GP Francia 2019: Analisi Onboard Ferrari

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Siamo giunti all’ottavo appuntamento del mondiale 2019. Dopo aver archiviato, infatti, il vivace (ma ricco di polemica) GP di Canada, il circus della F1 ha fatto ritorno nella più vicina Europa dando vita ad un GP di Francia lonely (citando Vettel) se si guarda alla gara dei tre top team. Le posizioni fatte registrare in qualifica dai due piloti Mercedes, sono infatti state confermate all’arrivo, con il team di Brackley che porta a casa l’ennesima doppietta stagionale. Un gran premio lonely (in solitaria) per entrambi: Hamilton autore di una gara magistrale ha infatti dato al compagno di squadra diversi secondi fin dalle prime tornate; Bottas d’altro canto è rimasto in solitaria ad inseguire con un ritmo tale che a molti è persino venuto il dubbio che la sua monoposto avesse una qualche tipologia di problema. A seguire le due Mercedes, un ottimo Charles Leclerc anch’egli autore di una gara solitaria in cui non ha mai avuto ritmo sufficiente in gara per impensierire veramente Bottas e non ha altresì sofferto la presenza di Verstappen subito dietro. In solitudine anche Sebastian Vettel: partito settimo si è liberato infatti delle McLaren nei primissimi giri di gara per poi fare una gara che lui stesso ha definito lonely sul finire. 

Una gara insomma, particolarmente noiosa se si guardano le prime posizioni. Verstappen stesso, nonostante si trovasse tra le due Ferrari e poteva quindi essere l’ingrediente peperino del Gran Premio, ha condotto una gara eccezionale ma non è riuscito ad impensierire Leclerc né essere impensierito da Vettel. 

Onboard Ferrari GP Francia

Concentriamoci, come di consueto nel nostro Last Car is on the Grid sulla GP di Francia osservando gli onboard delle due Ferrari partendo, questa volta, da Charles Leclerc. Il pilota monegasco è stato autore probabilmente della seconda gara più bella di quest’anno se si eccettua la gara in Bahrain persa per una noia tecnica. Fin dalla partenza, il pilota monegasco ha infatti dimostrato di essere particolarmente a proprio agio sul circuito francese: bellissima la lotta con Verstappen in uscita di curva 2, con le due monoposto particolarmente appaiate. Charles è inoltre spesso andato oltre i limiti della vettura nel settore 3, grazie ad una spiccata attitudine alla percorrenza della curva 11 (la doppia piega a destra), che nel corso dei giri ha impostato tirando sempre al limite le sue gomme. In questo GP, infatti, in radio è tornato prepotente il tema delle Pirelli. Sia Sebastian che Charles si sono spesso preoccupati dell’usura delle coperture, probabilmente generata dalle alte temperature della pista e la particolare conformazione delle lunghe curve, in cui la percorrenza con (il consueto) assetto sottosterzante non ha fatto alto che scaldarne la superficie.

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La Ferrari di Leclerc si è ben comportata nel primo stint con gomma media e proprio per questo motivo la squadra ha scelto nel corso del giro 8 di andare con il piano A. È stato infatti chiesto a Leclerc di mantenere un distacco prossimo almeno ai 2.2 secondi su Verstappen per evitare un sorpasso in caso di undercut. Il piano A per Leclerc è stato quindi quello di fare un numero di giri determinato nel briefing ma allo stesso tempo di coprirsi su un eventuale undercut da Verstappen. Fin dai primissimi giri, infatti, sia dai target lap time (tempi di riferimento che l’ingegnere indica al pilota) che da come venivano gestite le strategie, era ormai chiaro che la Ferrari era largamente consapevole che l’obiettivo più realistico di giornata, era quello di garantire a Leclerc la terza posizione perché il loro ritmo era ben lontano da quello dimostrato dalle frecce d’argento. Il distacco da Verstappen non rappresentava ormai una preoccupazione e infatti viene indicata a Leclerc una mappatura più tranquilla di elettrico identificata con SoC 5

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Si giunge quindi al giro 21: Verstappen esegue il suo pit stop e Leclerc viene quindi richiamato ai box nel giro successivo; il monegasco sceglie di mantenere l’incidenza dell’ala anteriore così come l’aveva scelta per l’avvio di gara. All’uscita dai box, Verstappen rimane comunque dietro di lui con un importante distacco e perciò dai box scelgono di far fare un giro e mezzo in una mappaturaelettrica particolarmente tranquillaSoC 6 –, un altro giro e mezzo con una più finalizzata alla ricarica che al consumo elettrico – SoC 7 – e di passare definitivamente alla mappatura SoC 6 dal giro 25 con il quale avrebbe probabilmente chiuso il GP se non si fosse presentata, come vedremo sul finale, la possibilità di rappresentare una minaccia per Bottas. Dal box, inoltre, sempre dal giro 25, comunicano di passare ad una mappatura ICE appena più moderata – Engine 2. In sostanza è dal giro 25 che inizia la gara nella gara (gestire la monoposto) per il monegasco.

Lo stint su gomma dura non si rivela essere particolarmente buono come il primo. Le gomme infatti, pur avendo un rendimento tale da non permettere a Verstappen di avvicinarsi hanno preoccupato non poco dapprima Leclerc, e poi il suo muretto. Charles, infatti, nel corso del giro 26 segnala al muretto che sta spingendo meno di quanto potrebbe proprio per evitare di scaldare, e quindi usurare troppo le coperture e domanda inoltre se ciò che sta facendo con le gomme (quindi come sta affrontando ingresso, percorrenza e uscita di curva) sia buono o se è necessario prestare ancora più attenzione. Nel giro 27, per rassicurarlo, Marcos gli comunica che dal loro lato le gomme sono nella norma e per questo motivo nel 29 l’ingegnere domanda se Charles sia in grado di aumentare il proprio ritmo. Charles risponde che potrebbe “andare più forte ma ciò non sarebbe un bene per le gomme, quindi no”. L’ingegnere comunica nuovamente che dal muretto la situazione gomme risulta essere sicura e che anche il modo in cui sta percorrendo la doppia piega a destra non sta creando problemi. 

Charles inizia così ad aumentare il proprio ritmo ed è da quel momento che iniziano diversi mal di testa al muretto. Nel corso del giro 32, 38, 40, 41, 43 e 46, infatti, Marcos è sembrato – mi perdonerete il paragone – un disco rotto, ribadendo quanto il pilota dovesse fare più attenzione possibile alla vita delle gomme in particolare in curva 11. Evidentemente l’aver aumentato il ritmo creava qualche aumento anomalo nella temperatura delle superficie delle Pirelli (soprattutto anteriori) e ciò era particolarmente ravvisabile proprio in percorrenza della lunga curva 11 dove un minimo errore (sottosterzo in percorrenza, o peggio uno snap improvviso della vettura) avrebbe compromesso la gara del monegasco. Charles ha comunque dimostrato una maturità, una calma e una capacità di gestione invidiabili. È infatti rimasto sereno ogni qualvolta gli ricordavano di fare attenzione alle gomme e nel corso del giro 46 così come nel 48, Marcos non ha mancato di ribadire il buonlavoro che stava facendo controllando l’usura. 

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Si giunge così al giro 48 ed il distacco da Bottas inizia a calare in maniera repentina (e forse inaspettato). Dalla radio si aprono dicendo che pensano Bottas sia ormai in crisi di gomma. Arriva nel corso del giro 50, tuttavia, una VSC – fortunatamente breve – che interrompe per qualche tornata l’inseguimento di Charles. Terminata la VSC, Marcos autorizza l’utilizzo di Engine 1 e di SoC 4 (probabilmente la mappatura SoC utilizzata nella prima fase di gara) per tentare di avvicinarsi quanto più possibile al finlandese. Il distacco si riduce così drasticamente, ma ciò non basterà a tentare un affondo. La gara, infatti, termina al 53esimo giro con un Leclerc ormai sotto al secondo ma senza avere punti di sorpasso importanti nel settore tre. Tenta infatti di spaventare Bottas con un ingresso nell’ultima curva completamente all’interno ma si tratta più di una manovra di disturbo che di un vero e proprio tentativo di sorpasso.

Se la descrizione della bella gara di Leclerc non è stata comunque ricca di momenti salienti, quella di Vettel lo è stata anche meno. 

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Sebastian dopo essersi tenuto lontano da una o due situazioni di pericolo in partenza – Gasly, dall’onboard di Seb compare come una scheggia instabile in frenata alla staccata di curva 1 – supera la Mclaren di Norris al giro 5 e quella di Sainz al giro 7. 

Da lì in poi, avendo ormai perso contatto con la testa del gruppo inizia una gara in gestione anche per il tedesco che dall’onboard è sembrato avesse una macchina con meno direzionalità nel settore tre rispetto a quella di Leclerc.

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A Sebastian viene infatti indicato di passare in SoC 5 fin dal giro 13 e tenterà di allungare lo stint sulle medie quanto più possibile. Anche Vettel come Leclerc si lamenta del rendimento delle Pirelli sulla SF90. Il pilota tedesco, infatti, segnala la difficoltà nel mantenere l’asse anteriore in temperatura spiegando anche che il fenomeno era particolarmente evidente a partire dalla curva 10 con l’anteriore sinistra.

La gestione del primo stint porterà i tecnici di Maranello a optare anche per una mappatura SoC ancora più tranquilla (la 6) che utilizzerà fino al pit stop. Pit Stop che per Seb arriva nel corso del giro 26. Dopo la sosta di Verstappen nel giro 21, infatti, Adami informa Seb che il ritmo della Red Bull sulla Hard è nei primi giri più lento del loro. Seb resta quindi in pista e nel giro 24 sentendo probabilmente un cedimento delle gomme domanda ad Adami come appaiono a loro. Questa domanda non ho ben capito se riguardasse l’analisi delle sue gomme attraverso i vari sensori che hanno al muretto, oppure se implicitamente Sebastian possa aver chiesto di verificare lo stato delle coperture smontate dalla macchina di Leclerc 2 giri prima (era stato informato del pit stop di Charles). A prescindere dal dubbio, tuttavia, Adami segnala che le gomme sono praticamente finite ma non presentano problemi strutturali preoccupanti. 

Al giro 25, tuttavia, Seb va al bloccaggio in curva 1 con l’anteriore sinistra. Il bloccaggio è leggero, il pilota stesso infatti, segnala che non ha vibrazioni, ma probabilmente identificando come causa del bloccaggio proprio l’usura ormai avanzata, nonostante Seb uscito da curva 9 comunichi che se vogliono può rimanere ancora fuori, Adami risponde che è meglio pittare in quel momento. Seb rientra così in pista con mappatura elettrica SoC 7 ancora più conservativa, e come dichiarerà nel team radio finale non trova il medesimo feeling con la vettura con questa gomma. 

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Dopo averle portate in finestra, quindi, chiede ad Adami di verificare come stava messo lo stint appena smontato dalla sua vettura. Riccardo comunica che lo stato strutturale non era preoccupante. Erano però quasi del tutto finite, e non solo le anteriori. Sebastian viene invitato quindi nel giro 34 a ritornare alla modalità SoC 6 per spingere un pochino sul passo gara. Nel giro 43 gli comunicano che sta facendo bene sia con l’usura sia con i tempi e che sono adesso sul piano F dato che la prima Mclaren all’inseguimento è ormai largamente oltre il delta di un pit stop (oltre 50 secondi di distacco).

Il piano F si riferisce naturalmente ad una sosta in più per montare gomma soft nuova e tentare così il giro veloce. Nel giro 45, gli viene indicato di passare ad Engine 3 (probabilmente per mettere a riposo l’ICE per il giro veloce) e Seb nel giro 49 si apre in radio dicendo che vuole fare la sosta per il giro più veloce il più tardi possibile. 

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Detto fatto, Adami lo richiama ai box solo nel corso del giro 52 (penultimo giro di gara). Il pilota esce dai box va in SoC 8 per ricaricare nell’outlap quanto più possibile l’elettrico e si “lancia” per un giro di qualifica (il 53) in Engine 1 e SoC 3. Gli viene dato prima di lanciarsi un target lap time prossimo al 1:33.5 (ultimo giro veloce di Hamilton fino ad allora). Succede però che proprio nell’ultimo giro anche Hamilton nonostante le gomme blisterate e montate da innumerevoli giri migliora il suo tempo. 

A Seb, Adami comunica quindi un nuovo target di 32.7 ma solo dopo la chicane del rettilineo del Mistral (in sostanza proprio dopo aver passato quei due settori in cui Ferrari era riuscita almeno a difendersi durante la qualifica. Sebastian quindi, consapevole che il giro veloce è probabilmente perso, tenta di fare di tutto nel terzo settore; giunto sul rettilineo del traguardo ha la prontezza di attivare negli ultimi metri prima della bandiera a scacchi, senza che gli venga suggerito, la modalità K1 Plus combinata alla K1 e penso proprio che sia stato quel piccolissimo gesto a permettergli di ottenere per pochissimi millesimi (circa 20) il giro più veloce della gara ed un punticino in più.

Autore: Alex Brunetti – @deadlinex

15 Commenti

  1. Concordo con quanto scritto da Plasma: Queste analisi sono veramente interessanti, ed anche molto ben scritte. Continua così Alex! (ti immagino lì a riguardarti la gara tutta dagli onboard, con i tabulati dei team radio sotto mano… un bel lavoraccio!)

  2. Anche stavolta ho un motivo in più per essere tranquillo che sul fronte piloti non siamo secondi a nessuno. Vettel e Leclerc stanno facendo un lavoro sensazionale. Soprattutto Sebastian, chi spera in un suo allontanamento da Maranello purtroppo dovrebbe darsi all'ippica. E Charles, con la sua lucidità, non dimostra affatto di essere al suo secondo anno in F1. Ora sta alla Ferrari dare ai suoi piloti una vettura vincente.

  3. Non ho visto la gara perché me ne sono andato al mare e ho fatto bene. Mi sembra di capire (e questo articolo lo conferma) che il mondiale di F1 sia una gran corsa alla conservazione dei componenti, gare di endurance più che di velocità e, soprattutto, prive di lotte per la competizione, fatta eccezione per le auto nelle retrovie dove il divario è meno marcato. C'è poco da divertirsi, per domenica prevedo un altra gita al mare.
    L'articolo è ottimo ed è sempre un piacere leggere questa rubrica.

  4. Questi articoli non si possono neppure paragonare a quello che si legge in giro…in italia e/o in terra straniera. Qui sei completamente su un altro pianeta. Grazie davvero.

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