Vettel deciso: inutile la strada intrapresa sulle PU

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Sebastian Vettel (Aston Martin Cognizant F1 Team) - Gp Turchia 2021

Sebastian Vettel fa sul serio, anche fuori dalla F1. Il suo impegno nel sociale si sta facendo via via più importante, specie per quanto riguarda i temi legati all’ecologia. Una presa di posizione che, sulle prime, potrebbe apparire in contrasto con il mestiere di pilota e con massima categoria del motorsportt. Tuttavia il quattro volte campione del mondo non si contraddice affatto, anzi spiega come un futuro più green possa sposarsi anche con la militanza nella massima categoria del motorsport.

Intelligente e acuto come di consueto, Sebastian va dritto al punto. Con concetti semplici ed esaustivi parla della necessità di fare qualcosa di concreto per il nostro pianeta. I tempi sono maturi affinché si proceda con il cambiamento. Una mutazione reale che può partire anche dalla F1, a patto di impegnare innovazione e tecnologia nella maniera più corretta. Secondo Vettel, soldi e menti non mancano, per questo la svolta ecologica, oltre che auspicabile, potrebbe essere possibile.

Ma che cosa significa realmente, per Sebastian, una F1 più ecologica? Significa studiare, proporre, inventare al fine di trovare soluzioni da impiegare anche sulle più comuni vetture stradali. Ingegneri e piloti come apripista per sperimentare il nuovo, senza sacrificare prestazioni e spettacolo. Vettel, ad esempio, trova abbastanza inutile la strada che si è intrapresa in fatto di motori, poiché quella tecnologia non risulta applicabile sulle automobili prodotte in serie. I regolamenti tecnici del futuro dovranno giocoforza tener conto delle necessità legate all’ambiente, altrimenti la F1 rischia di diventare qualcosa di obsoleto, totalmente distaccato dall’epoca in cui stiamo vivendo.

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F1. Sebastian Vettel, attento alle tematiche ambientali, raccoglie i rifiuti dalle tribune a Silverstone.

Concetti forti espressi con tono gentile, ma con la fermezza che gli è abituale. Sebastian va anche oltre, criticando la scelta di indirizzarsi sui biocarburanti e sostenendo che l’impiego di un 10% di questi, a partire dalla prossima stagione, non rappresenti una svolta particolarmente significativa per la F1. L’utilizzo parziale di biocarburanti, infatti, non è particolarmente innovativo ed è già presente in altri ambiti.

Diverso sarebbe, secondo il tedesco, ricorrere all’utilizzo di carburanti sintetici. In altre parole aprirsi a sfide più impegnative, allargare gli orizzonti per creare soluzioni uniche. Ma la massima categoria vive una sorta di letargo a causa delle regole sul congelamento dei propulsori. E questo non gioca certo a favore della causa ecologista. Sarebbe necessaria un’inversione di tendenza, una svolta, anche a costo di stravolgere regolamenti già in atto, perché solo così la F1 potrebbe rivestire un ruolo importante e ribadire la sua leadership in campo tecnologico.

Una cosa tutto sommato possibile viste le risorse, le strutture e gli ingenti capitali che fanno parte di questo universo. Si tratta unicamente di combattere l’immobilismo imperante e la lentezza decisionale che ammorba ogni tipo di nuova proposta. Vettel difatti trova inconcepibile lo stallo regolamentare e ritiene che le spese sostenute dai costruttori dovrebbero essere giustificate da un progetto più consono a “una giusta causa“.

Il casco di Sebastian Vettel al Gp di Turchia 2021 celebra l’importanza delle risorse idriche.

Ma Sebastian non si limita a criticare il modus operandi della F1 da un punto di vista meramente tecnologico. Il discorso si fa più ampio andando a comprendere anche la questione dell‘elevato numero di Gran Premi previsti per la prossima stagione. 23 appuntamenti rappresentano un’esagerazione, specialmente per quanto riguarda la questione logistica. Un calendario così fitto costringe gli addetti ai lavori a turni massacranti, riducendo drasticamente la quantità e la qualità di tempo libero tra una trasferta e l’altra.

Vettel, a tal proposito, ricorda che i piloti sono privilegiati, dovendo essere presenti sul circuito esclusivamente dal giovedì alla domenica, mentre la maggior parte del personale è costretto ad arrivare in pista già dal lunedì. Si tratta quindi di ritmi insostenibili alla lunga, specie nel caso di Gran Premi ravvicinati tra di loro (vedi la situazione creatasi con i famigerati triple-header). Sebastian ci tiene a dar voce anche a questo tipo di disagio, ribadendo quanto sia importante garantire ai lavoratori spazi e tempo libero adeguati.

Sebastian sostiene inoltre che l’abbondanza di gare renda le stesse un po’ meno speciali, meno attese, contribuendo, alla lunga, a una sorta di distacco nei confronti di questo sport. Un numero più equilibrato di appuntamenti, invece, potrebbe aiutare a mantenere viva la passione tanto da parte dei fruitori che da parte degli addetti ai lavori.


F1-Autore: Veronica Vesco – @VeronicagVesco

Foto: Aston Martin Cognizant F1 Team

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