Il ritorno ufficiale di Honda diverge dalle aspirazioni Red Bull?

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Il marchio Honda campeggiante sulla monoposto di Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing F1)

L’impianto regolamentare delle power unit 2026 sta riscuotendo il successo auspicato da FIA e Liberty Media. L’ingresso in F1 del gruppo Volkswagen attraverso il “luxury brand” Audi è stata solo la prima milestone di una roadmap che intende annoverare i marchi più prestigiosi del panorama automobilistico nella massima categoria del motorsport a ruote scoperte. In tale scenario Honda non voleva essere tagliata fuori dai giochi.

Il colosso nipponico ha provveduto ad espletare gli step burocratici per tornare in veste ufficiale a partire dalla stagione 2026 entro il 15 Novembre scorso. A darne conferma è stato Koji Watanabe, presidente di Honda Racing Corporation (HRC, nda), in occasione della presentazione dei futuri piani sportivi: “In quanto HRC, ci siamo ci siamo registrati come costruttore di Power Unit per il 2026. Bisogna considerare che il 15 novembre era la scadenza per registrarsi e lo abbiamo fatto per continuare la ricerca nelle corse. Dopo l’addio in forma ufficiale a valle del trionfale gran premio di Abu Dhabi del 2021, Honda non ha mai reciso il legame con la Formula 1.

La consulenza fornita da HRC alla neonata divisione Red Bull Powertrains ha consentito alla casa nipponica di restare al passo con l’evoluzione tecnica dei propri propulsori la cui proprietà intellettuale è stata solo concessa in usa al team di Milton Keynes. La forte sinergia tra Red Bull e Honda è stata ulteriormente testimoniata dalle celebrazioni nel corso del Thanks Day. Come ogni fine anno il colosso del Sol Levante organizza un evento per celebrare i successi sportivi, andato in scena lo scorso weekend sulla pista di proprietà del Motegi Twin Ring. Gli alfieri di Red Bull e AlphaTauri sono stati i protagonisti dello show unitamente ai colleghi della MotoGP.

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Max Verstappen, Sergio Perez e Marc Marquez nel corso del Thanks Day

F1. I possibili scenari dell’impegno Honda in Formula 1

Nonostante il rapporto tra Red Bull e Honda sia solido e reciprocamente gratificante, gli obiettivi a lungo termine tra i due soggetti potrebbero divergere. Christian Horner, in una recente intervista rilasciata alla BBC, ha rivendicato con fierezza la metamorfosi in corso a Milton Keynes. A partire dal 2026 il team campione del mondo fabbricherà l’intera monoposto nella propria factory al pari della Scuderia Ferrari:

“Avremo progettisti di motori e progettisti di telai seduti fianco a fianco, quindi un’integrazione verticale assoluta di queste discipline. Abbiamo 36 mesi e mezzo per produrre un motore completamente nuovo e affrontare Ferrari, Mercedes, Renault e Audi che entreranno in questo sport”. Affermazioni che apparentemente sembrano sancire il termine del sodalizio con Honda alla fine della stagione 2025.

Tuttavia, secondo le ultime indiscrezioni, la collaborazione potrebbe essere ridefinita nel suo perimetro a partire dalla stagione 2026. Honda potrebbe fornire la componente ibrida delle future unità di potenza, mentre nella divisione powertrains di Milton Keynes sarebbe fabbricata la componente a combustione interna (ICE, nda). Tale ipotesi tuttavia si presta ad alcune considerazioni. Se Honda intende tornare in Formula 1 dalla porta principale difficilmente potrebbe accettare il ruolo di fornire di componentistica. Il livello di integrazione tra la parte endotermica e quella ibrida delle unità di potenza è talmente elevato che entrambi i costruttori dovrebbero avere una profonda conoscenza delle componenti prodotte dalla controparte.

Flusso dell’energia nelle Power Unit 2026

Tale presupposto potrebbe condurre addirittura a un vincolo di esclusività, fattore limitante per Honda soprattutto se intenderà fornire l’intera architettura del proprio propulsore ad altri team. L’iscrizione di Honda appare una mossa strategica per avere qualsiasi margine di manovra a partire dal 2026.

Le prossime tre stagioni sportive consentiranno alla divisione HRC di preservare e aumentare il knowledge nel campo della ricerca, tuttavia l’impegno in forma ufficiale dovrà essere deliberato nei prossimi dodici mesi. Anche se la registrazione non vincola in alcun modo la partecipazione del motorista nipponico, i tempi di realizzazione dei nuovi propulsori impongono una schedulazione almeno biennale del progetto tecnico delle future unità turbo-ibride.


Autore: Roberto Cecere@robertofunoat

Foto: F1, Racle Red Bull Racing, Honda

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