martedì, Maggio 14, 2024

Red Bull: il programma piloti 2025 prende corpo

Le cronache recenti hanno narrato di un ambiente Red Bull tumultuoso. Dietro la patina delle vittorie ci sarebbe – o ci sarebbe stata – una forte tensione che ha visto protagonisti Christian Horner e Helmut Marko, quello che apparentemente è sempre stato un solido blocco di comando. Al centro del contendere ci sarebbe la gestione della scuderia in un passaggio delicato apertosi dopo la morte di Dietrich Mateschitz.

Horner sarebbe sostenuto dalla corrente thailandese di Red Bull GmbH; Helmut Marko, l’uomo al quale si deve l’idea di defunto manager austriaco di abbracciare il progetto F1, sarebbe legato a Mark Mateschitz, figlio di Dietrich ed erede della quota europea del gruppo leader nella produzione di bibite energetiche. Il solco tra i due si è aperto quando Horner, con un’azione diplomatica sottotraccia, ha ottenuto il supporto di Oliver Mintzlaff, pezzo grosso nel consiglio di amministrazione della multinazionale dopo la morte del magnate austriaco.

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Helmut Marko e Christian Horner (Oracle Red Bull Racing) – Stagione 2023

Red Bull: Sergio Perez fa litigare Horner e Marko

Questi riassetti interni si sono mescolati temporalmente senza far comprendere, dall’esterno, se certi fatti precedono o succedono altri. A un clima tempestoso – che negli ultimi tempi pare essersi rasserenato – ha contribuito anche la gestione di Sergio Perez. Horner è sempre stato il soggetto più comprensivo, quasi protettivo nei confronti di un pilota in palese difficoltà emotiva e tecnica. 

Marko, dal canto suo, è risultato spesso molto tagliente, acido, diventando quasi controproducente per il team e per il ragazzo che solo ultimamente ha trovato prestazione accettabili ed in linea con le richieste di un top team. Il messicano non è un uomo dello junior team proprio dall’austriaco diretto e questa cosa non gli è mai andata troppo a genio. Da qui le stilettate pubbliche e certe anticipazioni strategiche che forse sarebbero dovute rimanere nascoste. Vedasi l’interesse per Lando Norris. Un caso gestito molto male da Marko.

Fino a qualche settimana fa era forte l’impressione che il conducente di Guadalajara poteva essere sacrificato già l’anno prossimo nonostante i tanti vincoli contrattuali incrociati che imporrebbero buon senso e prevedrebbero trattative private invece di uscite da piazzista alle quali sovente si è assistito.

Horner, nel caso di un clamoroso avvicendamento, avrebbe spinto per Daniel Ricciardo che egli stesso ha voluto nel team dopo due anni difficili in McLaren e che ha spinto al ritorno in attività con la controllata AlphaTauri in luogo di un deludente Nyck de Vries che, è bene sottolinearlo, proveniva da ambienti Mercedes. Una caratteristica che ha contribuito a ricompattare il duo Horner-Marko che non ci ha pensato un istante prima di dare il benservito all’olandese. 

L’ex pilota di Graz non s’era opposto alla promozione di Ricciardo. Un atteggiamento concessivo che ha avuto i suoi frutti quando l’australiano si è infortunato, in Olanda, dovendo saltare ben cinque gare per la rottura del polso della mano destra. Ecco che la sua posizione da direttore dello junior team Red Bull si è fatta sentire. Immediatamente escluso il richiamo di de Vries, Marko ha preteso – e ottenuto senza troppe reticenze – che il terzo pilota Red Bull, Liam Lawson, prendesse il sedile della AT04.

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Liam Lawson (Scuderia AlphaTauri) ottiene i primi punti in F1 nel Gp di Singapore 2023

Red bull: il futuro si chiama Lawson?

Una scelta felice visto che, nonostante le pessime performance sciorinate dalla vettura concepita da Jody Egginton, il neozelandese è stato in grado di ottenere due punti e di mostrarsi mediamente consistente. Prestazioni non passate inosservate che si sono a lungo incastrate con quelle contemporanee di Sergio Perez che in alcune circostanze erano state quasi disastrose. Da qui l’idea di promuovere Liam in Red Bull già nel 2024. Cosa che aveva fatto riaprire la tensione con Horner che, al massimo, avrebbe puntato su Ricciardo se il messicano avesse dovuto fare le valigie prima del previsto.

Lawson, in questa specie di guerra fredda, è stata una pedina. Il ragazzo non si è lasciato tirare per la giacca e, sapendo che può costruirsi un futuro nobile, ha accettato il ruolo senza dolersene più di tanto. In cinque weekend di gara il pilota ha attirato gli sguardi degli addetti ai lavori. Ed è questo ciò che importa davvero. Ecco perché non c’è rammarico dopo il richiamo in panchina. Le migliori chance per tornare stabilmente in F1 passano dal rimanere legato al progetto giovani della Red Bull.

Il pilota di Hastings, al podcast della Formula 1 Beyond The Grid, ha espresso il suo pensiero: “È frustrante non guidare il prossimo anno, ma continuerò a trarre il massimo dall’essere ancora coinvolto in Formula Uno. Sono un pilota della Red Bull, se mai avrò un’opportunità di correre in F1 lo farò con loro. Penso che sarà la Red Bull Racing a darmi una possibilità“.

Lawson era già stato vicino al grande salto, ma i vertici di Milton Keynes, in accordo con quelli faentini, hanno deciso di puntare su altri nomi in un percorso di crescita che deve compiere ancora alcuni passaggi. “All’epoca stavamo vivendo una stagione di F2 deludente e abbiamo invertito la rotta solo alla fine, ma era troppo tardi. Ho fatto dei buoni test in F1, ma ormai la decisione di ingaggiare de Vries era stata presa, quindi è stato frustrante”. 

Credo però di essere riuscito a capirne il motivo dato l’andamento della mia stagione – ha proseguito Lawson Anche quest’anno, sebbene io stia disputando una stagione migliore, in una squadra che sta faticando, c’era la possibilità di scegliere tra qualcuno che non è mai stato in Formula 1 e chi ha molta esperienza e che ha già vinto delle gare come Daniel Ricciardo. È frustrante da accettare, ma posso dare un senso a questa decisione e comprenderla”.

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lo sguardo deciso di Daniel Ricciardo (Alpha Tauri) – Gp Messico 2023

Le gare in sostituzione di Ricciardo sono punteggio su un curriculum che va consolidandosi. Il 2024 sarà l’ultimo anno di Perez in Red Bull e, visto che la scuderia difficilmente affiancherà una stella a Max Verstappen (il nome di Lando Norris, seppur affascinante, a rigor di logica non rientra nei canoni aziendali), le quotazioni del neozelandese salgono di mese in mese. E non è detto che non possa esservi un cambio in corsa perché per Horner e Marko sarebbe anche legalmente più semplice giubilare un pilota che offre pessime prestazioni con pochi mesi di contratto da spendere.

Per questo motivo Lawson resta a bordo campo a scaldarsi, pronto a rispondere alla chiamata dell’allenatore. Il treno F1 è passato ma potrebbe ritornare con un posto riservato in prima classe. Serve pazienza, ma lentamente tutte le tessere del puzzle sembrano andare a comporre. 


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, Oracle Red Bull Racing

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