È davvero finita? Non proprio! ma è tosta…

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Quattro
gare e quattro doppiette Mercedes,
178 punti nei costruttori su 180 conquistati (cioè il 98,8%disponibili) sono un inizio che forse nemmeno Toto Wolff nei suoi sogni più arrapanti si immaginava. Un 4-0 che
lascia basiti tutti, in un Mondiale che era stato presentato come quello della
sfida totale tra le frecce d’argento che volevano battere i record dei mondiali
consecutivi ed una Ferrari impegnata
nel difendere quel suo record. Un 4-0 più
pesante del dovuto tant’è vero che gli uomini di Maranello hanno avuto la palla del pareggio in quel di Sakhir…ma comunque si parlerebbe di
un 3-1 a vantaggio dei grigi. Dopo la gara azera, tra i tifosi ferraristi è già
scattata la sfida per scrivere “Anche quest’anno vinciamo il prossimo” e
“Pensiamo al 2020”.

Sarà
veramente così? Andiamo a vedere!

Classifica
alla mano la situazione non è per niente disastrosa, almeno in quella piloti.
Bottas 87, Hamilton 86, Vettel a -35
e Leclerc a -40 con in mezzo Max Verstappen
. La classifica è corta è questo è dovuto al fatto che Hamilton e un rigenerato Bottas si sono equamente spartiti le
vittorie di in questi primi round mondiali. La Ferrari dovrà essere brava a sfruttare questo dualismo per
rosicchiare punti e rimanere in corsa per il titolo, chissà mai che magari
ritorneranno fuori le tensioni già viste nel box tedesco ai tempi della lotta Hamilton-Rosberg.


Se la graduatoria
piloti è corta, la stessa cosa non si può dire per quella dei costruttori: tra
la squadra di
Brackley e quella di Maranello ci sono già ben 74 lunghezze
(quasi due doppiette). Se per riaprire la lotta per il titolo piloti basta una
gara storta di entrambi i piloti
Mercedes
per i costruttori è molto più tosta… ma in diciassette gare può davvero succedere
ancora di tutto.

Tuttavia al
momento le classifiche sono le cose meno preoccupanti in questo mondiale. Infatti
addentrandoci più a fondo nelle sfaccettature del campionato, possiamo facilmente
notare come Mercedes abbia grandi
capacità che si contrappongono al fare “goffo” di Ferrari, che spesso
(troppo) sono pasticcioni.

Il team tedesco
sembra funzionare come un orologio svizzero: la macchina è perfetta in tutte le
condizioni e tipologie di piste dimostrando una altissima affidabilità, inoltre
la gestione in pista è machiavellica… con un team che spesso gioca
letteralmente a “far impazzire” gli altri (vedi il doppio pit a Shanghai o la
strategia nelle qualifiche azere). In Ferrari
di contro troviamo una vettura “meteoropatica”, che ha sofferto terribilmente i
cambi di temperatura in questi primi appuntamenti. L’affidabilità poi non è certo
parsa l’arma migliore. Senza dubbio parte di questi problemi sono dovuti al
fatto che la SF90 fatica veramente a
centrare le strette temperature di esercizio delle gomme Pirelli 2019, con una vettura abbastanza aggressiva con i compound che
forse non sta dando i frutti sperati ai Binotto e compagnia.

A tal
proposito, aprendo una parentesi, leggo in questi giorni polemiche sul fatto
che la marca italiana di pneumatici  quest’anno abbia proposto le famose gomme con
il battistrada ribassato di – 0,4 mm che tanto amava Mercedes. È giusto ricordare come con queste gomme Vettel vinse con
la sua SF71-H il Gran Premio d’Inghilterra, anche in un modo abbastanza convincente. Chiusa
parentesi.

Ad una
vettura con le sue difficoltà bisogna aggiungere poi una squadra che ci mette
del suo per sbagliare il possibile, tra errori dei piloti (Vettel in Bahrain e Leclerc
a Baku
), assetti sbagliati (si vocifera di un Wehrlein inadatto al ruolo di
pilota del simulatore), e delle strategie di difficile comprensione anche se metti
la Nasa ed il CERN a studiarci su…
 
A BARCELLONA PUÒ INCOMICIARE UN
ALTRO MONDIALE

Arrivato a
questo punto voi direte: “È inutile che continuiamo a guardare questo mondiale,
possiamo celebrare
Mercedes e andare
tranquillamente al mare…Invece no!”
Io
solitamente ho un detto: il vero Mondiale parte da Barcellona.


Si perché
le prime quattro gare sono sempre atipiche, mentre dalla Spagna ci si confronta
in condizioni più veritiere, che ritroveremo poi per tutto il resto del
mondiale. Insomma sul tracciato di Montmelò
non ci si nasconde, con le reali potenzialità delle differenti squadre che
escono chiaramente allo scoperto. Nel luogo dove tutto è cominciato, dove la Ferrari volava ma anche dove si sono
visti i primi problemi d’affidabilità, tutte le scuderie porteranno degli aggiornamenti.

A Maranello dovranno fare uno sforzo
enorme, realizzando due passi in uno per pareggiare quello che Mercedes ha fatto tra la prima e la
seconda sessione di test pre-stagionali (altro punto forte dei tedeschi:la
capacità di reazione alle difficoltà), per provare a dare una netta sterzata a
questa stagione fin’ora a chiare tinte grigio-verde.


Se cosi non
sarà ecco il rischio di vivere un replay della stagione 2016, dove il duello Bottas-Hamilton potrebbe essere l’unico vero motivo
d’interesse. 
A Barcellona
la
Ferrari si gioca la stagione. D’ora in poi, se la storica scuderia italiana vorrà nutrire speranze di giocarsi il titolo, dovrà essere
perfetta in tutti gli ambiti, dimostrando grande forza sia nello sviluppo della vettura che nella
gestione del team.


Gli
avversari non aspettano…

Autore: Mattia Maestri – @mattiamaestri46
 

 

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