martedì, Maggio 14, 2024

Red Bull: al via le grandi manovre per il controllo del team

Sedici gare vinte su diciassette, il titolo piloti e quello costruttori in archivio, prestazioni inavvicinabili per la concorrenza, record scritti e riscritti con una frequenza impressionante. Questo il 2023 della Red Bull che va sulla scia di un 2022 chiuso da dominatori. Due macchine perfette, la RB18 e l’erede RB19, per una scuderia che della perfezione ne ha fatto uno standard operativo.

Un’oasi felice quella di Milton Keynes? Stando ai risultati la risposta è sì, ma sotto il pelo dell’acqua si muovono correnti che crescono in intensità e che potrebbero generare un vero e proprio maremoto. Per ora filtrano solo indiscrezioni da fonti giornalistiche serie (la sudamericana O Globo, ndr) ma non per questo  necessariamente attendibili. Almeno sulla questione. Ma certi spifferi hanno radici abbastanza profonde e le ultime voci le fortificherebbero ulteriormente.

Red Bull: quota austriaca e thailandese in aperto scontro

Veniamo ai fatti. Pare che sia in corso uno scontro tra due anime della scuderia di cui Helmut Marko e Chris Horner sono rappresentanti. Una tensione talmente forte che il consiglio di amministrazione di Red Bull GmbH potrebbe mettere in discussione lo status di super consulente esterno dell’ottantenne di Graz. Una discreta bomba che si sta per armare.

Red Bull
Dietrich Mateschitz, ex patron del team Red Bull

La questione sarebbe esplosa con la morte di Dietrich Mateschitz dalla quale sarebbe scaturita una lotta di potere interna. Ricordiamo che Red Bull è un’azienda dalle due anime: quella austriaca, da un lato, quella thailandese dell’altro. L’uomo d’affari di Sankt Marein im Mürztal aveva lasciato la gestione al figlio Mark, ma questa decisione è stata nei fatti impugnata dagli azionisti asiatici che sono vicini a Chris Horner. I Mateschitz, di contro, hanno in Helmut Marko il loro uomo. 

Da qualche tempo l’ala Horner ha preso sempre più spazio nei team di F1 tanto da apporre il controllo anche in AlphaTauri con la nomina di Peter Bayer nel ruolo di CEO dell’equipe faentina. Un processo lento ma inesorabile che è stato anche alla base della rottura con Porsche. Gli austriaci spingevano per un legame forte con la casa tedesca, i thailandesi, capeggiati da Horner, premevano per una maggiore autonomia. Da qui l’accordo con Ford che garantisce il prosieguo dell’avventura del reparto powertrains di Milton Keynes

Nella settimana che sta per iniziare si dovrebbe tenere il consiglio di amministrazione del gruppo Red Bull. Una delle questioni sul tavolo sarebbe proprio il futuro di Helmut Marko. Secondo il media che ha lanciato l’indiscrezione l’ex pilota di Graz deve temere seriamente per la sua posizione in seno al team.

Red Bull
Sergio Perez e Chris Horner (Oracle Red Bull Racing), Stagione 2023

Red Bull, Marko e Horner: un rapporto non più solido

Quindi la situazione sembra essere così delineata: da un lato Christian Horner, sostenuto dalla corrente asiatica, e dall’altro Helmut Marko che è l’uomo al quale si deve l’idea di Dietrich Mateschitz di abbracciare il progetto F1. Chiaramente il figlio Mark resta legato ad Helmut mentre Horner, con un’azione diplomatica sottotraccia, ha ottenuto il supporto di Oliver Mintzlaff, pezzo grosso nel consiglio di amministrazione della multinazionale dopo la morte del magnate austriaco.

Questi riassetti interni si mescolano temporalmente, senza quindi poter capire di preciso se certi fatti precedono o succedono altri, con alcuni eventi che hanno caratterizzato un 2023 di trionfi. Prendiamo la gestione di Sergio Perez. Horner è sempre stato più comprensivo, quasi protettivo nei confronti di un pilota in palese difficoltà emotiva e tecnica. Marko, dal canto suo, è risultato sempre molto tagliente, acido, diventando quasi controproducente per il team.

Il messicano non è un uomo dello junior team proprio dall’austriaco diretto e questa cosa non gli è mai andata troppo a genio. Da qui le stilettate pubbliche e certe anticipazioni strategiche che forse sarebbero dovute rimanere nascoste. Vedasi l’interesse per Lando Norris. Un caso gestito molto male da Marko.

Vero che il conducente di Guadalajara potrebbe essere sostituito già l’anno prossimo (Horner spinge per Daniel Ricciardo che egli stesso ha voluto nel team dopo due anni difficili in McLaren), ma ci sono tanti vincoli contrattuali incrociati che imporrebbero buon senso e prevederebbero trattative private invece che uscite da piazzista alle quali sovente si è assistito. 

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Helmut Marko e Christian Horner (Oracle Red Bull Racing) – Stagione 2023

Qualsiasi sarà l’epilogo di questa opposizione interna è evidente che Red Bull rischia di compromettere, almeno parzialmente, il funzionamento di un meccanismo che dall’esterno è apparso perfetto. Forse, però, la grandezza del sodalizio anglo-austriaco sta proprio nella capacità di rendere marginali questioni che altrove sarebbero invece sconquassanti senza perdere di vista il vero obiettivo: vincere. Cogliete un riferimento alla Ferrari? Siete correttamente maliziosi…


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Oracle Red Bull Racing

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