mercoledì, Maggio 15, 2024

La difficile gestione compound evidenziata ad Austin preoccupa la Ferrari

F1, Messico, ventesimo round del mondiale di 2022. L’obiettivo della Scuderia Ferrari in questo ultimo scorcio di stagione è ritornare sulla retta via tecnica smarrita dal Gran Premio di Francia al Paul Ricard. In occasione della tappa francese, infatti, il team di Maranello fece esordire l’ultimo corposo pacchetto di aggiornamenti aerodinamici che comprendeva una nuova versione del fondo vettura. Da allora la F1-75 ha subito ulteriori piccole modiche di micro aerodinamica, ma la leadership tecnologica che le aveva sino ad allora conferito il ruolo di monoposto vincente è svanita nel nulla.

Forse non sapremo mai quanto realmente abbia influito, nel downgrade prestazionale della rossa, l’introduzione della direttiva tecnica anti porpoising (TD039, nda), introdotta dalla federazione internazionale a partire dal Gran Premio del Belgio. Tuttavia risulta molto chiaro che, dopo la pausa estiva, solo nell’atipico tracciato di Singapore, Charles Leclerc abbia potuto lottare per la vittoria.

In questa fase del campionato dove non esiste alcun obiettivo sensibile da raggiungere e che di fatto resta una sorta di pre campionato 2023 (clicca qui per l’approfondimento tecnico), all’area tecnica del Cavallino Rampante non può essere sfuggito un dato sinistro emerso dalla approfondita analisi relativa al passo gara del monegasco sciorinato ad Austin.


F1. Ferrari e il sapore amaro delle pole ininfluenti

Non si ha memoria, nella storia della F1, di una scuderia capace di siglare 12 pole position su 19 senza essere almeno in lizza per il titolo. Purtroppo è quello che è accaduto anche nel weekend di Austin. Il linguaggio del corpo di Carlos Sainz, dopo la partenza dal palo, era tutt’altro che raggiante. All’interno del team italiano si ha la consapevolezza di non poter replicare in gara le eccellenti performance del sabato. Questo a causa di un “tyre management” deficitario su qualsiasi tipo di mescola, sia da asciutto che da bagnato.

I rilievi cronometrici confermano l’impressione che gli alfieri della rossa riescano a reggere il passo della concorrenza solo nei primi giri, con pneumatici freschi, per poi subire un decadimento prestazionale sensibile. E purtroppo per il team di Maranello la “concorrenza” non ha solo le sembianze della supersonica RB18.


F1. Lo stint sulle gomme Hard è preoccupante

E’ particolarmente interessante analizzare lo stint tra il giro 28 e il 34 prodotto in Texas. I tre piloti di testa montavano gomme Hard con una anzianità diversa. Leclerc sfrutta la fase di neutralizzazione della gara per montare le gomme più dure del lotto al giro numero 19, rientrando in pista in quarta posizione alle spalle di Verstappen, Hamilton e Perez. Lo spaventoso incidente tra Stroll e Alonso richiede il nuovo ingresso della Safety Car che si conclude al giro 26.

Alla ripartenza Charles sembra incontenibile e infatti al passaggio 29 supera magistralmente Checo Perez. Da questo momento in poi le performance della F1-75 si plafonano, al punto che l’ex Alfa Romeo non riesce a distanziare il collega messicano della Red Bull.

F1
Analisi passo gara Red Bull/Mercedes/Ferrari dal 28esimo al 34esimo giro del gran premio degli Stati Uniti

In sostanza Leclerc perde terreno da Max e Lewis e fatica ad allungare su Perez. L’illustrazione precedente, basata sui crono realizzati dal ventottesimo al trentaquattresimo passaggio, dimostrano che la Ferrari era più lenta non solo della Red Bull ma anche della Mercedes. A rendere ancora più preoccupante c’è un fatto: gli pneumatici Hard del monegasco avevano sei giri in meno rispetto a quelli di Hamilton e cinque al set utilizzato del campione del mondo olandese.

Un crollo verticale sulla mescola a banda bianca messa a disposizione dalla Pirelli in occasione della gara di Austin (C4, nda), che tra l’altro non è nemmeno il compound diù duro della gamma dello storico fornitore milanese. Nell’ultimo stint della corsa Ferrari e Red Bull hanno effettuato la sosta, montando gomma media in contemporanea alla trentaseiesima tornata. Tuttavia il trend prestazionale non cambia.

Leclerc, nel corso degli ultimi 19 giri, accusa un ritardo medio di poco superiore ai 4 decimi da Max Verstappen. Ma a impressionare è il passo di Lewis Hamilton su di appena un decimo e mezzo superiore a quello impresso dalla monoposto numero 16.


F1. Un trend prestazionale che potrebbe ripetersi in Messico

Al netto della geometria completamente diversa tra Austin e il tracciato messicano, tra due giorni, nel circuito intitolato ai fratelli Rodríguez (leggi qui l’anteprima tecnica) potrebbe ripetersi lo stesso scenario. In occasione della prossima gara, Pirelli ha riproposto la medesima gamma di pneumatici utilizzati ad in Texas.

In passato, l’abrasività del circuito ha sempre richiesto l’utilizzo delle mescole più dure. Lo scorso anno Verstappen vinse effettuando un lunghissimo stint proprio su penumatici Hard. Per gli uomini della Ferrari, il Gran Premio del Messico sarà una nuova tappa di apprendimento nella finora vana ricerca della competitività smarrita.


Autore e grafiche: Roberto Cecere – @robertofunoat

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