sabato, Luglio 27, 2024

F1, Red Bull: upgrade sulla RB20 nelle prossime settimane

Red Bull ha perso a Monaco. Ottavo round della F1 targata 2024 che ha visto una RB20 in difficoltà. Grattacapi peraltro già spoilerati dagli stessi protagonisti che, in avvicinamento al weekend di gara, non avevano nascosto diverse preoccupazioni legate al rendimento della vettura austriaca tra le stradine del Principato. A Monte Carlo il fattore più importante per una monoposto è la trazione, fondamentale sul quale la scuderia di Milton Keynes eccelle. Ciononostante il “difettuccio” al front end dei bolidi colorati di blue racing hanno reso il tutto tremendamente complicato.

La migrazione del balance verso il retrotreno non viene digerita bene dalla Red Bull. L’anteriore, in tale contesto, a differenza di quello della Ferrari SF-24 si indebolisce quando il centro di pressione si sposta verso il posteriore. Le diverse modiche alla messa a punto e il fine tuning del sabato hanno massimizzato il potenziale della RB20 che però, conti alla mano, non ha rese vita facile al tre volte campione del mondo di F1. Verstappen si è lanciato in una serie di solite lamentele via radio, nelle prove libere, quando il suo mezzo meccanico non offriva l’handling da lui desiderato.

Red Bull F1
Max Verstappen (Red Bull) a bordo della sua RB20 – GP Monaco 2024

Risultato? Max è andato in sofferenza e per ovviare a questa mancanza prestazione è stato costretto a dare fondo a tutto il suo talento. Purtroppo le doti strepitose dell’olandese non sono bastante per aggiudicarsi la pole e di riflesso una “comoda” vittoria. Al contrario la difficoltà lo ha indotto in errore, tanto che nella Q3 il suo miglior tempo è valso solamente la sesta piazza, dietro le due Ferrari, le McLaren e la Mercedes di George Russell. La zona di comfort abitata nella stagione 2023 non esiste più. Urgono rimedi, sotto forma di update per ristabilire un gap sulla concorrenza che oramai pare non esserci quasi più.

F1, Monaghan rinnova e attacca: Red Bull porterà nuovi update presto

Durante il venerdì del Gran Premio di Monaco, la nostra redazione ha avuto la possibilità di ascoltare Paul Monaghan. Lo abbiamo fatto direttamente in pitlane tramite un incontro organizzato per il media nei pressi del garage del team austriaco. Il capo degli ingegneri di pista della Red Bull, l’uomo che dirige coloro che costruiscono il setup della monoposto, si è espresso su diverse tematiche. La più interessante riguarda in fatti relativi alle ultime gare. Sia McLaren che Ferrari si sono avvicinate alle prestazioni del team campione del mondo, di fatto eguagliandole o addirittura superandole in determinati circuiti.

“L’aspetto visivo di un aggiornamento aerodinamico non è necessariamente indicativo della sua performance. Non è che la RB20 sia lontana dal passo che vogliamo, per cui non dobbiamo sperimentare cercando grossi cambiamenti sulla monoposto. Abbiamo una macchina molto competitiva e un understanding elevato. Non dobbiamo mettere in dubbio il nostro processo di sviluppo e abbiamo aggiornamenti interessanti che sono in arrivo. Sono i tempi di produzione che determinano le tempistiche, non si tratta di una reazione facciamo per reagire al fatto che i distacchi si sono ridotti“, raccolta Paul.

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Paul Monaghan, chief engineer di Oracle Red Bull Racing

Ne abbiamo parlato molte volte durante le analisi sugli aggiornamenti dei team. Tra il portare un pacchetto di aggiornamenti in pista e il risultato cronometrico che da esso deriva c’è un mare intero. Le varie soluzioni vengono sviluppate al CFD cercando impostazioni che possano essere innovative. Questa di fatto è la parte creativa. Poi bisogna testarle nella galleria del vento che costituisce il secondo check, sino ad arrivare agli esami della pista. All’interno di questo scenari va ricordato un fatto: il lavoro svolto può offrire riscontri minori rispetto alle aspettative o in certi casi non valere praticamente nulla.

I software e i metodi simulativi riproducono la realtà, ma hanno dei limiti ovviamente. Sono modelli matematici che cercano di rappresentare qualcosa di reale e “continuo”. Per fare esempio, quando la monoposto modificata scende, si può notare che, con un determinato angolo di volante, la massa fluida che scorre su alcune superfici della monoposto stalla e di riflesso produce un’instabilità nociva in certe condizioni. Ci possono essere infiniti problemi e per questo è inutile stimare i decimi guadagnati con una certo upgrade. Neanche i team lo sanno per certo.

Tornando a Paul Monaghan il britannico ci tento a sottolineare come la scuderia di Milton Keynes non sita affatto reagendo a quello che succede in pista per le altre scuderie. Il piano di sviluppo è stato programmato da diversi mesi. Provvedimenti attraverso i quali porteranno degli aggiornamenti durante le prossime settimane. Inoltre ha parlato anche di un altro aspetto molto importante, riguardo al fatto che il gap tra le squadre di testa si è ridotto ed essenzialmente quasi scomparso. In Red Bull, come sottolineiamo da tempo oramai, hanno una conoscenza enorme della propria vettura.

Proprio per questa semplice ragione, molto spesso, quando i tecnici su indicazione dei piloti realizzato dei cambiamenti alla messa a punto, la vettura reagisce nel modo voluto. Anche altre squadre al momento riescono a fare lo stesso, estraendo tutto il potenziale dalla proprio monoposto grazie al setup in pista. I target è quello di costruire il giro in diverse maniere con livelli di carico e settaggi sospensivi differenti. Per dirla alla Binotto, “si tratta di capire” solamente quale combinazione si adatta al meglio al mezzo meccanico e successivamente implementarla.

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Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) sfiora il guard rail a bordo della RB20 – GP Monaco 2024

A margine di quanto detto, però, va comunque menzionata la difficoltà che il team campione del mondo in carica di F1 sta affrontando. Questo perché nonostante il know how sulla vettura sapendo cosa fare, alcuni limiti del progetto RB20 sono emersi. Tratti distintivi che non consentono di accedere alla massima competitività dell’auto. Per questo gli imminenti upgrade che Red Bull proporrà, potrebbero dare una grossa mano con un duplice scopo: da una parte alzare il picco massimo di performance e dall’altra sbloccare rendimento quando le caratterisiche delle pista non sono troppo affini alla vettura.


Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz

Immagini: Oracle Red Bull Racing – F1Tv

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