lunedì, Maggio 13, 2024

Sainz: un 2022 terapeutico per provare a diventare leader in Ferrari

Il processo che porta alla piena consapevolezza di sé, alla definizione dei propri limiti, spesso si costruisce in relazione agli altri. L’identità, insomma, si fonda sul continuo confronto con quella altrui. È un normale processo al quale non sfugge la F1. Chiaramente con le sue specificità. Un pilota non può mai essere correttamente valutato in valore assoluto. Servono delle pietre di paragone che sono rappresentate dal contesto e dall’azione degli altri colleghi. Nello specifico, il punto di riferimento supremo di qualsiasi conducente è il compagno di squadra. Colui il quale ha lo stesso materiale a disposizione ed opera con dinamiche del tutto sovrapponibili.

Viene da sé che Carlos Sainz, dopo un 2022 che partito in sordina, abbia spiegato che le problematiche siano dipese non solo da un lento adattamento alle vetture di nuova generazione, ma anche e soprattutto ad un compagno di casacca in grande spolvero dopo che nel 2021 era finito alle spalle del madrileno che debuttava in Ferrari. E forse è stata proprio questa la molla che ha fatto alzare l’asticella del monegasco apparso più determinato che mai.

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Scuderia Ferrari F1: il team principal Mattia Binotto insieme a Charles Leclerc e Carlos Sainz

La stessa leva che Sainz vuole usare per mettersi in condizioni, nel 2023, di riprendersi la scena e di lottare per il titolo. Ammesso che David Sanchez, Enrico cardine ed Enrico Gualtieri e i rispettivi staff riescano a sfornare una vettura da subito competitiva e che riesca a mantenere un alto livello di performance nell’arco dell’intero mondiale. Cosa non accaduta l’anno scorso con una dirigenza tecnica che ad un certo punto ha deciso di interrompere quel necessario foraggiamento di update che serve a tenere viva una monoposto per tutto il calendario.

F1. Carlos Sainz: l’insoddisfazione che si trasforma in motivazione

Non sono del tutto soddisfatto della mia stagione. Non voglio mentire, l’avvio del campionato è stato duro rispetto a quello che mi aspettavo“. Ha così esordito Sainz a motorsport-total. “Con tutte le vetture che ho guidato ho sempre dato il massimo. Sin da subito. È stata la prima volta nella mia carriera che mi sono trovato a due o tre decimi di ritardo in termini di passo. Ho dovuto davvero rimboccarmi le maniche per cercare di capire dove recuperarli. Leclerc ha guidato molto bene nella prima metà della stagione, mostrandomi i miei limiti. Ho raggiunto un buon livello con questa vettura e ora questa è la base per il prossimo anno”.

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Carlos Sainz (Scuderia Ferrari)

Il primo, vero, passo verso la crescita è l’ammissione di propri limiti e degli errori commessi. In questo Sainz non ha peccato di superbia ed ha dimostrato un atteggiamento votato alla strutturazione di se stesso. Un processo che andrà calibrato anche nel nuovo ambito operativo che vede in sella Frédéric Vasseur al posto di Mattia Binotto che dell’ex McLaren era stato mentore e principale sponsor. Serviranno spalle ancor più possenti per farsi largo in un team che potrebbe volere rivedere certi andamenti gestionali.

Tornando alla stagione 2022 che Sainz ha chiuso con la prima vittoria in carriera, c’è il rammarico per non aver potuto fare di più quando il feeling con la macchina era diventato quasi totale. Nella seconda metà di 2022, infatti, le prestazioni della F1-75 si sono rivelate insufficienti per pensare di poter stabilmente aggredire la vittoria che poteva però giungere se la sfortuna non si fosse accanita in un paio di momento chiave.

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F1. Scuderia Ferrari: il team principal Mattia Binotto conforta il numero 55 Carlos Sainz

Penso che Austin sarebbe andata molto bene senza l’incidente con George. Avremmo potuto vincere con il ritmo che avevamo, ma le cose sono andate così. Questo dimostra anche un po’ della mia sfortuna di quest’anno. Ad Austin ero molto forte, in Brasile pure, ma in Texas sono stato messo fuori gara da George e in Brasile ho avuto una penalità in griglia (a causa della sostituzione della power unit, ndr)”.

Non vedevo l’ora di poter dimostrare le mie possibilità di essere in lotta per il titolo fin dall’inizio l’anno prossimo“. Così ha chiuso l’intervento il 28enne figlio d’arte che non si vuole rassegnare a quel ruolo da gregario che certa stampa gli ha già cucito addosso facendo la facile equazione Vasseur = Leclerc. Un riduzionismo che ad oggi non fotografa le cose di cui si sta dibattendo nella Gestione Sportiva di Maranello che non intende individuare aprioristicamente un leader e una spalla. Almeno finché non sarà la pista a domandarlo. E Carlos vuole farsi trovare pronto in caso di scelta.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, Scuderia Ferrari

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