata non ha la minima intenzione di recitare un ruolo da comprimaria sotto l’ala protettrice della rossa, pronta ad appoggiare a prescindere tutte le battaglie e le posizioni prese dal team italiano. Il gruppo Andretti Formula Racing LLC parte da un semplice presupposto: entrare nell’olimpo del motorsport dalla porta principale. Fare da spalla non è contemplato nelle mire.

Tuttavia il vile Dio Danaro va sempre considerato. Una fattore che senza dubbio si attesta come parametro considerevole, anche se di Ferrari si tratta. Per questa ragione l’eforato italiano non esclude a priori un’eventuale attesa anche se, come detto, preferirebbe poter “dettare legge” nell’ipotetica transazione. Tenendo presente le tempistiche allungate di questa faccenda, le occasioni per trattare nuovamente il tema non mancheranno.


Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz

Immagini: Nicolas Carpentiers Scuderia Ferrari Formula Uno

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