Formula 1

F1|Mercedes: l’abitudine subcosciente alla sconfitta nutre gli insuccessi

Mercedes: eppure stiamo parlando del team che ha riscritto la storia della F1 sfruttando la rivoluzione turbo-ibrida. Ben 15 titoli mondiali in otto stagioni, a cui manca il mondiale piloti dolorosamente scippato nella controversa gara di Abu Dhabi 2021. Da allora il team di Brackley sembra non essersi più ripreso. La rivoluzione regolarmente più invasiva degli ultimi decenni non è stata sfruttata dalla Stella a Tre Punte che a partire dal 2022 ha iniziato un declino prestazionale.

I presupposti per il downgrade erano preventivabili. Red Bull da anni aveva messo in atto un grande insourcing senza precedenti, portando a Milton Keynes decine di ingegneri Mercedes. Un’emorragia che Toto Wolff non ha saputo o voluto arginare? Il dubbio è legittimo specie quando all’apice del successo ci si sente imbattibili. Un po’ come la sindrome che sta colpendo Horner, convinto di poter vincere anche senza il contributo di Max Verstappen. Il knowledge transfer ha consentito al team austriaco di chiudere il gap con Mercedes già nel 2021, per poi dominare con il ritorno delle monoposto ad effetto suolo.

Senza giri di parole prima Mike Elliott e ora James Allison non hanno compreso come far funzionare questo tipo di vetture. Per una squadra come quella tedesca, dotato di importanti risorse infrastrutturali e un capitale umano invidiabile, dopo due anni era lecito attendersi risultati al livello del recente passato. Ormai non ci credono nemmeno i piloti, nonostante le frasi di circostanza. Ogni qual volta sembra aver imboccato la direzione giusta per elevare le performance, il verdetto della pista spegne in maniera crudele il cauto ottimismo, proprio come accaduto nello scorso weekend a Suzuka.

Lewis Hamilton in difficoltà con la Mercedes W15 durante il Gp del Giappone 2024

La situazione diventa ancora più imbarazzante considerando la superiorità di team clienti come McLaren e Aston Martin che, sostanzialmente, corre con un solo pilota: Fernando Alonso. Nonostante la stagione sia solo al principio appare talmente simile al passato biennio. Per questo si potrebbe considerare improbabile un recupero prestazionale simile a quello messo in mostra da McLaren nella seconda parte della scorsa campagna. L’abitudine alla sconfitta per certi versi è peggiore dell’insuccesso.


F1|Mercedes: l’addio di Hamilton è la certificazione del declino

Con il senno di poi il prematuro divorzio tra Lewis Hamilton e Mercedes è figlio della sfiducia dell’epta campione del mondo nelle potenzialità delle frecce d’argento. Il trasferimento in Ferrari, che lo scorso anno aveva terminato alle spalle del team anglo-tedesco, è uno schiaffo dal valore simbolico molto grave per l’immagine del brand. L’aspetto più demoralizzante per gli uomini Mercedes è che il “faro” del team abbia riposto maggiori speranze di successo in una scuderia che ha espresso lo stesso livello di competitività della W14 nel 2023.

Lewis Hamilton dopo le fatiche in Giappone con la Mercedes W15

A differenza del 2013, quando Niki Lauda illustrò con maestria il vantaggio competitivo che Mercedes avrebbe avuto nel settore delle unità di potenza ibrida sulla base di evidenze tangibili ( Mercedes lavorava da anni alla architettura proposta dalla FIA,) attualmente Wolff non può garantire nulla. Ora facendo l’avvocato del diavolo, per quale ragione un campione del calibro di Hamilton avrebbe dovuto lasciare la sua comfort zone sapendo di poter contare a breve su un’arma micidiale simil W04?


F1|Mercedes: la corte a Verstappen è il disperato tentativo di tornare al top

In questo contesto appare logico il pressing ossessivo del team principal austriaco su Max Verstappen, considerato l’unica pedina in grado di riequilibrare i rapporti di forza. Il motivo è duplice: sottrarlo alla concorrenza Red Bull e con lui attrarre importanti figure di Milton Keynes legate al tre volte campione del mondo olandese. Ma rispetto alla trattativa portata avanti da Niki Lauda nel 2012 per portare Hamilton a borda delle frecce d’argento oggi sembra che oltre al vil denaro, il manager austriaco non abbia assi nella manica.

il ghigno di Toto Wolff, team principal e co-proprietario di Mercedes AMG F1 Team

Difficile pensare che il pilota di Hasselt ceda alle lusinghe Mercedes. Max ha dimostrato di sapersi isolare dal clima pesante ( un eufemismo, nda) che regna all’interno del team F1 con base a Milton Keynes. Insomma se la coppia Verstappen/Red Bull non è scoppiata alla vigilia di questa stagione, non c’è ragione che faccia pensare a un divorzio anticipato rispetto al contratto di collaborazione con il team austriaco che lo lega fina al 2028.


autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Immagini: Mercedes AMG F1 Team

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  • ......... la sensazione mia, vista da fuori, è che l'attuale W15 sia niente di meno che la W14 con le pance laterali, accorciata di passo spostando le masse radianti ai lati ed un nuovo cambio per le sospensioni riviste.I difetti sono gli stessi. Sono tre anni che sentiamo Lewis lamentarsi di avere un posteriore che tende a passare davanti ..... Dategli un ca@@o di macchina per lottare almeno e non un bell'autobus !!!!!

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Pubblicato da
Roberto Cecere