EssereFerrari-Vettel e Leclerc: nemici amici
Ci sono gare senza storia, inutili processioni che non raccontano nulla e si svolgono nel più totale anonimato. Abu Dhabi 2020 sicuramente è una di queste. Poche sorprese legate alla pista, molte le attese in vista di una nuova stagione. La bandiera a scacchi altro non è che l’avvio per il commovente valzer dei saluti, per chi dice arrivederci, per chi cambia d’abito, per chi cambierà vita. La notte del deserto è sempre un po’ malinconica, nonostante le luci sfavillanti che provano a rianimarla, indipendentemente dai sorrisi e dai festeggiamenti che concludono un anno atipico, sospeso nel dolore e concluso nella speranza.
Sebastian Vettel canta. Intona le note di ‘Azzurro‘ variandone il testo, incespicando un po’ tra commozione e stonature. Le parole in italiano, vive e autentiche, sgorgano dalle sue labbra a metà strada tra la gioia e il singhiozzo. Il ragazzo di Heppenheim ha scelto un commiato canoro e lo ha fatto riscrivendo le strofe di una nota canzone. Peccato che non abbia potuto fare altrettanto con la sua avventura in Ferrari, che avrebbe sicuramente meritato un finale differente. Invece l’addio si consuma senza gloria, senza punti e senza sussulti, a bordo di una Rossa fantasma resa invisibile dalla pesante patina della mediocrità.
Charles Leclerc sfoggia un casco bianco, dedicato a Vettel. Ne riprende colore e grafica in un omaggio sentito al compagno. Quando lo indossa, forse, si sente un po’ nei panni di Seb. Comprende il peso delle grandi aspettative, l’importanza di una missione. Adesso la squadra è tutta nelle mani di Charles, toccherà a lui riportarla al vertice, esserne l’uomo di punta. Eppure, ora, anche Leclerc si ritrova impotente nel corso dell’ultimo appuntamento mondiale: sbeffeggiato da altre vetture, oltraggiato dalla propria monoposto, esasperato da un’arrendevolezza che non gli appartiene.
Il passato e il futuro, uniti dalla stessa scommessa, gravati dalla medesima promessa. Da quel nome mitico e suggestivo, da quel colore vivo e deciso, impresso a fuoco nei sogni di chi ama questo sport. Vettel e Leclerc sono stati una coppia fortissima, un talentuoso binomio, a tratti esplosivo. Divertenti e irriverenti, determinati e combattenti. Sempre pronti a spendere una buona parola l’uno nei confronti dell’altro, ma altrettanto preparati a non lasciarsi strada a vicenda. Perché la pista è un campo di battaglia e loro sono due guerrieri, disposti a tutto, anche allo scontro. Brasile 2019 e Stiria 2020 come testimonianze dell’impeto e della foga che li ha visti duellare all’ultimo sangue, disastri che hanno generato inutili polemiche e sonore critiche. Ma nulla che di fatto abbia minato un buon rapporto, basato sulla stima e sulla professionalità.
“Per Charles, sei il pilota di maggior talento che ho incontrato in 15 anni di Formula Uno. Non sprecarlo. Qualsiasi cosa tu faccia sii felice e sorridi. Grazie di tutto.” Questa la toccante dedica di Vettel al suo ormai ex compagno di box. Un enorme complimento e una testimonianza di umanità, com’è nello stile di Sebastian. Ma Leclerc non è da meno e via social risponde così: “Ho imparato molto da te in questi ultimi due anni, come persona e come pilota. Grazie per avermi spinto a migliorare sempre, è stato un onore essere tuo compagno di squadra e ti auguro sinceramente il meglio. Sei un top driver e un top man.”
Parole di miele, che forse potrebbero sembrare figlie della circostanza, ma che, conoscendo i due personaggi in questione, possono senza ombra di dubbio essere considerate veritiere. Con buona pace di coloro che hanno sempre voluto fomentare o esasperare una presunta rivalità tra i due piloti Ferrari. Certo, qualche ombra si è presentata nel corso della loro biennale convivenza, tanto che il tedesco, con la schiettezza che lo contraddistingue, si trova ad ammettere che Charles gli “ha dato più di un grattacapo“. Nulla che però possa compromettere l’ammirazione nei confronti di un “bravissimo ragazzo” che è “l’uomo giusto per il futuro“.
Vettel simbolicamente consegna la “sua” Ferrari nelle mani di Leclerc, quasi fosse una figlia da proteggere, da accompagnare lungo le tempeste della vita e verso la via della rinascita. Charles ha tutte le qualità e la sostanza per farlo. Ma soprattutto è armato della stessa fede e da un fortissimo amore nei confronti del Cavallino. Temprato dalle difficoltà incontrate, capace di compiere magie inaspettate, il monegasco rappresenta una certezza, un faro nel buio pesto che avvolge ora Maranello. Bisogna ripartire da questa luce per rifondare una nuova squadra, vincente, ma soprattutto unita. Perché in fondo questa è la vera eredità lasciata da Seb. Quel senso di appartenenza e di dedizione tipica del tifoso. Il vero significato dell’#EssereFerrari.
Autore: Veronica Vesco – @VeronicagVesco
Foto: Ferrari – Formula Uno
#EssereFerrari