sabato, Aprile 27, 2024

Budget cap gate: Ferrari va al contrattacco

Ieri, alle 16:00, si è chiusa la lunga partita del budget cap gate, l’ennesima storia poco chiara di uno sport, la F1, che non è mai stato propriamente una casa di vetro. La Red Bull ha effettivamente sforato il tetto di spesa, questo il fatto insindacabile. Dopo una lunga contrattazione con la FIA, che ne ha riconosciuto la buona fede (non quantificando però gli eventuali vantaggi scaturiti), la franchigia diretta da Chris Horner ha accetto di patteggiare una sanzione che limiterà e condizionerà lo sviluppo in chiave 2023 (leggi qui).

Milton Keynes dovrà corrispondere una multa di 7 milioni di dollari ed affrontare una riduzione del 10% dei tempi di sviluppo dell’auto. Il provvedimento, pertanto, investirà sia le ore di wind tunnel che i gettoni CFD consentiti nella prossima stagione. Il superamento accertato dei limiti di budget è stato di circa 2,2 milioni della valuta di riferimento. Si tratta dell’1.6% del totale.

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Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) Gp Giappone 2022

Nei giorni scorsi si erano aperti diversi scenari in relazione all’entità della pena. Numeri sparati un po’ a casaccio ma che erano figli di un procedere imperscrutabile in cui il giudice si è seduto al tavolo col reo per trovare un accordo. Non smetteremo mai di sottolineare quanto questo incedere sia singolare e generi normalissimi malumori tra gli addetti ai lavori e tra gli appassionati. E non c’entra il tifo.

Non sapremo mai se la sanzione comminata alla Red Bull sia equilibrata perché quello sforamento non può essere quantificato automaticamente, come oggi qualcuno prova a fare, in decimi di secondo. Fatto sta che, tra le fila degli avversari, qualche malumore inizi ad emergere in maniera piuttosto dirompente.

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Mattia Binotto (Scuderia Ferrari) e Chris Horner (Oracle Red Bull Racing) a colloquio nel paddock del Circuit de Catalunya- Photo credits: Diego Catalano

F1. Ferrari: Red Bull si è garantita un vantaggio sforando il budget cap

In Ferrari aleggia la sensazione che la Red Bull non sia stata punita come meritava. Laurent Mekies, direttore sportivo della compagine italiana, non le manda a dire e, ai microfoni di Sky Sport F1, ha lasciato dichiarazioni non proprio accomodanti nei confronti dei rivali inglesi: “Ferrari ha messo come priorità che la FIA facesse chiarezza. Questa lo ha fatto confermando l’illegalità nella gestione del budget cap (chiaro riferimento alla Red Bull, ndr)”.


Era il parametro più importante. Anche il team lo ha ammesso, questo è positivo. L’entità della violazione? ne abbiamo parlato tanto e sappiamo che 2 milioni sono una grande violazione: equivalgono a un paio di decimiSono numeri che hanno un impatto vero sulle gare, è una cifra di una certa importanza“.

La mancanza di una penalità con risvolti sportivi lascia l’amaro in bocca. Tra l’altro gli effetti delle sanzioni sollevate ricadranno nel 2023, ben due anni dopo il momento in cui Red Bull avrebbe tratto vantaggio con la sua condotta che, ribadiamo, la FIA non considera dolosa. Ma che, ed è una questione di logica, è stata incidentalmente vantaggiosa. Specie se il campionato si è chiuso all’ultimo giro dopo che, tra le altre cose, era andato in scena un altro episodio non proprio adamantino della storia della massima serie.

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Laurent Mekies, direttore sportivo della storica Scuderia Ferrari

F1. Per il futuro Ferrari chiede revisioni più veloci

Il manager francese ha voluto ulteriormente chiarire la posizione di Maranello: “Non potremo mai essere contenti della penalità. Noi non capiamo come il 10% di riduzione corrisponda ai due decimi di vantaggio, inoltre non c’è stata riduzione di budget cap. Loro potranno spenderlo altrove, migliorando la macchina. Questa combinazione ci fa temere che l’effetto reale della sanzione sia piccolo. Ora però bisogna voltare pagina, speriamo di non dover attendere così tanto per il budget cap del 2022“.

Non ha torto Mekies perché, è bene ripeterlo ancora, parliamo di analisi fiscali fatte sulla stagione 2021. La FIA deve essere credibile perché è l’organo di gestione assoluto della categoria. Già il fatto che sia essa stessa redattrice di norme, esecutrice, pubblica accusa e giudice nei processi è un’anomalia piuttosto evidente. Se a questo uniamo una lentezza da pachiderma contornata da contrattazioni private con i rei ecco che si crea un contesto esplosivo nel quale vincono le polemiche e la generale insoddisfazione.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, Scuderia Ferrari, Oracle Red Bull Racing

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1 commento

  1. Gli episodi a vantaggio della Red Bull oramai non si contano più. Una sola soluzione: Ferrari esca dalla F1 e si dedichi ad altre competizioni più trasparenti.

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