giovedì, Aprile 18, 2024

Il pagellone cinematografico del Froldi, edizione 2021

F1 Incipit

“E’ il coltello più lento, quello che si prende il suo tempo, il coltello che aspetta anni, senza dimenticare, e poi morbidamente penetra fra le ossa. E’ quello il coltello che colpisce di più…”

Dice la spietata e bellissima Talia, figlia di Ras Al Ghul, mentre infila nelle costole di un sorpreso Batman un piccolo ma micidiale coltello, e lo rigira con sadico piacere…

E’ una delle scene memorabili del film “Il ritorno del cavaliere oscuro”, forse non il più bello della trilogia di Nolan, ma comunque assai godibile e abbastanza “profondo”, per quanto possa essere profondo un film supereroistico.

Non so perché, mentre la gara replica di Zeltweg era appena finita e stavo mettendo in ordine le emozioni, mi è venuta in mente quella scena; e questa frase…

Come se nella spietatezza, certo inattesa, di questa Red Bull e di questo Max Verstappen ci fosse una sorta di rivalsa covata da tempo, una specie di detronizzazione, la rituale morte del re per l’arrivo del nuovo re.

E’ morto il re, viva il re.

Che poi, sia chiaro, che il mondiale sia finito ce ne passa. Tuttavia in molti hanno avuto la mia stessa impressione. Un cambio di passo. La fine di un dominio.

Io e Luca Dal Monte (se ti interessa segui l’ultimo podcast) ad inizio mondiale non avevamo alcun dubbio: sarebbe stata una passeggiata per Hamilton e la corazzata Mercedes. D’altronde, viste le regole demenziali approvate da team e Federazione, perché i rapporti di forza avrebbero dovuto cambiare? Forse un indiziato può essere quella parte di estrattore che è stata tagliata. Chissà…

Che poi, la vera cosa, molto umana, è che siamo a milioni, sparsi per tutto il globo (e se esistessero marziali pure loro) stanchi di un dominio plumbeo per le dimensioni e l’ampiezza. Giova ricordarlo: nulla di paragonabile al ciclo Ferrari, ai 4 anni Red Bull e via discorrendo. Una cosa mai vista prima nella Formula Uno. E (si spera) irripetibile.

E allora mi viene in mente un’altra frase memorabile, questa volta del film capolavoro della trilogia di Nolan, “Il cavaliere oscuro”, quando Batman dice al commissario Gordon, alla fine, “O muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare tu il cattivo”.

F1

Certo, i significati metacinematografici erano altri, va da sé.  Eppure quanto è vero che se uccidi e mortifichi sportivamente e agonisticamente (e politicamente) gli avversari poi tutti se la prendono con te, dandoti anche colpe che non hai… non è così? Che poi, diciamocela tutta, Toto e compagnia cantante ce la mettono tutta per calarsi nel ruolo di villain, di cattivi, con una malcelata arroganza e spocchia. Sia chiaro, chi vince ha sempre ragione. Però ecco, insomma, è anche vero che non se ne può più… o almeno, questo è quello che penso io.

Ultima riflessione. In Pirelli hanno candidamente ammesso che la variazione delle mescole (un grado più morbide) rispetto al gran premio della Stiria era stata fatta per rendere più imprevedibile la gara.

Ecco, come sempre sono i particolari, le molliche di pane, le tracce lasciate nel labirinto che spesso rivelano l’arcano, la destinazione.

Quello che conta, per questa Formula 1, è creare artificiosamente spettacolo. La strada più semplice. Vuoi mettere ripensare regole, regolamenti, sanzioni e così via? Troppo complicato.

E allora ecco che il fornitore unico degli pneumatici si presta a questi giochini.

Ciak!

Mad Max. Voto: “Che la forza sia con te!” (“Star Wars”)

Red Bull: Voto: “Qui finisce la legge, e comincio io!” (“Cobra”)

Sergio Perez. Voto: Ivan il terribile XXXII. “Discendente diretto di Ivan il Terribile, appartenuto allo Zar Nicola, leggendario campione di caccia al mugiko della steppa, e fucilato come nemico del popolo durante la rivoluzione di Ottobre sulla Piazza Rossa”. (“Il secondo tragico Fantozzi”)

F1

Hamilton vs Verstappen. Voto: “Ne resterà soltanto uno!” (“Highlander”)

Horner-Marko:. Voto: Pirati. “Quindici uomini, quindici uomini, sulla cassa del morto…” (“L’Isola del Tesoro”)

Toto Wolff. Voto: Schiaffoni. “Non ci hai capito niente eh? Te lo rifaccio se vuoi!” (“Lo chiamavano Trinità”)

I commissari di Formula 1. Voto: fagioli. La scena assai scurrile e demenziale della cena dei bovari in “Mezzogiorno e mezzo di fuoco”.  Avete presente?

F1

I tifosi Mercedes che si lamentano del “dominio” Red Bull: “Ma mi faccia il piacere!” (“Totò a colori”)

Lando Norris. Voto: “Bluto” (Blutarsky). “Perché quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”. (“Animal House”)

Genè. Voto: Una grammatica italiana, presto!

Vi prego, regalate una qualsiasi grammatica a quest’uomo, alla voce uso dei verbi ausiliari.

Posologia: una lezione a pranzo e cena. Per almeno un mese. Ma soprattutto, come mai nessuno glielo spiega? Non oso pensare alla riposta…

F1

Damon Hill su Schumacher. Voto: Esse in campiun (è idioma carlofortino-ligure,  significa: essere un campione). Dicono che Hill abbia il noto humor inglese, un modo tutto loro di ironizzare. Non so, magari è così. Nel dubbio gli regalo questa frase che no, non è affatto elogiativa (vedi sotto, dal libro “Proverbi e modi di dire in Tabarchino di Carloforte”, di Nicolo Capriata) 😉

P.S.: Cari miei “25 lettori”, lo so, state aspettando con bramosia che io parli di un team a cui tengo assai… state aspettando i miei anatemi, la mia delusione, la mia ricerca di colpevoli… ci ho riflettuto su e mi sono detto che se quel team carico di storia e passione scivola nell’irrilevanza, perché parlarne? Tanto ormai il mio pensiero (che vi piaccia o meno) lo conoscete a memoria.

Spero di non avervi deluso con questa mia scelta che, mi auguro, comprenderete.


Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi

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