venerdì, Aprile 19, 2024

Alonso, la riscossa della vecchia guardia

Alonso, la riscossa della vecchia guardia


Alonso è così, lo si ama o lo si odia. Il suo carattere predominante, quasi prevaricatore, si fa strada in qualsiasi momento. Fernando è dedito all’assalto, alla polemica. Arriva sul suolo arabico accompagnato da un volo di linea e da qualche rimostranza di troppo riguardo all’italica gestione del covid. Con il senno del poi, ma anche dell’adesso, neppure aveva tutti i torti. Assiste alle ultime tre gare di campionato, saluta il podio di Esteban Ocon facendolo diventare una promessa. Mantenuta, dato il mordente dimostrato oggi, che va oltre i tempi, oltre le logiche, che vogliono i giovani più affamati e indomiti.

El nano di Oviedo, classe 1981, ancora ne ha per dimostrare a tutti il suo talento. Chiacchiere a profusione sull’opportunità di un test ad altri negato, corredate di relativa risposta, perché, si sa, Alonso non le manda a dire. Prove a suo parere irrilevanti, ma la vecchia volpe ritrova comunque l’astuzia e la perizia per issarsi in cima, davanti a tutti, a dispetto delle Mercedes, giudicate imbattibili a prescindere. Quisquilie per lui che ha domato i muretti di Indy, le dune del deserto, la pioggia di Daytona e la notte di Le Mans.

Fernando Alonso, Abu Dhabi test 15 dicembre 2020

Eccolo quindi, fulgido nei suoi 39 anni, scintillante a bordo di una gialla Renault, talmente brillante da oscurare il sole dorato delle latitudini mediorientali. Occhi concentrati, determinazione, ostinazione: piccoli segnali che comunicano un mondo, nel tempo viziato da poche parole e da tanti divieti. Ma nulla vieta ad Alonso di insediarsi nella posizione che gli compete, fosse anche solo per il primo giorno di scuola, giusto per dimostrare a tutti che la pasta di cui è fatto non si è alterata negli anni.

Se cercavate un Fernando addolcito, edulcorato dal tempo, quasi nostalgico, avete sbagliato pilota. Il suo rientro non è un cameo, men che meno un omaggio. Alonso dimostra fin da oggi che la sua presenza significa lotta, spietatezza, conquista dei piani alti. Il mezzo è buono, forse non eccellente, ma tra le sue mani può diventare la carrozza che trasporta Cenerentola al ballo. Con buona pace della scarpetta di Ricciardo e delle ambizioni da sorellastra di Ocon. Nando è principessa e principe al contempo: non gli serve una fata per raggiungere la festa, ma basta il suo talento per dominare il ballo dei debuttanti.

Fernando Alonso, Abu Dhabi test Renault

Il crono parla per lui, una manciata di freddi numeri, che in assoluto non significano molto, ma relativamente all’uomo, al contesto e alla sfida possono essere letti come un indizio incoraggiante. 1.36’333: in linea con Ricciardo e Ocon, meglio di un’inezia rispetto a loro, a parità di gomme soft. Si parla di millesimi, un battito di ciglia, ma quanto basta per dimostrare che l’età e la lunga sosta non hanno intaccato lo ‘spirito guerrier ch’entro [gli] rugge‘. Perché Alonso un combattente lo è davvero, un capitano che ha scontato l’esilio, il confino e il marchio dell’infamia. Per tornare, più cattivo e più audace di sempre, a ribadire la sua legge.

Fernando fa la sua prima uscita in grande stile, si accompagna alla procacemente melodiosa R25, in una sorta di felliniano amarcord, cui manca solo la scena della fontana. Sabbia al posto di acqua, tramonti infuocati in luogo della notte romana. Musica che scalda i cuori, in memoria di un’epoca, di un momento, di una dolce processione per celebrare un glorioso passato.

Ma per onorare il tempo che fu in fondo basta solo ritrovare se stessi, la grinta mai sopita, la vettura dell’idillio. E anche un amico, con cui si sono condivisi anni e speranze. Perché ad Abu Dhabi oggi girava anche Robert Kubica, capace di stampare un quarto tempo con la modesta Alfa Sauber, giusto per ribadire che la vecchia guardia può ancora stupire. E per continuare quella partita a poker con il destino, con l’ambizione di vincerla nonostante le troppe mani sbagliate. Gli assi, in fondo, restano pur sempre loro.


Autore: Veronica Vesco – @VeronicagVesco

Foto: Renault – Formula Uno

Veronica Vesco
Veronica Vesco
Il candore di un foglio bianco che m'invita alla scrittura. Il fragore di una monoposto rossa che accende la mia natura. Due colori tratteggiano il mio profilo fin dall'infanzia. Due colori capaci di accompagnarmi nel tempo, assumendo molteplici tonalità, sfumate dagli eventi della vita. Da una penna a una tastiera. Da un'auto a pedali agli autodromi. Da una laurea in Lettere al primo libro. Sempre nel segno di una Ferrari. Sempre con il sogno di cavalcare le mie passioni.

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