giovedì, Aprile 25, 2024

Dilemma Mercedes: non è ancora chiaro se la W13 sia “recuperabile”

F1 – Una medaglia, due facce. Il sole e la notte. Il tepore primaverile e il rigido freddo siberiano. Questo il GP di Imola per la Mercedes. Da un lato George Russell, il nuovo che avanza. Una gara all’attacco condita dal miglior sorpasso di giornata ai danni di un sempre concreto Kevin Magnussen. Il britannico ottiene un insperato quarto posto approfittando delle concitate fasi iniziali e dando fondo ad un pilotaggio efficace sia col bagnato sia quando la pista ha consentito l’utilizzo delle gomme da asciutto.

Nelle battute finali è stato abile a tener dietro un arrembante Valtteri Bottas che ha provato un paio di volte la sortita al Tamburello. Ma George ha chiuso la porta mostrando freddezza ed un’esperienza da scafato professionista. Punti pesanti per il talento di Kyng’s Lynn che in un poker di gare si è preso sulle spalle un team che sta attraversando la fase più difficile dal suo ritorno in F1.

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George Russell – Gp Imola 2022

Dall’altro lato del garage troviamo Lewis Hamilton. Gara anonima la sua. Senza mordente, a tratti stanca, condita da un pit stop lento che l’ha ulteriormente ricacciato nel traffico dal quale non ha saputo uscire. Oltre mezzo GP a guardare gli scarichi dell’AlphaTauri di Pierre Gasly.

Un intero evento passato in un silenzio quasi surreale (leggi qui l’analisi) spezzato a pochi giri dalla fine quando, stizzito, ha chiesto – e non ottenuto – più potenza per provare ad avere la meglio del collega transalpino. La W13 n°44 ha mostrato un comportamento ciclico, sia con gomme intermedie che con le medie slick. Faceva fatica in frenata e mostrava una difficoltà piuttosto evidente in trazione. Problemi che si accrescevano in uscita dai tratti più lenti: Tosa, Variante Alta e Rivazza due.

Imola è un primo spartiacque stagionale. Russell esce rafforzato in seno al team: anche se passa si colpo dal secondo al quarto posto nella generale a causa delle doppietta Red Bull, incrementa sensibilmente il vantaggio su Hamilton. L’ex Williams ha ora nel carniere 49 punti; il collega di casacca resta bloccato a 28. Sono ben 21 le lunghezze di distacco. Un gap che inizia a pesare come un macigno e che segna una tendenza che il vicecampione del mondo non si augurava nemmeno negli incubi più neri: ritrovarsi nello scomodissimo ruolo di attore non protagonista in un campionato che più si dipana più sembra essere segnato.

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Lewis Hamilton a testa china dopo il difficilissimo GP di Imola 2022

Chiaramente le indicazioni che arrivano dai protagonisti non possono essere votate all’entusiasmo, anche se diverse sfumature si registrano nelle parole di Lewis Hamilton, piegato ad una certa rassegnazione, e quelle di George Russell che non può non essere soddisfatto di aver ancora una volta capitalizzato al massimo le occasioni che la pista ha proposto.

Dobbiamo essere contenti del fatto che stiamo ottenendo il miglior risultato possibile, ma è chiaro che le prestazioni della macchina non ci soddisfano. Abbiamo dei limiti evidenti legati al pompaggio aerodinamico della nostra F1 sia in rettilineo che in curva. Nello stesso tempo facciamo fatica a trovare la giusta finestra d’utilizzo delle gomme. Ad Imola abbiamo dovuto affrontare il weekend con le temperature più basse e questo è un altro fattore che non ci favorisce al momento”.

Lucida disamina quella di Russell che ha inquadrato un momento difficile che nel GP dell’Emilia Romagna si è fatto complicatissimo specie sulla monoposto n°44 che, ad onore del vero, è quella delle due che ha sofferto maggiormente durante l’arco dell’intero weekend. Hamilton non ha mai trovato il bandolo della matassa e soprattutto non è stato capace di entrare in simbiosi con la vettura e con la pista. Il risultato non poteva che essere deludente.

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George Russell, Mercedes AMG F1

Sicuramente continuerò a lavorare, anche se sono molto deluso dopo una giornata come questa. Questo è sicuro – ha spiegato un Lewis Hamilton apparso piuttosto realista – Ci proverò, proverò a rimettere insieme i cocci. La parola giusta per questo momento? Incubo. Per questo weekend lo è assolutamente. L’unica cosa buona è che abbiamo finito la gara, per il resto è tutto da buttare. Era impossibile superare Gasly, entrambi avevamo il DRS. In più ho anche perso alcune posizioni nel pit stop. Tutto ciò che poteva andare male in questo weekend è andato male. Spero di andare meglio a Miami, sarà difficile ma cercherò di entrare in uno stato d’animo positivo”.

Il riferimento allo sfera psicologica è un elemento da cogliere e valutare con attenzione. Al di là delle evidenti difficoltà del progetto tecnico a “sidepod zero”, il sette volte iridato è sembrato per la prima volta remissivo. Non stimolato al punto giusto. Sportivamente catatonico. Gli on board in qualche misura lo hanno descritto considerando i lunghi silenzi interrotti dalla richiesta di avere maggiore spunto per sopravanzare Gasly a cui bastava impegnare il centro della pista per avere la meglio di una vettura lenta in rettilineo e “molle” in accelerazione.

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Lewis Hamilton spiega le ragioni del suo opaco GP di Imola 2022

Forse in questa chiave si legge la comunicazione radio che Toto Wolff si è affrettato a produrre non appena Lewis ha tagliato il traguardo. La riportiamo integralmente:

Wolff: “Lewis, ciao. Scusa per quello che hai dovuto guidare oggi. So che questa macchina era inguidabile e questo non è quello che meritiamo di ottenere come risultato. Ripartiremo da qui, ma questa è stata una gara terribile“.
Hamilton: “Sì, non preoccuparti Toto. Continuiamo a lavorare duro“.
Wolff: “Sì lo faremo. Verremo fuori da tutto questo”.

I piloti stanno gestendo più o meno bene il materiale che hanno a disposizione. Hamilton poteva fare di più qua ad Imola, ma la sostanza non cambia: la W13 è una vettura nata male. Ieri, in prestazioni pure, ha pagato da Red Bull, Ferrari, McLaren (che ha prodotto un importante recupero tecnico) ed Alfa Romeo che, con Valtteri Bottas, ha sciorinato un passo che Russell non è riuscito a mostrare.

Toto Wolff ne è consapevole e non fa mistero del momento buio. Il co-proprietario del team anglo-tedesco ha spiegato che sulle rive del Santerno, dove sono stati portati aggiornamenti marginali, l’auto è stata inguidabile come lo era prima. Cosa mostrata chiaramente dai rimbalzi in rettilineo.

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Toto Wolff, team principal Mercedes AMG F1

A volte mi domando come i due piloti riescano a tenerla in pista“. E’ questa la fotografia fatta dal Wolff del disagio tecnico che si vive a Brackley. Il problema è sempre quello: il pompaggio aerodinamico. A causa dei rimbalzi non è possibile tenere bassa come si dovrebbe la W13.

Questo ha implicazioni molto grandi sugli assetti, sull’aderenza e e su tutta una serie di elementi vitali per il buon funzionamento in pista. “Se riuscissimo a venirne a capo – ha spiegato Wolffriusciremmo a estrarre molto più potenziale dalla macchina. Mentre, in caso contrario, ci sarebbe un percorso di sviluppo decisamente più convenzionale che non abbiamo ancora intrapreso. Voglio che ci prendiamo il tempo necessario per decidere saggiamente“.

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Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1

Questo ultimo aspetto desta preoccupazioni: in Mercedes non è ancora limpida la rotta da impostare. Non si è ancora capito se quello sotto le mani è un progetto valido o fallimentare al quale si possono mettere delle semplice toppe. Il discorso è molto semplice: a Brackley non è ancora chiaro se la W13 sia “recuperabile”. Ecco che azzardare previsioni su un calendario di sviluppi ad ora è impossibile. Ma nel frattempo le lancette non si fermano e il tempo scorre inesorabile.

La situazione non è delle più rosee, ma Wolff cerca di mantenere un minimo di speranza: “Siamo convinti che i concetti che abbiamo impresso alla vettura ci consentiranno di mantenerne un’altezza da terra molto bassa, ma finora non siamo stati in grado di farlo a causa del porpoising. Se riuscissimo a venirne a capo ci sarebbe un considerevole guadagno di tempo. Se non accadesse dovremmo pensare a un’altra idea”. E qua si ritorna al via.

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la nuova configurazione aerodinamica della Mercedes W13 “B”

Mercedes ha, sulla carta, ancora dei margini operativi. Wolff ha ha spiegato chiaramente che la Versione B” (che tale non è per gli uomini della Stella a Tre Punte) introdotta in Bahrain non impattato sensibilmente sul budget cap. Questo poiché non è stato mutato il concetto aerodinamico della macchina che nasceva basandosi sull’estrema compattazione della zona del cofano motore. Solo se si pensasse di abbandonare questa filosofia il tetto di spesa potrebbe rappresentare un problema. Ed il fatto è che ad oggi non si è ben compreso se i sidepod così estremi siano davvero efficaci o no.

Nella eventuale soluzione dei problemi il lavoro sinergico dei pilota sarà decisivo. Pur lodando Russell per il gran lavoro svolto e per non aver potuto contare su una regolazione più efficace dell’ala anteriore durante il pit stop che gli ha sottratto due decimi al giro, Wolff ha parlato della necessità di continuare a fare quadrato per chiamarsi fuori dalla tempesta: 

Una delle poche note positive di questo week-end è che sia George che Lewis lavorano insieme, senza alcun attrito. Sono molto produttivi e positivi, non potrei essere più felice della nostra line-up. Abbiamo forse due dei tre migliori piloti e meritano un’auto che consenta loro di lottare davanti.

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Lewis Hamilton in scia a Pierre Gasly entrambi con ala posteriore spalancata.

Il manager austriaco ha voluto anche smentire una voce che era emersa sin dal primo turno di libere, ossia che Hamilton e Russell avessero assetti divergenti: più carico il secondo, meno carico il primo. E facendolo ha spiegato quella che è sembrata un’evidenza inconfutabile: la W13 soffre in aria sporca. Cosa che, invero, capita a molte macchine next gen. E su questo la Federazione e Liberty Media dovrebbero profondamente interrogarsi visto la rivoluzione preannunciata ha solo mescolato il mazzo di carte senza modificare le dinamiche della partita.

Il problema è che quando c’è un trenino di F1 con il DRS, quale quello in cui si è ritrovato Lewis, è quasi impossibile sorpassare. George ha avuto una buona partenza e ha condotto la vettura ottimamente. Lewis invece è rimasto bloccato dietro“.

In Mercedes, quindi, si sta lavorando intensamente nel capire la vettura e nel provare a farla funzionare. Ma, contestualmente, vogliono evitare che Lewis Hamilton, quella che è stata la più grande ed efficace freccia dell’arco del team della Stella, possa deprimersi fatalmente. Wolff ha pertanto vestito anche i panni dello psicologo: “Dobbiamo proteggere Lewis. Non è al suo minimo, è la macchina ad esserlo, È un sette volte campione del mondo. È il miglior pilota al mondo e non ha una vettura che gli permetta di esprimersi“. Vediamo se saranno in grado di offrirgliela.


F1 – Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: F1, Mercedes AMG F1, Albert Fabrega

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