mercoledì, Maggio 15, 2024

Ferrari studia le metodologie di crescita McLaren

Sei gare al termine del campionato che dopodomani, alla fine della sprint race, potrebbe decretare il verdetto più importante. A Max Verstappen mancano una manciata di punti (tre per la precisione) per laurearsi campione del mondo e non vi sono elementi per immaginare che l’obiettivo non sia centrato già alla fine dei 100 e poco più chilometri della gara veloce di Losail. Non c’è bisogno di raggiungere questo traguardo per decretare la schiacciante superiorità della Red Bull sulla Ferrari e su qualsiasi altro competitor

Dopo quasi due campionati completi di “F1 next gen” è evidente che sia stata la squadra anglo-austriaca ad “imbroccare” (virgolette che servono a sottolineare che nulla accade in forza del fato) il concept vincente. Evidenza ratificata da una forbice prestazionale che si è allargata molto rapidamente ed in maniera inesorabile. 

Il 2023 doveva essere l’anno del gran recupero favorito dall’Aerodynamic Test Regulation e dalla penalità imposta ai campioni in carica. Nulla di tutto questo è avvenuto visto che Ferrari e Mercedes si sono smarrite nei loro concetti che la pista ha sonoramente ed irrimediabilmente bocciato. Quantificare il distacco concreto della SF-23 dalla RB19 è pressoché impossibile. E non solo perché il delta si allarga o si restringe (poco) in base alla pista, ma soprattutto poiché è netta la sensazione che Max Verstappen, in gara, non guidi mai al 100% delle possibilità che la sua vettura gli offre.

Red Bull
Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing)- Gp Suzuka 2023

Ferrari: il deficit dalla Red Bull è davvero di mezzo secondo?

Carlos Sainz ha sottolineato come la Red Bull goda di circa mezzo secondo di vantaggio. Una stima al ribasso a ben vedere che sarebbe comunque frutto di un vantaggio temporale di un paio d’anni. Come recuperare questo gap? Domandona da milioni di euro alla quale non ci azzardiamo a rispondere.

Ferrari, come qualsiasi altra scuderia, ha due sentieri da battere: o si “copiano” i migliori o si continua ad andare per la propria via. Questa seconda opzione si è rivelata assai fallimentare visto che non c’è capotecnico che non abbia più o meno ammesso che la filosofia concettuale definita da Adrian Newey sia quella vincente e che si sposa al meglio col contesto normativo vigente.  

Quindi, scartata l’opzione della fedeltà concettuale, alla Ferrari non resta che adeguarsi, non pedissequamente, a quanto fatto dai colleghi d’oltremanica. Ma facendo ciò si mette in conto che si parte con un bel ritardo che, seppure non è di due anni, è di certo molto pingue. 

Sainz, che ha parlato a margine di un evento organizzato da uno dei suoi sponsor personali, ha ammesso che non sarà facile arrivare al livello di chi sta dominando proprio grazie al vantaggio che ha saputo accumulare. 

Ferrari
lo spagnolo Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) a bordo della sua SF-23 – Gp Giappone 2023

Lo spagnolo ammette che in Ferrari sono consapevoli che a questo punto è necessario  concentrarsi solo su se stessi senza arrovellarsi nel rammarico del tempo perduto. Ricucire lo strappo con la Red Bull è un’impresa ciclopica, specie in un arco temporale breve come un inverno. Ma lo spagnolo non vuole saperne di alzare bandiera bianca prima di averci provato. Il madrileno prende come esempio la McLaren la cui rimonta, partita in Stiria, è diventata il modello al quale più o meno tutti guardano.


Ferrari osserva le mosse della McLaren

Gli uomini di Woking hanno offerto una speranza: recuperare in poco tempo molti decimi di secondo è possibile nonostante l’ATR e la tagliola del cost cap. Ma bisogna andarci piano col determinismo: il caso particolare non fa mai legge generale e non basta mutuare alcuni concetti, cosa che ha fatto la storica equipe inglese, per dare una sterzata poderosa alla stagione.

Se la McLaren è riuscita a fare uno step così importante sono certo che anche una scuderia come la Ferrari può essere in grado di farlo. Sappiamo su cosa dobbiamo lavorare e cosa dobbiamo migliorare”. Queste le sensazioni di chi la McLaren la conosce bene provenendo proprio da quel mondo. Basteranno i mesi che ci dividono da qui ai primi di marzo per limare sensibilmente la distanza? 

McLaren
Oscar Piastri e Lando Norris durante il Gp del Giappone 2023

Qualche mese fa, rispondendo a questo quesito che va facendosi annoso, Charles Leclerc, mai abituato a lanciarsi voli pindarici dall’alto del suo pragmatismo, non si mostrò troppo ottimista dato che riteneva il fieno messo in cascina dalla Red Bull di proporzioni così mastodontiche da non poter essere esaurito in poco tempo. Sulla stessa idea si sintonizzò Lewis Hamilton che parimenti ritiene difficile che già nel 2024 si realizzi quella piena convergenza prestazionale che può restringere il campo in maniera drastica.

Ma se i due suddetti piloti si dicono meno ottimisti questo non significa che sia impossibile. Ferrari ha il compito di lavorare con serenità ben sapendo che Red Bull viene da una stagione record che non potrebbe avere eguali per molti molti anni. Tutti i miglioramenti che arriveranno dovranno essere presi con favore perché in F1 non esistono formule magiche capaci di ribaltare, in presenza di un contesto normativo stabile, i valori in maniera netta.  

Il mondiale che sta per chiudersi ha mostrato che andando sulla scorta di quanto fatto dalla Red Bull è possibile recuperare ampio margine. Lo ha raccontato Aston Martin, lo ha detto McLaren. E visto che Ferrari parte davanti a queste due realtà, le possibilità che si possa approntare una stagione sorprendente ci sono. Anche se non sono elevatissime.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Scuderia Ferrari, Oracle Red Bull Racing

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