sabato, Aprile 20, 2024

Ferrari: la partecipazione al WEC è un abile monito alla governance della F1?

Da diverso tempo i top team impegnati nel mondiale di F1 stanno programmando la realizzazione di hypercar per una prossima partecipazione nelle categorie endurance del motorsport. Il rinnovato interesse dei più grandi marchi del motore alle gare di durata è stato accolto con entusiasmo dagli appassionati.

Una sorta di romantico ritorno alle origini, in cui l’impegno ufficiale dei colossi dell’automotive ha oltrepassato i confini della formula uno verso categorie che hanno scritto pagine memorabili del motorsport.

Risulta più che evidente come l’introduzione del budget cap ha accelerato il processo di diversificazione dell’impegno sportivo dei vari team di F1, oltrepassando colonne d’ercole apparentemente invalicabili.

F1
Il prototipo della Ferrari LMH che prenderà parte al campionato endurance 2023

F1. Il budget cap “costringe” i team a diversificare gli impegni

La necessità di dover ridurre drasticamente gli sforzi in termini di risorse economiche ed umane allocate nei rispettivi programmi di F1, ha imposto in molti casi dolorosi riduzioni degli organici o job rotation di figure professionali di alto livello, sistemate in ruoli che ne hanno demansionato il know-how.

L’interesse dei grandi costruttori impegnati nella massima categoria verso le gare di durata è stato favorito dal chiaro indirizzo tecnologico intrapreso con l’avvento dell’era “turbo-ibrida”. Tale priorità ha creato di fatto una piattaforma tecnologica nel comparto motoristico che converge verso le soluzioni endurance. Lo scenario appena descritto rappresenta il “must” imposto dal gruppo Volkswagen, per garantire il proprio ingresso nel Circus a partire dal 2026 attraverso i propri luxury brand (Audi e Porsche, nda).

Ma quali sono le reali motivazioni che hanno spinto colossi come Ferrari, Mercedes, Alpine e Red Bull a sostenere enormi investimenti per la progettazione, realizzazione e sviluppo delle proprie fantastiche hypercar? Il nobile tentativo di allocare preziose risorse umane su altri programmi, vittime dei tagli del nuovo regolamento finanziario, giustifica in minima parte l’entità degli investimenti.

La squadra di Milton Keynes Red Bull, che non ha nel motorsport il proprio “core business”, ha recentemente annunciato la realizzazione della propria hypercar da 1250 CV, nome del progetto RB17, che trasferirà su una vettura stradale le conoscenze acquisite durante le ultime stagioni di Formula 1.

Il teaser pubblicato dagli account social ufficiali di Red Bull Racing

F1. L’impegno della Ferrari nel WEC è un monito per il Circus

Per quanto concerne la storica scuderia di Maranello, la partecipazione al prossimo mondiale endurance nella categoria LmH rappresenta una scelta dai tanti significati strategici e politici. In primo luogo, il grande fascino esercitato dal Cavallino Rampante calamiterà un enorme interesse sul WEC, conferendo alla GES un peso politico molto maggiore nel sistema Formula 1.

La portata storica e politica è paragonabile solamente all’abile provocazione del Drake in occasione della realizzazione della monoposto che avrebbe dovuto partecipare alla Formula Indy nell’oramai lontano 1986.

Se, come prevedibile, la partecipazione della rossa al WEC decuplicherà l’interesse e gli introiti della categoria, si avrà la definitiva conferma che indipendentemente dalla disciplina, la presenza di una vettura di Maranello fa tutta la differenza del mondo.

Un monito per la governance della F1 che da tempo appare poco sensibile rispetto alle istanze della scuderia modenese sia in termini sportivi. Dal punto di vista tecnologico erano pochissime le serie che potevano catturare l’interesse della Ferrari, a causa della progressiva crescita delle mono-forniture di telai che hanno standardizzato anche categorie prestigiose come l’Indycar.

Ferrari LMH impegnata nello shake down di Fiorano

Una delle poche “palestre” tecniche con ampi margini di libertà in merito alle necessità dei costruttori è il WEC, che consente di poter realizzare in autonomia tutto il package tecnico. La progressiva convergenza tecnologica tra le PU della Formula 1 e i propulsori hybrid delle possenti hypercar, può quindi aprire scenari di “knowledge transfer” funzionali alla reciproca crescita tecnologica dei propulsori utilizzati nelle due categorie.

Ipotesi che trova ampie conferme nel draft del regolamento tecnico sulle unità di potenza che equipaggeranno le monoposto dal 2026, il cui abbandono della tecnologica MGU-H, non utilizzata nel WEC, è praticamente certo.

Infine, con l’ingente investimento nella hypercar, Ferrari ha sostanzialmente snobbato il campionato di Formula E e, in senso assoluto, la tecnologia full electric. A differenza di Mercedes che, da diversi anni, è impegnata ufficialmente nella serie che realizza motori elettrici nella medesima factory di Brixworth, dove vengono progettate e realizzate le unità turbo-ibride per la F1.

La rapida successione di presentazioni e annunci delle nuove hypercar, potrebbe essere sintomatica di una rincorsa di chi ha percepito nelle manovre Ferrari mosse tecniche e strategiche, capaci di garantire un vantaggio politico e competitivo nella durante i prossimi anni.


Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Foto: F1 – Scuderia Ferrari F1

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1 commento

  1. manco per sbaglio, lo sarebbe stato entrare come motorista in indy e sviluppare almeno in parte soluzioni trasferibili “agratis” alla PU di F1 senza problemi di ore al banco e budget cap. Invece si sono impelagati in un campionato sempre gestito dalla FIA (!) dove si girano le cose come gli pare con quella oscenità del BOP: Elkan, sei un GENIO.

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