F1 e Mercedes: due realtà anacronistiche in relazione ai desideri del secondo soggetto. Sì perchè il team di Brackley, pluricampione del mondo nella massima categoria del motorsport, sta soffrendo non poco in merito alle proprie esigenze. La versione “B” della W13 ha spaventato un po’ tutti quando leggiadra, durante il primo appuntamento iridato, ha sciolto le riserve svelandosi al mondo.
Il progetto “vertical sidepod”, attenzionato in dettaglio attraverso la nostra analisi tecnica fruibile a questo link, si è rivelato al momento fallimentare. Urgono manovre rapide e risolutrici. Sebbene la stagione preveda ancora diverse tappe i tempi stingono. L’esigenza di produrre un’inversione tecnica impera, all’interno di un contesto complicato che, di fatto, ha determinato gli insuccessi targati 2022.
F1/Mercedes W13: porpoising alla base degli insuccessi
Sin dalla prima sgambata in terra araba, la monoposto concepita dalla squadra tedesca ha sofferto di forti problemi correlati al pompaggio aerodinamico. Un fatidico effetto in grado di pregiudicare totalmente il rendimento delle frecce d’argento e mettere a soqquadro il bilanciamento. Sebbene gli interventi mirati per mitigare il porpoising non siano mancati, con una nuova versione del “floor” aggiornata nella parte centrale, la lamina in carbonio ha continuato a mostrare una flessione eccessiva quando il carico applicato supera una determinata soglia.
Fattore che congiunto all’escursione verticale del sistema sospensivo genera uno spostamento verso il basso, dove la sezione di passaggio del flusso, assottigliandosi di parecchio, produce a sua volta un “distaccamento” aerodinamico. L’up-date proposto in passato cercava di modellare la massa d’aria che circola al di sotto del fondo che, successivamente, visto la grande differenza di pressione, tende a “strabordare”. Tale dislocazione determina un vortice che, a quanto pare, continua a sfuggire dall’adeguato controllo aerodinamico.
L’impatto negativo sulle performance è presto spigato: quando la vettura si avvicina all’asfalto in fase di frenata appare il “boucing”, effetto indesiderato che rende la staccata decisamente meno efficace. Agire sul pedale del freno in maniera anticipata per ovviare alla problematica suddetta, produce un deficit cronometrico importante per gli uomini di Brackely.
Oltre ai vistosi bloccaggi, il punto di corda delle curve necessario a “pennellare” le traiettorie spesso non viene raggiunto. Condizione di fondo che di conseguenza trasforma l’handling de piloti quasi in un incubo. Adattarsi ad uno stile di guida improprio, inoltre, suscita un scarso feeling tra gli alfieri Mercedes, scenario che sembra penalizzare maggiormente il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton.
F1/Mercedes W13: correlazione errata tra pista e simulatore
Altra questione spinosa che affonda le radici nella medesima tematica, oltretutto, riguarda l’amministrazione dei compound quando l’asfalto non presenta le caratteristiche termiche adeguate. Anticipato sulle pagine di FormulaUnoAnalisiTecnica e poi confermato dai diretti interessati, va menzionato l’ulteriore il grattacapo inerente alla correlazione dati tra pista e simulatore. Tale difficoltà, inedita per una scuderia che ha fatto di tale argomento un punto di forza nelle passate stagioni, ha “nascosto” il saltellamento aerodinamico nei modelli analitici studiati in fabbrica durante la fase di progetto.
Considerando le norme astringenti in vigore dal 2022, utili per acuire il fenomeno tanto nocivo, l’esigua facoltà di adoperare le proprie conoscenze in galleria del vento e al CFD hanno fatto il resto. Le cospicue somme di denaro investite durante gli scorsi anni, imperative per lasciare spazio di manovra agli specialisti di Brackley, restano quindi totalmente inespresse. Panorama che condiziona fortemente i tentativi di “bonifica” sulla vettura.
Attraverso le informazioni raccolte dalla reazione di FormulaUnoAnalisiTecnica, sappiamo che Mercedes sta studiando una nuova metodologia di analisi sui dati raccolti quando le monoposto calcano i circuiti. Un processo cognitivo informatico differente attraverso il quale, con l’aiuto di potenti software creati ad hoc, si genera una banca dati utile alla causa tenendo presente che, il know how immagazzinato durante i mondiali scorsi, non è più fruibile sulle wing car di nuova generazione.
Tale processo introspettivo prevede tempistiche estremamente estese e, contestualmente, di ardua lettura. Ecco perchè, sebbene la continuità lavorativa in questo campo non affievolisca affatto le proprie forze, la consapevolezza acquisita attraverso lo “scadenziario” procedurale ha scaturito una pazza idea. Un piano B, insomma: tornare sui propri passi.
F1/Mercedes W13: l’ambito psicologico incide sul piano di lavoro?
La sfera emozionale che investe Mercedes sta lacerando le menti dei protagonisti, contornati da una rassegnazione ventrale assai difficile da ingerire. L’ardore professionale dei grigi sembra scemare gradualmente, dovendosi accontentare di gioire per traguardi decisamente al di sotto delle previsioni. Successive ad ogni gara, le disamine di Toto Wolff fanno da eco alle continue “denunce prestazionali” dei piloti fornite attraverso i team radio, colti da insofferenza cronica quando stringono tra le mani il volante della W13.
Districare il capo di una “matassa infetta”, contaminata da molteplici fattori negativi, a questo punto della stagione appare sin troppo arduo se si valutano gli sforzi profusi che, puntualmente, vengono invalidati dalla pista. Fotografia severa ma quanto mai autentica della situazione attuale. Si sa… gestire un materiale misero in relazione alle bramosie resta pur sempre un lavoraccio.
Soprattutto per chi, come Mercedes, era abituata a cullare una tenero idillio: vincere sempre o quasi. A questo punto la spontaneità della domanda rispetto al futuro prossimo si palesa. Un quesito che recita un anelito chiaro, diafano: una prospettiva che annovera tra le sue caratteristiche una W13 competitiva, potrà essere definita fattuale in tempi brevi?
F1/Mercedes W13: il pompaggio aerodinamico è una malattia insanabile?
Dare un senso alla stagione 2022. A ragion di logica pare questo l’intento primario che la scuderia tedesca sta mettendo in pratica con dedizione estrema. La “diva”, sostantivo femminile usato dal manager austriaco un paio di anni addietro riferendosi ad un vecchia versione delle silver arrow, sta letteralmente consumando il potere conoscitivo degli ingegneri Mercedes. La filosofia “sidepod zero” continua a lambiccare i pensieri e, al medesimo tempo, un pensiero strisciante s’insinua quatto e beffardo: e se la “patologia” sofferta dalla W13 non avesse antidoto?
Il quesito trova replica nella sincerità che solo a Brackely circola indisturbata. D’altronde una mente che mente serve a poco, soprattutto quando a pagarne le conseguenze sono gli stessi attori principali. Lo spiraglio tecnico è stato percepito, apparentemente. Questo prendendo per buone le riflessioni sciorinate alla stampa da James Vowles, Andrew Shovlin e Mike Elliott. L’eforato Mercedes, malgrado le difficoltà emerse nel corso dei primi cinque round iridati, sostiene che il potenziale della W13 versione “B” può assolutamente emerge.
Ricollocare sui binari una monoposto con un brutto carattere appare pertanto possibile. Per riuscirci, attraverso continui affinamenti tecnici che possano rendere effettivo un concept estremo ma potenzialmente vincente, i passi strategici per raggiungere lo scopo sono i seguenti: positività, precisione scevra da sentimenti severi sul lavoro svolto, constatare i propri successi anche se piccoli, priorità chiare, criterio di progressività, diario dei progressi e, specialmente, alimentare obiettivi realistici.
F1/Mercedes W13: Spiraglio tecnico attraverso ulteriori up-date
Sotto il profilo squisitamente aerodinamico, le ultime modifiche testate in pista riguardano in primis il corpo centrale della vettura. Un’appendice supplementare è stata collocata vicino all’in-let delle pance. Elemento che sommato a quegli già esistenti coltiva uno scopo ben preciso: conseguire la sovrapposizione migliore degli effetti prodotti dalle specifiche in questione.
Per conservare l’impatto proficuo ottenuto dalla sezione ridotta dei sidepod e parallelamente migliorare il rendimento interno delle componenti, la soluzione proposta mira ad ad incrementare la porzione di flusso che scorre verso i radiatori. L’intenzione è quella di incanalare una quantità d’aria ben superiore, per garantire uno smaltimento delle temperature adeguato ad una “composizione aerodinamica” che prevede proporzioni incaricate allo sfogo probabilmente inadeguate.
Inoltre, nel palcoscenico “esibizionista” che la massima categoria del motorsport ha messo in onda a Miami, un ulteriore step evolutivo ha preso forma su entrambi gli assali della W13. Alla variazione concernete la forma dell’ala anteriore, va integrato un main plain con un bordo d’attacco nettamente più pronunciato nella sua parte esterna.
Principio confermato nella zona posteriore della monoposto, dove la mutazione aerodinamica riguarda un modello più rettilineo in merito al bordo d’attacco del primo flap. Il pacchetto si completa tramite la “scomparsa” del nolder collocato sulla corda del flap aggiuntivo. Senza dimenticare la diminuzione del peso acquista utilizzando una colorazione scura dell’ala posteriore.
La configurazione più carica della beam wing, pertanto, compensa il quantitativo di spinta verticale minore generato dall’ala posteriore. Le modifiche avanzate dagli ingegneri sono mirate ad aumentare l’efficienza aerodinamica per massimizzare le velocità di punta sui rettilinei. Per ultimo, la rimodellazione degli end plate anteriori, suggerisce l’allontanamento dei flussi dal corpo vettura con l’obbiettivo di schermare le gomme.
Una chiara ristrutturazione atta a mitigare le problematiche che, sintetizzate, parlano di un fondo eccessivamente esposto e flettente, oltre ad una scarsa protezione delle mescole posteriori creata dall’assetto “slim” delle pance.
In aggiunta a tale provvedimento, abbiamo saputo che i tecnici Mercedes stanno cercando di sbloccare un determinato quantitativo di cavalli dalla parte ibrida, sezione della power unit al momento non soggetta a particolari limitazioni normative. L’incremento prestazionale riguarda l’efficienza spendibile in gara, dove il susseguirsi delle tornate esige un altissimo rendimento per ottenere una continuità sui riscontri cronometrici. I provvedimenti mirano a rendere più redditizio il compito dei moto generatori nelle fasi di stoccaggio e rilascio dell’energia elettrica, per garantire un ulteriore salto qualitativo.
F1/Mercedes W13: Filming day e nuovo fondo
Lo shakedown al Paul Ricard ha regalato a Mercedes una ghiotta opportunità per testare la W13. Il centinaio di chilometri “calzando” le Pirelli versione demo sull’asfalto francese, sono stati percorsi dal britannico George Russell a bordo della sua W13. Analizzare la bontà delle soluzioni elaborate in fabbrica, direttamente in pista attraverso la mera raccolta dati, segna un punto focale in un momento decisivo della stagione.
Prendendo in esame la seguente immagine, rileviamo come la porzione di vettura che accoglie lo splitter offra una modifica minore a livello aerodinamico. I tecnici di Brackely hanno hanno introdotto un piccolo profilo collocato sopra il cosiddetto t-tray. L’appendice proposta ha un doppio compito: oltre alla semplice generazione del carico verticale, la specifica va a creare una depressione a terra in grado di aumentare la portata del flusso al di sotto del fondo.
Spostando lo sguardo verso la parte posteriore della monoposto tedesca scorgiamo un ulteriore cambio, in queso caso, almeno sulla carta, decisamente più effettivo. Una parte del tratto longitudinale del fondo risulta distaccato dall’elemento principale, ora sostenuto tramite dei supporti metallici.
Questo up-date lavora per contrastare il fatidico pompaggio aerodinamico che limita le performance delle frecce d’argento. Una soluzione che tenta di favorire il contenimento del porpoising ma che, al medesimo tempo, sebbene in piccola quantità, va a ridurre il carico complessivo generato.
Da un punto di vista fisico, i tecnici cercano di limitare l’eacursuone verticale del fondo, che produrrebbe il momentaneo stallo aerodinamico dell’elemento. Allo stesso tempo, la soluzione dev’esser studiata in modo da contenere la perdita di downforce a cui inevitabilmente si va incontro.
A margine dell’ampia disamina tecnica le congetture si sprecano. Resta da capire, lo faremo proprio in questo week-end dove la nostra redazione sarà presente in pista per raccogliere tutte le informazioni del caso, se la W13 saprà manifestare una netta controtendenza prestazionale.
F1-Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Foto: Mercedes AMG F1 Team